Tragedia di San Pietro. Francesco Favaro morto a 17 anni in moto, il papà: «Era la strada di casa, la conosceva bene»

Giovedì 1 Settembre 2022 di Pio Dal Cin
Francesco Favaro morto a 17 anni in un incidente in moto, il ricordo del papà

SAN PIETRO DI FELETTO - «Era la strada di casa, la faceva cento volte al giorno. Ultimamente stava aprendo le ali, peccato che sia volato troppo in alto». È straziato da un dolore misto a rabbia il padre di Francesco Favaro, il 17enne morto martedì pomeriggio lungo via San Michele in sella alla sua moto, uscita di strada dopo una doppia curva. Stava andando a trovare i suoi amici che dovevano dargli il regalo per il suo compleanno, un casco nuovo. Attorno alla famiglia dello studente del liceo Casagrande di Pieve di Soligo si è stretta tutta la comunità. In primis il sindaco Maria Assunta Rizzo che ieri, 31 agosto, con l'assessore Cristiano Botteon, ha voluto abbracciare i genitori di Francesco e la sorella minore per portare loro tutta la vicinanza del paese, sconvolto per questa giovane vita che si è spezzata troppo presto: «Siamo tutti attoniti e sgomenti - ha dichiarato il primo cittadino, che ieri si è anche recato sul luogo dell'incidente assieme a Botteon - È una tragedia immane che ci tocca tutti e ci lascia senza parole. Quello che possiamo fare è pregare e stringerci in un abbraccio silenzioso alla famiglia e a tutti quelli che hanno conosciuto Francesco e gli hanno voluto bene. Stiamo valutando di proclamare il lutto cittadino per il giorno delle esequie».


LA PROCESSIONE
In tanti ieri hanno percorso via San Michele per rendere omaggio al 17enne sul punto in cui è uscito di strada. Tra loro anche un ragazzo all'apparenza poco più grande di Francesco. Sembra quasi un fratello maggiore. E non trattiene le lacrime. «Sono Giovanni, il suo professore di matematica al liceo Casagrande - Lo sono stato solo per quattro mesi ma ho avuto l'occasione di conoscerlo e apprezzarne la grande statura umana». Poi la sua voce si rompe, e tace. Con il pollice e l'indice della mano destra alza gli occhiali, e si stringe gli occhi per fermare le lacrime. Poi riprende: «Ho saputo dell'incidente ieri sera tardi da un amico. Non volevo crederci». Poi, con la testa china, se n'è andato. Sul palo del telefono dove la moto ha finito la sua corsa non ci sono segni evidenti, ma alla sua base c'è un piccolo bouquet di fiori gialli, bianchi e viola.

Lungo il fosso erboso ancora i segni di dove Francesco è caduto. Le auto passano e rallentano, alcuni guardano scuotendo la testa, altri si fanno il segno della croce. Una coppia di anziani parcheggia e scende dall'auto, rimanendo immobile davanti al mazzo di fiori. «Lo conoscevamo» dicono, e poi pregano.


IL CORDOGLIO
I messaggi di cordoglio si susseguono. Chi si rivolge ai familiari, chi ricorda Francesco sui social, chi sul proprio sito. Come il liceo Casagrande: «La perdita improvvisa di Francesco provoca in tutti noi il senso di un grande dolore. Quando una scuola vede morire un suo alunno perde un pezzo di sé, e noi adulti sentiamo la responsabilità di stare vicino ai nostri ragazzi - scrivono il dirigente Paolo Rigo e i docenti - Era uno studente educato e rispettoso con insegnanti e compagni, un ragazzo corretto, gentile ed elegante, davvero una bella persona: tutto questo rende il dolore del distacco ancora più acuto, il rimpianto più vivo, la nostalgia della sua presenza nelle nostre aule ancora più forte». Lo ricorda anche la Vigor, la squadra di basket del presidente Luca Tintinaglia in cui ha giocato il 17enne fino all'Under15: «La morte di un ragazzo di diciassette anni ci lascia inebetiti, increduli. Ognuno viene toccato nell'affetto, nel senso di impotenza che ci spinge a riflettere, a interrogarci, a ricercare un senso nella perdita. Una vita che si spegne troppo presto ci toglie un po' di futuro e di fiducia».

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