Pane nordico a Casier, l'idea del 29enne Matteo e la sua attività casalinga come una volta ma con gli ordini via social

Martedì 18 Ottobre 2022 di Giulio Mondin
Pane nordico, l'idea di Matteo Campeotto

CASIER (TREVISO) - Un pane nordico a Casier. L'ha creato il non ancora 29enne Matteo Campeotto, una laurea a Ca' Foscari in inglese e svedese e l'animo da giramondo. Quello che l'ha portato in pochissimo tempo ad accumulare esperienze in Australia, paese di nascita della mamma, ma soprattutto Danimarca, dove la sua passione per il Nord si è felicemente sposata con quella per il pane. Fino ad allestire, una volta tornato nella Marca, una piccola ma già conosciuta attività casalinga.

L'idea del pane nordico: ecco come nasce

«Mi è sempre piaciuto stare in cucina, tanto che dopo le medie avrei voluto fare l'alberghiero, poi però mi sono iscritto allo scientifico spiega Matteo, che è nato e vissuto a Cornuda fino ai vent'anni all'università ho avuto la possibilità di andare all'estero alimentando la passione per il nord Europa, la sua natura e cultura. Sapevo già che, terminati gli studi, non avrei mai lavorato in ufficio. Viaggiando molto sono stato attratto dal cibo che si mangia fuori dall'Italia. Poi sono andato in Australia a vedere la terra dei miei nonni, lì mi sono avvicinato al mondo del caffè di qualità». Nel 2019 la prima svolta. Matteo torna in Australia proprio per fare esperienza in caffetteria, ma il Covid per un po' ne tarpa le ali. Come tanti decide di impiegare il molto tempo a disposizione facendo pane. «C'era una bakery vicino a casa, ho comprato lievito madre e farina ed ho iniziato ad impastare.

Poi sono riuscito a rientrare in Italia ed ho capito quale era la mia strada. Però nessuno rispondeva ai miei curricula, così mi sono rivolto all'estero. Fino a quando Buco, una bakery di Copenaghen, mi ha offerto uno stage pagato di 6 mesi».

La genesi del pane, Mjol

Lassù Matteo scopre un mondo nuovo, nel quale vengono usate rigorosamente materie prime locali e naturali e dove c'è la possibilità di fare il panettiere a livello professionale, apprendendo anche le tecniche per produrre i lievitati. A fine 2021 il nuovo approdo nella Marca, con la ferma idea di aprire un'attività a domicilio. «Un'amica che aveva già fatto il percorso mi ha dato le informazioni giuste. Non è stato facile, anche se devo dire che l'Uls di Treviso è stata molto disponibile e ricettiva. Ho comprato un forno apposito da poter usare a casa e, una volta avute tutte le autorizzazioni, sono partito». E' così nata Mjol, un nome che in danese significa farina. Un'attività che in pochi mesi ha portato Matteo Campeotto a produrre di 90-100 chili di pane a settimana. Pane nordico, s'intende. «Lo chiamo così sia per l'esperienza personale avuta, che per il gusto di voler valorizzare quello che offre il territorio. Uso farine al 100% venete, il molino è di Rossano Veneto. Sono materiali poco raffinati, freschi, nei quali l'aroma del grano è mantenuto, a cui aggiungo lievito madre vivo. La lievitazione dura almeno 24 ore. Il risultato è un pane più digeribile e che si conserva a lungo, fino a sette giorni. Ci sono varie tipologie, come la segale, il farro, oppure l'integrale. A volte i pani vengono arricchiti con cannella, formaggi come l'Asiago, peperoncino, o altre spezie».

I clienti

Un riscontro quasi inaspettato per lui, tenuto conto che le ordinazioni avvengono su Whatsapp e la pubblicità è veicolata solo attraverso i social. La clientela, in crescita, mostra di apprezzare molto questa nuova modalità di consumare un alimento prezioso quale il pane. «La gente vuole prodotti di qualità. Cerco di aggiungere sempre cose nuove, anche se occupandomi di tutto è un lavoro impegnativo. Ma sono contento ed ho già nel mirino l'apertura di una bakery. L'obiettivo conclude Matteo Campeotto è quello di unire caffè e sfogliati di qualità».

 

Ultimo aggiornamento: 19 Ottobre, 07:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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