ISTRANA - «Era uno dei nostri ragazzi: in tanti si ricordano quel portiere dal sorriso contagioso, che aveva voglia di fare gruppo e di divertirsi». Anche Istrana piange per la tragedia di venerdì notte: Hector Moises Benzant, 29 anni, è annegato nelle acque di un laghetto di Porcia (Pordenone), dopo essere uscito di strada in auto, poco distante dalla sua nuova casa. Una sbandata fatale, forse durante una lite con la fidanzata, salva per miracolo. Hector era nato a Santo Domingo ma gli anni dell'adolescenza li aveva passati nella Castellana insieme alla famiglia. Studente all'alberghiero di Castelfranco e portiere nelle giovanili del Calcio Istrana.
Chi era il ragazzo morto a Porcia
«Faceva il portiere ed era bravo: ha giocato quattro stagioni con noi, dal 2006 al 2011 - lo ricorda Raffaele Sassone, dirigente sportivo dell'Istrana -. Giocava con mio figlio. Aveva legato subito con tutta la squadra. Erano un gruppo unito, una bella compagnia di amici. Si trovavano anche fuori dal campo e andavano in giro in scooter tutti insieme. Hector era riuscito a farsi volere bene, a stringere legami forti con i suoi coetanei». L'affetto è rimasto anche quando si è trasferito. Per questo ieri mattina, 1 aprile, la notizia della sua morte, in circostanze così drammatiche, è stata una doccia gelida per i suoi vecchi amici. «Siamo sconvolti: è una tragedia. Ci dispiace moltissimo» dice la sindaca Maria Grazia Gasparini esprimendo cordoglio e vicinanza ai famigliari del 29enne. La mamma e il fratello vivono ancora nella Marca (lei a Istrana, lui nel Montebellunese), il papà purtroppo è mancato qualche tempo fa. Hector invece si era trasferito in Friuli. Conviveva a Porcia con la fidanzata Martina De Luca, 24 anni, ed era papà di una bambina di 5 anni, nata da una precedente relazione. Da ragazzo aveva avuto anche qualche piccolo guaio con la giustizia: nel 2018 era finito a processo a Belluno insieme a un connazionale per un furto in treno. Un capitolo che si era lasciato alle spalle: adesso lavorava al ristorante "Al Braciere" di Porcia.
Il giallo sulla lite in auto
«Ieri sera l'avevo lasciato andare via prima» spiega Edda, titolare del locale. «Erano le undici e mezza. Poi non so dove sia andato». Lo descrive come un ragazzo solare, impegnato nel lavoro, ma che nell'ultimo periodo aveva un po' perso la luce negli occhi.
L'ultimo giorno di lavoro sarebbe stato il 13 aprile. Cosa sia successo nella notte tra venerdì e sabato negli istanti prima dello schianto potrà raccontarlo solo Martina. Forse una lite a cui è seguita una distrazione - come lei stessa aveva riferito in preda allo choc, ai primi soccorritori salvo poi smentire -, forse un malore. Quello che è certo è che l'auto ha sfondato la recinzione ed è finita inghiottita nelle acque torbide del laghetto di Porcia. Martina è riuscita a liberarsi da quella prigione sott'acqua, ha risalito scalza il corridoio d'erba e ha gridato aiuto ai residenti. In due sono accorsi subito, sfidando a tentoni il buio assoluto. Hanno provato a salvarlo ma Hector era intrappolato nell'abitacolo. Quando i sommozzatori dei vigili del fuoco lo hanno liberato per lui non c'era più nulla da fare.
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