Frontale contro il camion: Donika non ce l'ha fatta, morta a 24 anni

Giovedì 21 Aprile 2022 di Maria Elena Pattaro
Donika Nikollbibaj, 24 anni

TREVISO - Stava tornando in Kosovo insieme alla sorella per festeggiare la Pasqua con i parenti. Ma nella Marca ha trovato la morte: Donika Nikollbibaj, 24 anni, studentessa residente in provincia di Trento, è spirata martedì al Ca’ Foncello, dopo tre giorni di agonia. Abitava in provincia di Trento e studiava a Verona. La sorella Monika è tuttora ricoverata, fuori pericolo. Sabato mattina all’alba la loro Volkswagen Polo si è schiantata contro un camion a Padernello di Paese.

Si fa sempre più tragico il bilancio di questa Pasqua di sangue, la prima senza restrizioni Covid: tre morti in tre giorni. Cristina Faraon, 63 anni, morta sul colpo nello schianto sulla Cadore Mare. Mattia Citton, 23 anni, ruzzolato giù da una scarpata con il suo pick-up dopo il pic-nic sul Grappa con gli amici. Ora Donika. Con lei sale a sette il bilancio di giovani vite spezzate in tre mesi. Lo stesso destino è toccato alle cugine Jessica Fragasso e Sara Rizzotto (20 e 26 anni), Vittorio Piva (17), Muhammad Saleem (25), Samantha Renon (16) e Mattia Citton (23). Un bollettino di guerra.


L’ULTIMO VIAGGIO


Le due sorelle, residenti a San Michele all’Adige (Trento), si erano messe in viaggio sabato mattina. Donika guidava, Monica era seduta accanto a lei. Dovevano prendere l’aereo per il Kosovo: mamma, papà e i due fratelli più piccoli erano partiti il giorno prima. Loro invece per impegni universitari si erano fermate un giorno in più. Il frontale è avvenuto sulla Castellana, a Padernello di Paese, verso le 6.30, nei pressi del supermercato Alì. La Polo, che viaggiava verso Paese ha sbandato all’improvviso, invadendo la corsia opposta in cui proprio in quel momento transitava un camion. Impossibile evitare l’impatto per il camionista veneziano, di 35 anni. L’urto è stato violentissimo, tanto da distruggere l’auto. Un malore o forse una distrazione: sarà la polizia stradale a chiarire l’esatta dinamica e le cause dell’incidente: la Procura indaga per omicidio stradale. Che le condizioni della conducente fossero disperate, i soccorritori lo hanno capito subito: intubata sul posto era stata ricoverata in codice rosso al Ca’ Foncello di Treviso. Ha lottato per tre giorni. Fino a martedì, quando anche l’ultimo barlume di speranza si è spento per sempre. I medici ne hanno constatato il decesso e i genitori, rientrati in fretta dal Kosovo, hanno acconsentito all’espianto degli organi. Un ultimo gesto di generosità per una ragazza che aveva fatto dell’altruismo uno dei propri tratti distintivi. 


IL CORDOGLIO


«Dovevamo crescere insieme - scrive su Instagram da un letto di ospedale la sorella Monica, ora fuori pericolo -. Ti prometto che mi prenderò cura di mamma, papà, Veronika e Arianit come facevi tu. E ogni mio respiro sarà per te. Tu sei la vita che siamo, Dona». Avrebbe compiuto 25 anni a luglio. Da cinque abitava a San Michele all’Adige. La famiglia era scappata dalla guerra per ricostruirsi una vita in Italia. E ci era riuscita. Donika frequentava l’università a Verona: lavorava part time alla Mediaworld di Trento per pagarsi gli studi e dopo la laurea aveva intenzione di iscriversi a un master. Sogni spazzati via in un attimo. «Una ragazza meravigliosa, bastava guardarla e la giornata si illuminava - la ricordano i vicini di casa -. Qualsiasi genitore sarebbe orgoglioso di una ragazza così: educata, premurosa, gentile, con grande spirito civico». Un aneddoto su tutti riassume il suo gran cuore: qualche anno fa, venuta a conoscenza di un’associazione che raccoglieva i capelli per realizzare delle parrucche da donare ai bambini malati oncologici, aveva voluto dare il proprio piccolo ma significativo contributo, dicendo addio alla sua lunga chioma. 

Ultimo aggiornamento: 17:06 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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