Cugine morte in A28, la mamma di Sara: «Dopo 20 anni ci stavamo riavvicinando, quell'uomo deve pagare»

Mercoledì 2 Febbraio 2022 di Maria Elena Pattaro
Stfania Di Grazia, la mamma di Sara Rizzotto, la 26enne morta in un incidente in A28
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CONEGLIANO «Lotterò fino alla fine perché mia figlia abbia giustizia. Le mie nipotine sono rimaste senza madre: voglio conoscerle e battermi anche per loro». A parlare è Stefania Di Grazia, a cui il pirata della A28 ha strappato la figlia Sara Rizzotto, 26 anni, proprio adesso che si stavano riavvicinando. Dopo vent’anni di lontananza. «Ci tenevamo in contatto via Messenger, aspettavo il momento in cui Sara sarebbe stata pronta per vederci di persona». Un incontro che il destino purtroppo ha reso impossibile: potrà salutarla soltanto il giorno del funerale. «Quell’assassino me l’ha ammazzata. Deve pagare per quello che ha fatto: si merita l’ergastolo» - tuona la donna, che ora abita a Padova ed è pronta a costituirsi parte civile nel futuro processo a carico di Dimitre Traykos, il 61enne bulgaro accusato di omicidio stradale pluriaggravato commesso in stato di ebbrezza. «Voglio farlo per il danno fatto alle mie nipotine» - spiegava ieri pomeriggio dallo studio del suo avvocato Luca Motta del foro di Padova.

Quelle due bimbe, di 4 mesi e 2 anni e mezzo, finora le ha viste soltanto in foto. Fantasticava sul giorno in cui Sara gliele avrebbe presentate. Ora che sua figlia è morta tragicamente chiede di poterle vedere. 


LEGAMI DA RICOSTRUIRE

Il dolore sta riallacciando legami familiari che si erano sfilacciati se non addirittura spezzati. A partire da quello di Stefania con l’ex marito Luca Rizzotto, il papà di Sara. «L’ho chiamato ieri, non ci sentivamo da anni. Questa tragedia ci ha straziati». E’ stato papà Luca lui a crescere Sara con l’aiuto dei nonni, nell’appartamento di via Vital, a Conegliano. La bimba aveva 2 anni o poco più e nella nonna Loredana ha trovato una figura materna di riferimento. «Ho ricordi bellissimi della mia maternità e dei primi anni di Sara. L’ho partorita a 17 anni» - racconta la madre, ripensando a quel giorno di 26 anni fa in cui lei, in abito bianco la stringeva fra le braccia. Era il giorno del suo matrimonio e la piccola aveva 8 mesi. Poi qualcosa si è incrinato nel rapporti di coppia e familiari. Le strade si Stefania e Luca si sono separate. La piccola è rimasta a vivere col padre e i nonni. «L’hanno cresciuta bene e di questo li ringrazio. Sara è diventata una persona solare, una brava mamma e una brava lavoratrice. Era una persona stupenda». L’assenza, la lontananza non hanno intaccato «il bene che le ho sempre voluto» - dice Stefania. 


CONTATTI VIRTUALI

Dopo anni di silenzio, qualche anno fa era ripreso il dialogo. Un contatto virtuale, intanto, fatto di domande e risposte, racconti di vita e fotografie. Sara stava facendo carriera nell’ambito sanitario: la laurea con 110 e lode in assistenza sanitaria, il master in medicina del lavoro e l’assunzione all’Ulss 2. Ha lavorato prima nel Sisp, il Servizio di igiene e sanità pubblica al distretto di via Galvani a Conegliano, allo Spisal di Treviso e poi di nuovo al Sisp. La pandemia l’aveva vista impegnata in prima linea tra i centro tamponi e centri vaccinali della Marca, a partire da quello di Godega di Sant’Urbano. Ai traguardi lavorativi si era aggiunto l’orgoglio di aver dato alla luce du bimbe. Ma il conto con il passato era rimasto aperto e voleva mettere insieme i tasselli del puzzle. La madre era uno di questi, soprattutto da quando anche lei aveva sperimentato la gioia di diventare mamma. «Ci tenevamo in contatto via Messenger. Mi chiedeva del nostro rapporto, dei trascorsi». Parlavano dei loro figli: Sara delle sue bambine, Stefania di quelli nati da altre relazioni. «Le ho scritto quando ha avuto l’ultima bimba e quando ha compiuto gli anni, a novembre. L’ultimo messaggio è di un mesetto fa» - racconta Stefania. Un tragico destino gliel’ha strappata prima che potesse riabbracciarla. «Non si meritava quello che è successo. Voglio ricordarla come una persona piena di vita. E’ uno strazio. E sono vicina ai miei ex cognati: anche loro hanno perso una figlia. Chi le ha uccise merita l’ergastolo». 

Ultimo aggiornamento: 3 Febbraio, 08:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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