TREVISO - Non solo Consoli, Trinca, gli ex amministratori e componenti del collegio sindacale. Dagli uffici agli ultimi piani della sede centrale, l'inchiesta su Veneto Banca rischia di propagarsi giù, giù lungo i rami dell'organigramma dell'ormai ex gruppo montebellunese, investendo direttori di filiale, consulenti di private banking, funzionari responsabili della concessione di mutui e fidi, fino ad alcuni sportellisti. Loro, del resto, avevano davanti i risparmiatori quando hanno acquistato le azioni e, ora che questi hanno fatto causa, (anche) a loro addebitano di averli indotti a sottoscrivere quei titoli che, con il repentino crollo del loro valore, hanno polverizzato il capitale di decine di migliaia di persone.
Sono centinaia i nomi di dipendenti dell'istituto indicati nelle oltre tremila denunce presentate da azionisti e clienti, raccolte dalla magistratura romana ora trasferite alla Procura di Treviso e affidate al sostituto procuratore Massimo De Bortoli che si occuperà esclusivamente di queste indagini. Il nucleo di polizia tributaria della Finanza ha già iniziato a prendere in esame le denunce che contengono nomi e cognomi dei dipendenti che hanno caldeggiato l'acquisto delle azioni.
Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 08:07
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