Manuel: «Tra 10 anni sarò in piedi, riderei incontrando chi m'ha sparato»

Mercoledì 13 Marzo 2019 di Mirko Polisano
Manuel Bortuzzo
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Ha voluto vedere la sua stanza, prima di tutto. In quelle quattro mura è nato, giorno dopo giorno, il sogno del nuoto. Ricordi ed emozioni oggi al polo natatorio di Ostia per la visita di Manuel Bortuzzo, la 19enne promessa del nuoto rimasto paralizzato dopo essere stato raggiunto da un proiettile la notte tra il 2 e il 3 febbraio all'Axa. I suoi sicari, reo confessi, Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano hanno ammesso di aver sparato per errore: uno scambio di persona.
 



«Dove mi vedo tra 10 anni? Spero in piedi».
Così Manuel Bortuzzo, il 19enne nuotatore veneto rimasto paralizzato agli arti inferiori dopo essere stato ferito nella notte tra il 2 e 3 febbraio alla periferia sud di Roma, nel giorno del ritorno al Centro federale della Fin di Ostia. «Incontrare chi mi ha sparato? Non cambierebbe nulla, ma se me lo trovassi davanti mi metterei a ridere perché non ha senso quello che hanno fatto. Non si tratta di perdonarli o meno» aggiunge l'atleta del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle.


Manuel, costretto su una sedia a rotelle, è in fase di riabilitazione e per la prima uscita ha scelto proprio Ostia e il centro federale della Fin, dove si allenano i campioni della nazionale di nuoto. "Forza Manuel", hanno gridato alcuni dipendenti del centro federale che non vedevano l'ora di riabbracciarlo. "Grazie a tutti", ha detto commosso Manuel.

Manuel Bortuzzo torna in acqua un mese dopo l'aggressione: «È la mia vita»

 
 

 

«Roma mi ha tolto tanto, ma penso che mi darà anche tanto. Sto bene qua, ho gli amici e la morosa, non ho mai pensato di andarmene. Anzi, vorrei comprare casa e restare a vivere qui» ha detto ancora Manuel.  A chi gli chiede come descriverebbe la sua situazione, Bortuzzo spiega che «più che raccontare quello che è successo quella sera gli direi di come ho reagito e come sto cercando di recuperare. Questa è una bella storia da raccontare. Se sono credente? Io ho un motto: la fede completa la scienza, e dove non arriva la scienza completa la fede».

«Non si tratta di perdonare o meno. Io semplicemente non do loro nessun peso, li lascio perdere - aggiunge l'atleta veneto accompagnato al Polo Natatorio dai genitori Franco e Rossella, e dal presidente della Federnuoto, Paolo Barelli -. Cosa gli vuoi dire a quella categoria di persone? Si commentano da sole... Possono farci quello che vogliono di loro. Io a gente così forse l'unica cosa che posso dire è che forse dovrebbe capitargli quello che è successo a me per capire bene le cose». A Manuel insomma non interessa chi lo ha costretto sulla sedia a rotelle, in mente ha altro. «Voglio tornare come prima. Il mio obiettivo era partecipare alle Olimpiadi e non è cambiato: se tutto andrà bene ci andrò. Non penso alle Paralimpiadi, voglio prima vedere dove posso arrivare».

Dopo il ricovero all'ospedale San Camillo lo stanno seguendo medici e fisioterapisti specializzati della Fondazione Santa Lucia. Nel centro di riabilitazione Bortuzzo ha già avuto la possibilità di tornare in piscina. «Non sentivo le gambe in acqua ed è stato strano, poi quando mi sono immerso completamente è sembrato tutto normale - ricorda -. L'acqua è tutto, ti senti libero a nuotare, non hai pensieri». Quelli negativi però ogni tanto tornano a galla. «Sinceramente non mi ricordo nemmeno di quando mio papà mi ha detto che non avrei più camminato, fatico a ricordarmi la prima settimana passata in ospedale - confessa Manuel -, ma se mi capitano dei momenti di sconforto mi ripeto che ce la posso fare. Quello che dicono gli altri non mi interessa, io so quello che sento e che provo. Il percorso è lungo ma ho cominciato alla grande, sento che siamo sulla strada giusta». Bortuzzo è proiettato al domani. La notte in cui tutto è cambiato non lo ha cambiato. «La mia vita è completamente diversa, ma solo dal punto di vista fisico. Sono sempre lo stesso, il sorriso c'era prima e c'è adesso. Certo non muovo le gambe, ma avrei potuto sbattere la testa e magari non essere più me stesso» spiega il nuotatore rivelando di aver visto il filmato in cui gli sparano: «Ma non ho mai maledetto quel momento. Non sono arrabbiato e non ho rimpianti. Doveva andare così ed è andata così. Non ha senso ripensarci, non cambia la situazione e ti fai solo del male. Quello che è successo però mi ha reso più forte e sicuro». 

Manuel non pensa di lasciare Roma. «Non ho mai pensato di andarmene, anzi vorrei comprare casa. Roma mi ha tolto tanto ma penso che mi darà anche tanto - conclude Manuel -. Sto bene qua, ho gli amici e la morosa, Martina. Abbiamo passato in un mese quello che la gente non passa nemmeno in una vita».

Ultimo aggiornamento: 14 Marzo, 15:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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