Incidente a Bergantino, morto Mattia Guarnieri. Il trevigiano Stefano Vitali al volante ubriaco su un'auto che sfrecciava ai 200 km/h: la procura di Rovigo chiede il processo

Giovedì 16 Marzo 2023 di Redazione web
Incidente a Bergantino, morto Mattia Guarnieri. Il trevigiano Stefano Vitali al volante ubriaco su un'auto che sfrecciava ai 200 km/h

ROVIGO - Ubriaco e a tutta velocità per le strade del centro di Bergantino, così il trevigiano Stefano Vitali ha provocato la morte del collega Mattia Guarnieri che era in auto con lui. Viaggiava come un missile in pieno centro abitato, a 200 chilometri all'ora e aveva anche alzato il gomito: ora dovrà rispondere del reato di omicidio stradale, con le pesanti aggravanti dell’eccessiva velocità e della guida in stato d’ebbrezza, Stefano Vitali, 28 anni, di Farra di Soligo (Treviso), il conducente dell’auto che, con una rovinosa uscita di strada nel rodigino, ha causato la morte dell’appena 35enne del posto, suo collega di lavoro, Mattia Guarnieri, passeggero della vettura.

Il tragico incidente: dalle indagini al processo fissato per l'8 giugno 

A conclusione delle rapide indagini preliminari sul tragico incidente stradale successo poco dopo le 23.30 del 2 agosto 2022 in via Garibaldi, tratto della Strada Provinciale 25, il Pubblico Ministero della Procura di Rovigo titolare del relativo procedimento penale, il dottor Andrea Bigiarini, con atto del 28 febbraio 2023, ha chiesto il rinvio a giudizio per il 28enne, iscritto da subito nel registro degli indagati, e, riscontrando la richiesta, il Gup del Tribunale rodigino, dottoressa Silvia Varotto, ha fissato per l’8 giugno 2023, alle 10, l’udienza preliminare di un processo dal quale i familiari di Guarnieri, affidatisi a Studio3A-Valore S.p.A., si aspettano giustizia per il loro caro.

L'incidente

Vitali stava procedendo sulla Sp 25 in direzione Melara-Bergantino alla guida di una potente Bmw 320 D nel quale erano trasportati anche Mattia, sul sedile del passeggero posteriore, e un coetaneo e amico d’infanzia di quest’ultimo, sul sedile del passeggero anteriore. Giunto al termine di una curva sinistrorsa, però, il conducente, per citare la richiesta di processo del Sostituto Procuratore, perdendo il controllo dell’auto “usciva dalla carreggiata per poi rientrare sulla stessa all’altezza del civico 782, dopo aver compiuto più ribaltamenti, provocando la morte di Guarnieri”: più nel drammatico dettaglio, come accertato dai carabinieri della compagnia di Castelmassa che hanno effettuato i rilievi, la macchina, fuoriuscita alla sua destra, ha percorso circa 180 metri tra il terreno e il fossato adiacente la sede stradale, girando più volte su se stessa, ha urtato contro un terrapieno ed è stata nuovamente proiettata verso la strada, dove ha finito la sua folle corsa, cappottata. Una serie di impatti tremendi in seguito ai quali Guarnieri ha riportato gravissimi politraumi che gli sono risultati fatali: i sanitari del Suem accorsi sul posto hanno tentato disperatamente di salvarlo, proseguendo a lungo le manovre rianimatorie, ma alle 0.53 del 3 agosto hanno dovuto dichiararne il decesso.

Si sono invece miracolosamente salvati gli altri due occupanti della vettura.

Il mancato controllo dell'auto e la guida in stato d'ebrezza

A Vitali il magistrato inquirente, sempre per citare il suo atto, imputa di aver causato il sinistro con conseguenze mortali per “colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nella circolazione stradale, nonché per colpa specifica consistita nella violazione degli articoli 141 commi 1, 2 e 3 e 186 del Codice della Strada”: in particolare, precisa il Pm, “nel compiere la manovra sopra indicata circolando a una velocità non adeguata alle caratteristiche della strada, in presenza di una curva, in ore notturne, nell’attraversamento di un centro abitato, non essendo in grado di conservare il controllo del veicolo e non compiendo in condizioni di sicurezza le manovre richieste dalla circolazione”. Il tutto pesantemente aggravato dalle circostanze, conclude il dottor Bigiarini, “di avere commesso il fatto procedendo in centro urbano ad una velocità pari a circa 200 km/h, superiore al doppio di quella consentita”, o meglio quattro volte tanto dato che il limite prescritto in quel tratto era ed è di 50 km/h, e di trovarsi “in condizioni di stato di ebbrezza conseguente all’abuso di sostanze alcoliche, con un tasso alcolemico rilevato all’accertamento di 0,72 g/l”. Lo Studio3A-Valore S.p.A., incaricato dalla famiglia della vittima, ha già ottenuto per loro l’integrale risarcimento dalla compagnia di assicurazione della macchina. Ora però, i congiunti della vittima si aspettano una risposta adeguata anche in sede penale.

Ultimo aggiornamento: 10:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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