SAN VENDEMIANO - «Happy». Felice. È così che si sentiva Jamal Touiki, il 24enne marocchino investito e ucciso giovedì notte in via Ungheresca, a Saccon di San Vendemiano.
I PROGETTI
Il giovane, originario di Marrakech, era in Italia già da qualche anno e da pochi giorni aveva completato l'iter per regolarizzare la propria posizione. «Sperava di trovare un lavoro stabile» racconta l'amico e vicino di casa Ayoub. «Era venuto qui perché sperava in una vita migliore» aggiunge un altro amico, con cui ogni tanto andava a bere qualcosa nei locali della zona. Il 24enne aveva fatto lavori saltuari: per un periodo aveva fatto l'ambulante vendendo scope, poi aveva lavorato come bracciante in alcune aziende agricoli e allevamenti della zona. Ma sognava qualcosa di più e con il permesso di soggiorno in tasca sapeva che avrebbe avuto più chances. «Era un ragazzo buono, dal cuore bianco come dicono in Marocco - racconta Monica mentre le parole si mescolano alle lacrime -. Non portava rancore a nessuno. Mi è stato vicino nei momenti più difficili e per un periodo siamo stati anche una coppia. Ora non lo eravamo più ma era rimasto comunque un forte legame. Vorrei essere morta io al posto suo».
IL CORDOGLIO
«Lo ricorderò per sempre» aggiunge la donna, accarezzando Chicco, il gattino che Jamal aveva adottato qualche mese fa e da cui non si separava mai. Gli animali erano una delle sue grandi passioni. Ieri mattina il cucciolo tigrato dagli occhi verdi si aggirava smarrito nel cortile di casa, alla ricerca del suo padrone, di cui aveva vegliato il corpo subito dopo l'incidente. Le chiazze di sangue erano ancora ben visibili sull'asfalto e sull'erba mentre nella casa in cui aveva trovato ospitalità era un via vai di amici, venuti a portare a Monica una parola di conforto, da estendere anche alla famiglia del 24enne rimasta in Marocco. È stata Monica ad avvertire i genitori e la sorella: «Abbiamo pianto a lungo al telefono». Jamal verrà sepolto in Marocco: la salma verrà rimpatriata non appena arriverà il nulla osta del magistrato. Ma probabilmente la comunità marocchina e musulmana organizzeranno un momento di preghiera anche qui, in quella che ormai era diventata la sua seconda patria.