Lo schianto in scooter e la morte, Andrea unito dal destino alla tragica fine del fratello

Giovedì 24 Marzo 2022
Andrea e la moglie Valeria

RONCADE - «Andrea? Non è possibile». A Rovaré la notizia della morte di Marcuccio arriva intorno alle 9, e per tutti è uno shock. Basta guardarsi intorno: sulla porta d'ingresso della birreria Da Otto così pure su quella del vicino salone di parrucchiera Silvana compaiono velocemente gli avvisi di chiusura per lutto. Le sorelle della moglie Valeria gestiscono i due esercizi, che costituiscono il cuore commerciale della piccola frazione di San Biagio. Ma è una pietra importante della comunità che viene a mancare, per usare le parole del parroco don Devid Berton. Andrea Marcuccio aveva frequentato il liceo scientifico Da Vinci di Treviso.

Lavorava come magazziniere e addetto alla produzione al mobilificio Milani di via Giorgione, a Roncade, dove anche ieri mattina si stava recando in sella al suo scooter. I titolari dell'azienda, colpiti dalla tragedia, hanno deciso di sospendere per la giornata di ieri l'attività.

TERRIBILE COINCIDENZA

Una famiglia sfortunata, quella di Andrea. Il fratello Mirko è morto nel 1999 a Jesolo, anche lui, tragica coincidenza, in un incidente stradale. E anche quella volta a bordo di una due ruote: una Vespa, in quel caso. Un dolore profondo, una ferita impossibile da guarire per lui così come per il resto della famiglia. La mamma è venuta a mancare solo tre mesi fa, la sorella Simona, attiva nel volontariato, si trova ora ad affrontare questo nuovo, straziante lutto. E poi c'è la famiglia che Andrea si è costruito. La moglie Valeria Cescon, dipendente della Texa di Monastier. E i due figli ancora ragazzini, uno dei quali porta il nome proprio di quel fratello a cui il 46enne aveva dovuto dire addio 23 anni fa.

DESTINO CRUDELE

Un destino che lascia increduli, che si ripete con ferocia, strappando alla vita anche Andrea, nato e cresciuto a Monastier, paese di cui era originario. La casa in via Fermi, la grande passione per il calcio, tanto da aver giocato nelle squadre della zona, come la Zensonese e lo stesso Monastier. Il pallone, quello sul campo, e quello che andava a vedere allo stadio: un grande tifoso bianconero, come testimoniano le foto che postava sui social. La Juve, ma soprattutto la sua famiglia, i figli. «Andrea era un bravo papà e un bravo marito -continua don Devid, che lo conosceva bene- Era molto ben inserito nella comunità, perdiamo davvero una pietra importante della nostra chiesa».

LA VISITA DEL PARROCO

Il parroco ha voluto recarsi personalmente dalla famiglia. In molti, in queste ore, si sono stretti a Valeria e alle quattro sorelle, chiuse in un comprensibile silenzio. Troppo sconvolgente, quello che è accaduto. «Non ci sono parole -commenta il sindaco di San Biagio Alberto Cappelletto, raggiunto prestissimo dalla tragica notizia- È difficile esprimersi di fronte a questi lutti inspiegabili, a cui non si riesce a trovare una ragione». Il sindaco ha manifestato la sua vicinanza e quella dell'intera comunità alla famiglia. E il pensiero di tutti va ai due figli della coppia, che perdono il loro papà, affettuoso e presente. Difficile anche solo immaginare quali parole poter usare per dire loro che non c'è più. 

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