A Treviso le opere dell'imprenditore Mauro Cazzaro arrestato per tangenti. Quel Bosco verticale tra idillio e veleni

Martedì 24 Gennaio 2023 di Paolo Calia
A Treviso le opere dell'imprenditore Mauro Cazzaro arrestato per tangneti

TREVISO - «Io su Mauro ci metto la mano sul fuoco. Lo conosco da tantissimo tempo, lui e mio fratello sono anche stati compagni di classe. È un grandissimo professionista guidato da un'etica esemplare». Paolo Camolei, ex assessore all'Urbanistica della giunta Manildo, stenta a crederci. Quando la notizia dell'arresto di Mauro Cazzaro inizia a girare per lui è come un fulmine a ciel sereno. Oltre all'amicizia che influisce di certo sui rapporti, Camolei e Cazzaro si sono confrontati anche in veste di amministratore l'uno e imprenditore l'altro. Con la giunta Manildo è infatti stato gettato il primo seme del progetto del Bosco verticale, il grande recupero urbanistico in riva alla Restera progettato dall'archistar Stefano Boeri, realizzato dalla Cazzaro Costruzioni in mezzo a un nugolo di polemiche e accuse corredate da una battaglia legale conclusasi con un ricorso al Consiglio di Stato. Premessa: la vicenda del Bosco verticale e la bufera scoppiata a Santa Maria di Sala per la costruzione della casa di riposo finita nel mirino della Procura e dei carabinieri, non c'entra nulla. Nelle oltre duecento pagine dell'ordinanza Treviso non viene mai menzionata, nemmeno accennata. È il nome di Mauro Cazzaro che attira, imprenditore padovano che a Treviso ha lavorato, e continua a lavorare, tantissimo.

E la vicenda del Bosco Verticale ha agitato la cronaca degli ultimi anni.

Le prime scintille sul Bosco verticale

«Proprio quando abbiamo iniziato a parlare del Bosco verticale - ricorda Camolei - ho potuto toccare con mano per l'ennesima volta la grande professionalità di Mauro. Un comportamento irreprensibile. Anche in quell'occasione ha dato grande dimostrazione della sua etica. Spero che tutto venga chiarito al più presto, lo spero per lui e per la sua famiglia. Ho fiducia in chi sta portando avanti le indagini. Io, per quanto mi riguarda, su Mauro non posso proprio dire nulla». All'epoca, nel 2020, qualcosa da ridire sul Bosco Verticale ce l'avevano invece i vertici dell'immobiliare Mts, che avevano realizzato un complesso edilizio proprio su un terreno confinante con quello dove sono poi sorti i tre grandi e avveniristici immobili pensati da Boeri. Due le accuse principali. La prima: il nuovo complesso avrebbe precluso il raggiungimento della Restera ai residenti degli appartamenti di Mts. La seconda, quella principale: le altezze concesse al progetto di Boeri, secondo Mts, erano eccessive. Da qui è scoppiata una battaglia legale senza esclusione di colpi che, ben presto, ha interessato anche la politica cittadina.

Il duello

Mts ha prima messo nel mirino Ca' Sugana chiedendole di ritirare i permessi edilizi concessi a Cazzaro in quanto avrebbero violato le norme urbanistiche. Il tutto corredato da un robusto fascicolo in cui venivano riassunte tutte le presunte infrazioni. La questione dell'altezza spiccava su tutto. Ca' Sugana non ritirò niente e quindi la palla passò al Tar con la richiesta di Mts di abbattere quanto già costruito del Bosco Verticale, nel 2019 i lavori erano praticamente già ultimati, perché abbassavano il valore dei propri immobili. In prima istanza il Tar ha ammesso che qualche dubbio c'era. Ma, a fine ottobre 2021, il Consiglio di Stato ha fatto chiarezza respingendo ogni ricorso e ribadendo che, dopo la costruzione del Bosco verticale, il compendio immobiliare di proprietà della società Mts non ha subito alcuna diminuzione del proprio valore commerciale.

 

Ultimo aggiornamento: 25 Gennaio, 09:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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