Asia, la pantera che guida le ragazze dell'Imoco: il piano, Freddy Mercury e il sostegno alle donne polacche che si battono per il diritto all'aborto

Mercoledì 4 Novembre 2020 di Maria Scarogni
Asia, la pantera che guida le ragazze dell'Imoco: il piano, Freddy Mercury e il sostegno alle donne polacche che si battono per il diritto all'aborto
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CONEGLIANO Asia mani di fata Wolosz, regista e capitana dell'Imoco Volley, sta per sottoporsi al trucco per lo shooting del calendario 2020-2021.

Alla sua quinta stagione nella squadra trevigiana, l'italiano ormai lo conosce bene e si presta alle domande con gentilezza e anche con un pizzico di divertimento, lo stesso che le vediamo in campo dopo un'azione ben riuscita, o particolarmente rocambolesca.


Asia, questo non è sicuramente il tuo primo servizio fotografico. Ce n'è stato qualcuno particolarmente divertente negli anni?
Mi è piaciuto tanto il calendario che abbiamo fatto insieme con il motivo dei fiori, mi pare due anni fa. È stato proprio bello, anche come esperienza visto che per noi atlete si tratta di fare sempre shooting a tema sportivo. Invece in quell'occasione credo che ognuna si sia sentita valorizzata anche come donna.


Dopo cinque stagioni all'Imoco, ti rimane ancora qualcosa da vedere di Conegliano e dintorni?
Sto ancora esplorando, ma i miei posti preferiti li ho già individuati: mi piace tanto andare a Valdobbiadene e fare una passeggiata sulle colline o al Lago di Santa Croce, che adoro.


Girando l'Italia ti sei spinta anche verso sud?
Non ancora, ma mi incuriosisce molto e spero di avere tempo di andarci. Volevo fare qualcosa quest'estate ma purtroppo non ci si poteva muovere.


Invece il tuo paese d'origine com'è?
Elblag è una cittadina abbastanza grande. Si trova a un'ora da Danzica, che è una bella città, vicino al mare. È molto diversa da tutto quello che posso trovare in Italia.


Come descriveresti una Asia Wolosz da piccola?
Sempre in movimento. Anche i miei genitori mi raccontano che non stavo mai ferma, dovevo sempre essere in attività e ho sempre fatto confusione. Sono la più piccola della famiglia, tra mio fratello e mia sorella più grandi e quando qualcosa in casa si rompeva era sempre colpa mia.


Ed era vero?
A volte sì, a volte no (ride).
Ci è giunta voce che in quarantena hai iniziato a suonare il piano. Come procede?
Sto continuando a provare. Quando ho tempo, anche per staccare la testa dalla pallavolo e dal resto. Non sono Chopin, ma mi serve per passare il tempo ed è qualcosa di nuovo, che non ho mai fatto e mi piace anche se non sono brava.


Se potessi viaggiare nel tempo, chi vorresti incontrare?
Freddy Mercury!


Wow. Come mai?
Circa dieci anni fa ho iniziato a essere veramente fissata, ho tutti i dvd dei concerti, ho letto qualche biografia e mi piacciono i Queen come band, adoro la loro musica e credo che ci fosse da divertirsi con un uomo così. Forse anche troppo. Sì, credo andrei negli anni '80.


Nella tua vita pallavolistica, ma anche a livello personale, puoi individuare un momento di svolta?
Credo che dopo la prima esperienza in Italia a Busto, quando sono tornata in Polonia, dopo aver trascorso un anno lì ho scoperto cosa volevo fare, anche come pallavolista. Mi sono detta che dovevo tornare assolutamente in Italia per diventare una giocatrice migliore. E lì secondo me sono cambiata tanto anche come persona, forse ho meno paura di fare quello che sento. Sono anche più grande ora e credo che anche con l'età arrivino queste cose.


A proposito, credo di avere ancora una tipica foto da fan di quando giocavi a Busto, ancora con i capelli cortissimi.
Oh mamma mia.


Li taglieresti di nuovo?
No. Mai, per carità.


C'è qualcuno che consideri il tuo idolo?
Ho sempre risposto nominando qualche persona legata al mondo della pallavolo, visto che seguo tanto lo sport da quando sono piccola. Però in realtà non ce n'è una sola, a me piace prendere qualcosa di ogni persona che incontro in generale. Dai miei genitori, da qualche giocatore che mi piace. Ma non ho un idolo, voglio imparare da tutti.


E di te stessa, quali reputi i punti forti e quali le debolezze?
È sempre difficile parlare di se stessi. Non so se sia un mio punto di forza, ma sto provando a essere sempre positiva e penso che le persone riescano a vederlo in me. Invece credo che una mia debolezza sia che ogni tanto ripongo troppa fiducia nelle persone.


In Polonia proseguono le proteste contro le restrizioni al diritto di abortire. Può essere un passo importante perché voci finora inascoltate possano trovare un loro spazio?
Lo spero. Secondo me quello che hanno fatto le donne la settimana scorsa in Polonia è qualcosa di incredibile. Leggo ogni giorno cosa succede, che la gente è in questo momento per strada che protesta e questo mi dà forza. Mi vengono perfino i brividi, perché non era mai accaduto qualcosa di simile. Spero che finalmente qualcuno ci ascolti, perché quello che il nostro governo e il Tribunale hanno fatto, modificando le nostre leggi, non va bene. E non è solo la questione dell'aborto, una decisione credo difficilissima per qualsiasi donna, ma anche il fatto che la donna possa avere una scelta. Se non dovesse cambiare nulla, rimarremmo senza una voce. Sono vicina a tutte le donne e orgogliosa di quanto stanno facendo.


La pallavolo è costretta a reinventarsi e a ripensarsi a causa della pandemia. Ci può essere qualcosa di positivo che emerge da tutto questo?
Forse sì. È da sei mesi che viviamo tutti in un mondo strano e ci stiamo abituando. Basta guardare la partita contro Cuneo, dove si sono presentate solo in otto, ma è stato comunque bello poter giocare. Se si fermano le gare, poi è ancora più difficile ricominciare. Credo però che tutti noi abbiamo iniziato ad avere più rispetto di tutto. Spero che questo momento di crisi ci serva a imparare veramente a farlo.


Cosa ti fa più paura del Covid?
Noi abbiamo la fortuna di abitare tutte nello stesso palazzo e con la squadra possiamo andare a fare allenamento. Ma mi spaventa che con il distanziamento le persone si allontanino una dall'altra, tenendo a distanza anche gli amici. Mi fa paura anche la prospettiva di non trovare un vaccino.


Di cosa senti di più la mancanza a causa della pandemia?
Tante cose, ma anche semplicemente andare al ristorante o al bar con gli amici e non vedere solo gli occhi delle persone, che certo sono belli e possono dirti tutto, ma mi manca vedere anche i sorrisi, il volto, l'espressività.


L'amica del cuore in casa Imoco?
Tutte, davvero. Non saprei e non potrei scegliere.

Ultimo aggiornamento: 10:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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