Il promotore di Credit Suisse tradito
dagli assegni di Gabriella Zoppas

Sabato 26 Novembre 2011 di Paolo Calia
La sede di Credit Suisse a Treviso, dove lavorava Daniele Vidotto
TREVISO - La storia di Daniele Vidotto, il promotore di Credit Suisse accusato di aver fatto sparire almeno sei milioni di euro, sta tutta nella richiesta di sequestro conservativo depositata dai legali di Credit Suisse nella cancelleria del tribunale di Treviso. Scorrendo le pagine emergono intrallazzi di ogni tipo. Ci sono le somme sottratte dai conti correnti dei suoi clienti e gli scopi per cui venivano utilizzate: pagarsi la ristrutturazione della casa o gli arredi del bagno.



E poi si parla di 29 milioni di euro "finti", patrimonio che i clienti del promotore pensavano di avere e che venivano utilizzati per operazioni poi rivelatesi inesistenti. E ci sono anche i clienti fantasma: persone convinte di avere il conto in Credit Suisse ma che in realtà in banca nessuno ha mai visto. Una storia incredibile, una truffa colossale.



CAMPANELLO D'ALLARME - Tutto inizia il 15 settembre. Vidotto presenta alla filiale trevigiana di Credit Suisse una richiesta di emissione di tre assegni circolari da 50mila euro ciascuno firmati da una personaggio illustre, una delle punte di diamante del suo portafoglio clienti: Gabriella Zoppas, esponente di spicco della famiglia di industriali coneglianesi. Destinatario di questi complessivi 150mila euro è, guarda caso, la ditta che sta ristrutturando proprio la casa di Vidotto in Pescheria. Credit Suisse si accorge dell'anomalia e fa una verifica. Contatta la signora Zoppas per chiedere conferma dell'operazione. Gabriella Zoppas cade dalle nuvole. Per Vidotto iniziano i guai.



L'INCHIESTA INTERNA - Il giorno dopo, il 16 settembre, piombano a Treviso da Milano tre dirigenti di Credit Suisse. Convocano Vidotto e gli chiedono conto di quella strana transazione. Il promotore non ci prova nemmeno a negare.



LA CONFESSIONE - Vidotto ammette di aver prelevato delle somme dal patrimonio di alcuni suoi clienti a partire dall'aprile 2010. Parla di circa due milioni e ottocentomila euro. Due le sue "vittime" principali: Gabriella Zoppas a cui avrebbe sottratto due milioni e seicentomila euro, e la sorella Renata, dal cui conto avrebbe prelevato a sua insaputa 200mila euro. Si scoprirà poi che non sono le sole truffate. L’istituto di credito spiega anche le modalità del grande inganno: Vidotto utilizzava «moduli per la richiesta di emissione» (bonifici) e assegni circolari. Il promotore avrebbe effettuato il primo prelievo illecito proprio ad aprile 2010: 45mila euro prelevati dal conto di Gabriella Zoppas e dati a un suo conoscente.



I MILLE RIVOLI - Amici bisognosi di aiuto, piccole e grandi spese personali, debiti da appianare, investimenti immobiliari, rintuzzare perdite subite da altri suoi clienti: questi i variegati usi che Vidotto faceva delle somme sottratte. Un panorama molto vasto in cui spicca un meccanismo tipico in questo genere di truffe: ripianare con i soldi di un cliente le perdite di un altro, coprendo così operazioni poco chiare fatte sempre tenendo all'oscuro gli intestatari dei vari conti. E poi le spese personali. Un esempio: 23mila euro, sottratti dal conto di Renata Zoppas e girati a una ditta «per pagare arredi per il bagno dell'abitazione del promotore», come si legge nei documenti. Ma l'elenco è lungo.



PRESTANOME - Un operaio risulta aver incassato tramite Vidotto 375mila euro «con relativi assegni, modulo di ricevuta e nota informativa (false, ndr) inviata dalla banca». Credit Suisse ha appurato che l’operaio non sarebbe altro che un prestanome. Vidotto avrebbe utilizzato il suo conto corrente per incassare gli assegni circolari e utilizzare le relative somme. Altri 500mila euro risultano invece stornati a favore di una società all'oscuro di tutto. Sarebbero serviti per «dissimulare le perdite maturate in conseguenza di investimenti posti in essere». La società ne avrebbe dovuti ricevere altri 600mila, ma l'intervento dell'istituto svizzero ha evitato l'ennesima, probabile, sottrazione.



METODO VIDOTTO - Come poteva il promotore utilizzare a piacimento assegni e moduli firmati da clienti che di lui si fidavano ciecamente? Nella richiesta di ricorso si legge: «Il Vidotto affermava che tutte le richieste di emissione degli assegni circolari erano state sottoscritte dalle signore Zoppas e che il medesimo le aveva poi compilate e utilizzate a distanza di mesi dalla raccolta delle firme da parte delle clienti». Per completare il "servizio", il promotore consegnava ai clienti rendicontazioni false, realizzate con il computer di casa. Inoltre molti investitori avevano richiesto la domiciliazione della posta direttamente nella filiale e quindi a casa non ricevevano gli estratti conto.



CLIENTI FANTASMA - Cresce il numero di persone convinte di essere clienti di Credit Suisse senza, in realtà, esserlo. «Alcuni soggetti si rivolgevano alla banca - si legge nel ricorso - affermando di avere acceso rapporti bancari e finanziari con la stessa tramite il signor Vidotto e di aver investito somme di denaro nell'ambito di tali contratti. Credit Suisse non ha tuttavia alcuna evidenza di tali rapporti, trattandosi di soggetti che non risultano neppure censiti dall'archivio della banca». Vidotto, a quanto pare, utilizzava la modulistica dell'istituto di credito per farsi consegnare il denaro. Quanto? Poco meno di tre milioni di euro.



GIRO DI AFFARI - Vidotto è stato abile nel dipingere ai suoi clienti una realtà virtuale. Secondo Credit Suisse, utilizzando le carte abilmente fabbricate con il suo computer, illudeva i suoi investitori di avere a disposizione milioni su milioni, frutto delle sue inesistenti operazioni. I clienti di Vidotto (una sessantina) erano convinti di poter contare su 29milioni di euro in più rispetto alle loro reali disponibilità. E ora Credit Suisse teme di essere chiamata a rispondere anche di queste somme frutto della fantasia, ma alla base di tante operazioni fittizie.
Ultimo aggiornamento: 7 Aprile, 19:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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