«Scaltro, spregiudicato, rifiuta ogni colpa»: in dieci pagine il ritratto del bulgaro che ha travolto e ucciso le due cugine

Venerdì 4 Febbraio 2022
Dimetre Traykov, il bulgaro che ha causato l'incidente in A28
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PORDENONE - Scaltro, spregiudicato, incapace di affrontare con serietà e responsabilità le conseguenze della sua condotta. È così che nelle dieci pagine dell’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari, cesellate dopo ore e ore di analisi da parte del gip Giorgio Cozzarini, esce la figura di Dimetre Traykov, 61 anni, bulgaro con cittadinanza italiana, da una quindicina d’anni a Pordenone.

Il suo comportamento è stato analizzato dal momento della tragedia fino alla fuga agevolata da un possibile complice.

L’IMPATTO
Impressionante la ricostruzione dell’incidente da parte della Polstrada di Pordenone. L’urto del Land Rover Freelander è stato talmente violento che la Fiat Panda era quasi completamente deformata, soprattutto nel lato sinistro, dove c’erano le cugine Sara Rizzotto, alla guida, e Jessica Fragazzo. Rimasta senza uno pneumatico, la macchina ha continuato la corsa incidendo l’asfalto con il cerchione e poi sbattendo contro il guard rail: si è fermata a 125 metri dal punto di impatto. Il Suv di Traykov, dopo aver urtato anche la Fiat 500 del papà di Jessica, ha proseguito oltre e si è cappottato. Si è fermato a 225 metri dall’incidente. Poliziotti e vigili del fuoco credevano che il conducente fosse stato sbalzato all’esterno, lo hanno cercato inutilmente illuminando con i fari l’A28. Poi, rovistando nel Suv, hanno trovato tre telefonini, una ricetta medica e il bollettino di una sanzione amministrativa pagata da Traykov. In quel momento un cellulare ha squillato: era il proprietario della macchina.

LA FUGA
Passati 15 minuti, è arrivata un’addetta di Autovie. Ha notato Traykov camminare contromano camminando, lo ha chiamato inutilmente, lui ha attraversato la strada, scavalcato il guard rail della corsia d’emergenza ruzzolando a terra e poi senza badarla ha oltrepassato la rete di recinzione. Il gip condivide il sospetto degli inquirenti, cioè che l’imprenditore si sia fatto venire a prendere da qualcuno per tornare a casa, del resto a Villotta, a pochi chilometri di distanza, c’è la sede italiana della sua azienda. «Non ha affrontato con serietà e responsabilità la sua condotta», scrive il giudice sottolineando la scaltrezza con cui ha agito, in contrasto con un eventuale stato di choc. Una condotta che «pare quella di qualcuno che rifiuta anche solo l’idea di dover rispondere delle sue azioni».

L’UBRIACHEZZA
Fin qui il pericolo di fuga. In quanto alle esigenze cautelari legate alla reiterazione del reato, le considerazioni sono totalmente negative. E la condanna per guida in stato di ebbrezza, inflitta nel 1998, racconta di un uomo che nonostante abbia già provocato un incidente stradale con soli danni, mettendosi alla guida con un tasso alcolemico pari a 2,38 grammi/litri, anche domenica sera avrebbe abusato di alcolici. Secondo il giudice, inoltre, il bicchiere di vino che ha bevuto appena tornato a casa domenica sera alle 21.30, nell’arco di 20 minuti non avrebbe fatto schizzare i valori a 1,51 e, dopo otto minuti, a 1,33. Il timore del giudice, di fronte a condotte così «radicate» e a una personalità «spregiudicata», è che anche gli fosse ritirata la patente di guida, Traykov potrebbe di nuovo mettersi al volante di una macchina e diventare pericoloso per gli altri utenti della strada. Gli altri due patteggiamenti per riciclaggio e resistenza, per i quali il 61enne ha ottenuto la riabilitazione dal Tribunale di sorveglianza di Trieste, hanno poi contribuito a definire una personalità propensa alla devianza.

LE ACCUSE
Secondo il gip, i domiciliari non sono sproporzionati rispetto alla tragedia in A28 perché contengono sia il pericolo di fuga che di reiterazione del reato. Ha invece ritoccato i titoli di reato in relazione alle aggravanti, perché era stata contestata quella prevista per gli autotrasportatori, circostanza che prevede una cornice edittale più bassa, che come specifica la difesa partirebbe da un minino di 5 anni di reclusione.
 

Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 10:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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