Morte sul Suv. Il marito sotto choc: «Vivo nell'angoscia non so darmi pace»

Martedì 18 Settembre 2018 di Maria Chiara Pellizzari
Morte sul Suv. Il marito sotto choc: «Vivo nell'angoscia non so darmi pace»
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MIANE - «La nostra famiglia è angosciata», parla con un filo di voce al telefono il medico Paolo Manente mentre sta cercando di elaborare il lutto dopo aver perso la moglie, Adriana Bertolo, 72 anni, in un modo assurdo. Adriana si è schiantata contro un muro, con il Range Rover che il marito aveva parcheggiato e che si è messo in movimento improvvisamente, forse perché non era stato inserito il freno a mano. Una corsa pazza di quasi 1,5 chilometri che Adriana non è riuscita a fermare, stando seduta sul sedile del passeggero. «Faccio fatica a trovare le parole per dire ciò che è successo. È paradossale, vivo un'angoscia», dice Manente che è a casa con i figli a  Salvarosa, nella casa in cui ha sempre vissuto con la sua Adriana. «Dobbiamo ancora capire cos'è successo», dice l'ex primario e fondatore dell'Oncologia di Castelfranco, che da quando è in pensione lavora in libera professione al Centro Diagnostico Castellano in Piazza Europa Unita. Dopo la tragedia si è chiuso a casa. «Sto con i figli, siamo in lutto. Non riesco più a parlare».
IL CORDOGLIOManente è conosciuto e stimato in città e non solo. Tutti gli sono vicini. Gli amici, tra cui l'ex sindaco Maria Gomierato, Egidio Fior e i tanti altri. «Per tutti noi quello che è successo è un enorme colpo al cuore - sono le parole della Gomierato, che da sindaco ha avuto uno dei tre figli di Manente, Daniele, consigliere di maggioranza -. Conoscevo Adriana, una persona amabile e una brava mamma. Era il perno della famiglia. Con il marito si sono sempre messi a disposizione degli altri, facendo volontariato, anche con il Gruppo Stella, con cui ospitavano i bambini di Chernobyl. Persone di grande umanità». La dinamica dell'incidente è stato uno choc anche Gomierato: «Manente è una persona brillante, sempre prudente, trovo la tragedia inspiegabile. Speriamo si riprenda in fretta dal trauma. È una persona attiva e una risorsa per il territorio». Anche il direttore dell'Usl Francesco Benazzi conosce bene il primario Manente ed è profondamente amareggiato. «Mi dispiace per il dramma che sta vivendo come marito che perde la moglie in modo così improvviso. Il dolore è struggente- aggiunge -. È stato fino a pochi anni fa uno dei nostri medici: un bravissimo professionista». Benazzi non sa trovare risposte agli interrogativi sulle cause. «Nessuno può dubitare della capacità e dell'attenzione del primario. Quanto accaduto non può che ricondursi a una tragica fatalità».
GLI INTERROGATIVILa dinamica è ciò che più scuote la comunità: «Credo che a tutti possa capitare di trovarsi in situazioni inimmaginabili.

Prima di scendere dall'auto, quando c'è un passeggero, sappiamo che dovremmo mettere il freno a mano. Ma chi può sapere cosa è andato storto». Benazzi ha la stessa spiegazione di tutti. «Questa non può che essere una tragica fatalità: a volte non siamo padroni di ciò che accade». Ieri molti castellani, su Facebbok, hanno espresso il proprio cordoglio ai familiari di Adriana. Chi la conosceva l'ha descritta come «Una persona speciale o meravigliosa». Poi un pensiero per il marito. «Dopo una vita di lavoro a salvare gli altri diventa è atroce perdere la moglie così», hanno scritto. Secondo molti è stato un destino crudele. Anche Luigino Brunato, presidente dell'associazione frazionale di Salvarosa, ha espresso a nome della comunità il cordoglio per la morte di Adriana: «Ci uniamo sconcertati al dolore del marito, dei figli e di tutti i parenti».

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