Abusa per 10 anni della figlia della compagna: operaio 50enne indagato per stupro

Mercoledì 24 Ottobre 2018 di Denis Barea
Gli abusi sessuali sono continuati per 10 lunghi anni
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 Dieci anni di molestie e abusi, dieci anni di violenza fisica ma anche psicologica, un condizionamento talmente pervasivo da indurre la vittima a chiudersi nel silenzio di cui l’orco ha approfittato fino a quando a potuto. Poi la verità è venuta a galla in tutta la sua drammaticità. È la storia di una ragazza, oggi maggiorenne, che sarebbe stata abusata dal compagno della madre da quando aveva 7 anni fino al compimento dei 17. Un decennio in cui la vita è stata un inferno dentro a quella casa dove l’uomo, un operaio 50enne residente nel capoluogo, l’ha violata nel corpo e nell’anima lasciando ricordi tremendi che sono ferite profonde difficili da rimarginare.
 
La scorsa settimana, davanti al gip Gianluigi Zulian, c’è stato l’incidente probatorio in cui la giovane ha ripetuto le sue accuse contro l’uomo che viveva insieme a lei e alla madre. Una storia angosciante che sarebbe iniziata quando la vittima aveva solo 7 anni. È allora che il nuovo compagno della madre, con cui la donna aveva deciso di andare a convivere, inizia a tormentarla. All’inizio le morbosità si sarebbero manifestate con toccamenti occasionali. Poi, nel tempo, gli abusi sarebbero diventati più frequenti, quasi quotidiani e sempre più indecenti. Le mani di lui addosso a lei, la ragazza invitata a toccare l’uomo, i primi contatti di natura erotica nel vero senso della parola. La bambina cresce e diventa una adolescente, dentro di lei c’è seppellito il segreto di quelle attenzioni perverse da parte dell’uomo, situazioni che lei fatica a comprendere. Si fidava del 50enne, era l’uomo della mamma, con lui aveva sempre avuto un buon rapporto malgrado il clima in casa spesso deteriorasse, tanto che i due adulti a più riprese si erano lasciati. Lasciati ma anche ripresi. E ogni volta che lui rimetteva piede in casa ricominciavano le attenzioni sessuali, fino agli agguati sessuali che l’uomo avrebbe teso alla ragazzina, convinta a consumare, per anni, anche rapporti completi. Forse spaventata, probabilmente in uno stato di vera e propria soggezione, lei continua a tacere e la vita della “famiglia” sembra scorrere normalmente, salvo il fatto che il 50enne, non appena si trova da solo con la figlia della compagna, non si trattiene: la la insidia, la molesta, la violenta.
La verità irrompe solo verso la fine del 2017. La ragazza si sottopone ad alcuni accertamenti medici e quella diventa l’occasione in cui, per la prima volta, trova la forza e il coraggio di confidarsi con la madre. «Lui mi ha fatto fare sesso». Per la mamma è un colpo da cui fatica a riprendersi, la sofferenza per quella figlia abusata da quando aveva sette anni è straziante. Quando la ragazza svela l’abominio a cui è stata obbligata la donna e il compagno si sono lasciati per l’ennesima volta. Siamo nel gennaio di quest’anno: la mamma si rivolge all’avvocato Alessandra Nava e parte la denuncia. Ad indagare il 50enne per violenza sessuale su minore è il sostituto procuratore Anna Andreatta. Dentro al fascicolo le dichiarazioni che la ragazza ha reso nella denuncia ma il pubblico ministero decide di “cristallizzare” quella testimonianza chiedendo al gip un incidente probatorio. La deposizione della ragazza, oggi una giovane donna pienamente consapevole di quello che è successo e di quello che le è stato fatto da quell’uomo che avrebbe dovuto proteggere e invece le ha rubato la spensieratezza a cui avrebbe avuto diritto, è sofferta ma anche coraggiosa. Nei confronti del 50enne non è stata emessa nessuna misura cautelare. La ragazza invece sta affrontando un percorso di sostegno psicologico per provare a mettersi tutto alle spalle.
 
Ultimo aggiornamento: 08:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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