BORSO DEL GRAPPA - Marca a fuoco tra sabato e domenica. Un vasto incendio è scoppiato sabato, alle 16, in borgo Val Rossa, a Campocroce, frazione di Borso del Grappa. Il fuoco è partito in prossimità di un gruppo di seconde case che, però, non hanno riportato danni. Immediato l’intervento dei Vigili del fuoco, che hanno operato insieme ai volontari della Protezione civile e dell’Avab per arginare le fiamme ed impedire che tutto il massiccio del Grappa diventasse un’unica, enorme, torcia. Il rischio c’è stato. La siccità di quest’ultimo periodo e il vento da est ha portato le fiamme a risalire la vallata, verso nord. «Fortunatamente grazie al lavoro straordinario e alla dimostrazione di efficienza ad altissimo livello di pompieri e volontari è stato scongiurato il pericolo che l’incendio coinvolgesse gran parte del massiccio del Grappa - racconta il sindaco Flavio Domenico Dall’Agnol - Il fuoco si è sviluppato con una velocità impressionante lungo il canalone.
L’ELICOTTERO
Sospeso il volo libero fino alle 10 di ieri mattina. Dopo il lavoro di spegnimento dei pompieri durato fino a notte inoltrata, ieri mattina si è levato in volo l’elicottero del Dipartimento incendi boschivi che ha controllato dall’alto l’area bruciata, 5mila metri quadrati circa, per verificare se ci fossero piccoli focolai ancora accesi e per spargere ancora acqua. I deltaplanisti avrebbero, dunque, creato un pericolo aggiuntivo inutile che è stato scongiurato semplicemente sospendendo il volo libero per la mattinata. «Voglio pensare che l’incendio non sia di origine dolosa quanto, piuttosto, sia stato causato da una disattenzione bonaria che la siccità e il vento di sabato hanno trasformato in un mega incendio - dice il sindaco - Sarebbe bastata la grigliata fatta in una delle case della borgata, qualche favilla portata dal vento che ieri, sul Grappa soffiava a 25 chilometri all’ora. Ed ecco scatenarsi l’inferno. Per fortuna, Vigili del fuoco e volontari hanno lavorato anche con il buio, in un posto impervio, per scongiurare il peggio». E consiglia a chi vive la montagna, “di continuare a farlo nel rispetto dell’ambiente, evitando l’accensione dei fuochi anche alimentari”. La nota positiva? La spiega Dall’Agnol: «C’erano faggi, ma se ci fossero state le conifere le fiamme sarebbero divampate in modo incontrollato. Purtroppo nel Grappa l’uomo ha piantato intere zone a conifere, sbagliando perchè l’ambiente è da faggeto. Spero, comunque, che le piante ad alto fusto aggredite dalle fiamme, che hanno 40-50 anni, riescano a sopravvivere e germoglino appena arriverà l’acqua». L’incendio non ha provocato danni ad abitazioni o persone ma grandi sono i danni ambientali, faunistici e florovivaistici. «I sopralluoghi continueranno nei prossimi giorni e soltanto allora ne quantificheremo l’entità» conclude il sindaco.
IL PRECEDENTE
L’estrema siccità aveva già causato dei danni anche a metà febbraio sopra Vittorio Veneto. Le fiamme si erano alimentate nella zona di San Lorenzo partendo dalle sterpaglie ma intaccando poi anche alberi di alto fusto. Il fronte limitato e la provvidenziale tempistica dell’allarme che ha consentito ai vigili del fuoco un intervento in tempi brevi, aveva limitato i danni a un appezzamento contenuto e distante dalle abitazioni. Ma era stato il primo segnale. Ora la situazione è molto più delicata.