Imam violento, i bimbi impauriti, i lividi e la fatica a respirare

Venerdì 12 Luglio 2019
Imam violento, i bimbi impauriti, i lividi e la fatica a respirare
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PIEVE DI SOLIGO (TREVISO) - Rafsan (il nome è di fantasia per non rendere identificabile la vittima) ha 9 anni e frequenta la terza elementare a Pieve di Soligo. A scuola lo avevano conosciuto come un bimbo allegro, curioso, con un carattere solare. Ad un certo punto però le maestre lo hanno visto cambiare: Rafsan diventa cupo, lamenta dolori al petto, spesso ha difficoltà respiratorie ma soprattutto le sue gambe sono coperte di lividi. Di quei segni e della sua sofferenza i genitori non dicono nulla alle insegnanti che cercano chiarimenti. Ma la terribile verità alla fine verrà fuori e sarà Rafsan stesso a raccontarla: «Il maestro di religione mi picchia» si confida a scuola. Quelle botte sono i crudeli metodi correttivi che Omar Faruk utilizzava durante le lezioni coraniche. Ma Rafsan non  è l'unico ad aver svelato i segreti della moschea di Pieve di Soligo e davanti agli occhi delle maestre quello che prende forma è un puzzle dell'orrore. 
LE SEGNALAZIONI«Il bambino aveva dei lividi molto evidenti sul corpo - scriveranno sulla denuncia esposto presentata in Procura a maggio - si lamentava di dolori alle gambe e al petto, in classe capitava che facesse molta difficoltà a respirare. Quando abbiamo chiesto le cause di quegli ematomi ci ha raccontato che il maestro del centro islamico lo picchiava con schiaffi ma anche bastonate». Rafsan viene affidato a Faruk fino a tarda sera e l'imam lo punisce non solo picchiandolo ma anche privandolo del cibo. «Il bambino - diranno agli investigatori le maestre che hanno raccolto le confidenze del bambino - ha raccontato di aver bevuto un solo bicchiere d'acqua in tutto un pomeriggio e una sera e di aver mangiato solamente due biscotti». L'incubo di Rafsan trova riscontro nelle testimonianze di altri bambini della stessa scuola, tutti mandati dai genitori a imparare il Corano da Omar Faruk. Come Yamina (anche questo non è il vero nome) che ha nove anni e anche lei ha frequentato i corsi dell'imam. «Avevo visto i lividi sul suo corpo - racconta una delle maestre della bambina - ma non potevo immaginare che potessero essere stati causati dalle botte. Poi però ci ha spiegato di aver subito punizioni a base di percosse da parte del maestro di religione e sempre perché non aveva imparato a memoria alcuni passi delle scritture». «Non capisco, non parlo bene l'italiano» è stata la risposta dei genitori della bambina quando la maestra ha chiesto conto dei lividi e soprattutto degli sconvolgenti racconti della piccola. E' il muro di omertà alzato dalle famiglie delle vittime, alcune di soli 5 anni, quello che il gip di Treviso definisce atteggiamento negazionista ai limiti del favoreggiamento. 
INCREDULIDe resto ieri, incontrati davanti alle porte della moschea di via Schittari, alcuni genitori di bambini che frequentano le lezioni coraniche hanno difeso a spada tratta Omar Faruk. «Anche i nostri figli vanno al centro ma non hanno mai visto nulla e non sono mai tornati con dei lividi» dicono. E i racconti dei bambini? Ai loro figli, spiegano, non bisogna credere. «Conosciamo bene Omar Faruk - risponde una mamma bengalese - è una brava persona. A scuola un bambino aveva mal di pancia e un altro ha detto che era colpa delle botte date dall'imam. Ma non è vero». Violente invece le reazioni di molti cittadini di Pieve di Soligo e dei residenti della zona: «I bambini non si toccano in nessun caso - dice un residente di via Schittari -, se è colpevole va cacciato all'istante».
De.Bar

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