Corsi fantasma per gli stranieri: l'avvocato Filippi finisce nei guai

Mercoledì 20 Marzo 2019 di Roberto Ortolan
Corsi fantasma per gli stranieri: l'avvocato Filippi finisce nei guai
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TREVISO - La mano della giustizia è lenta, a volte molto lenta, ma inesorabile. A distanza di 10 anni dai fatti il pm Barbara Sabbatini ha chiuso l’indagine sui presunti corsi fantasma per far ottenere il permesso di soggiorno a stranieri, spesso clandestini. Un caso che fece molto rumore nella Marca perché vi era coinvolto l’avvocato Stefania Filippi, ora chiamata a difendersi dall’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione con altre 11 persone. Era lei, per gli inquirenti, il professionista che suggeriva le tecniche per farla franca alle coop veneziane che promuovevano i corsi. Con la promessa che avrebbero ottenuto il permesso di soggiorno, agli stranieri veniva fatto pagare da 3,4mila euro a 10mila euro. Era l’avvocato Filippi, secondo la Procura, a presentare materialmente le domande all’ufficio stranieri e a organizzare, sempre per l’accusa, lezioni ai corsi.
  Sfruttando alcune aziende compiacenti (alcune già chiuse) Forcop e Polifin di Venezia, secondo gli investigatori della polizia, avrebbero organizzato, ma in realtà si sarebbero tenuti solo sulla carta, corsi formativi e tirocini in aziende inesistenti o inattive. Con tale stratagemma avrebbero ottenuto più facilmente i visti dai vari Consolati per l’ingresso in Italia di stranieri, che altrimenti sarebbero stati respinti. Con quei visti l’avvocato Filippi avrebbe poi presentato le pratiche per far ottenere la regolarizzazione agli stranieri. Dalle carte processuali sarebbero oltre cinquanta le parti offese (gli stranieri dei corsi fantasma).
DAVANTI AL GIUDICE
La Procura ha chiesto il giudizio, con udienza preliminare davanti al giudice Piera De Stefani, per 12 persone che, a vario titolo, sono chiamate a rispondere di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina sulla base delle prove raccolte dalla polizia 10 anni fa. Accanto a Stefania Filippi, 53 anni, di Treviso, ritenuta la professionista di riferimento delle coop (avvocati Chiello e Fragasso); sfileranno davanti al giudice Franco Biscaro, all’epoca presidente della Forcop di San Donà, 54 anni, di Venezia (avvocato Pietramala); Antonio Basile (coop Polifin) (avvocati Cancellier e Serpico); Domenico detto Mimmo D’Agostin, 75 anni, di Montebelluna; Patrizia Lajola, 55 anni, di San Donà; Amadi Abdoradi, marocchino di 50 anni,; Sandro Costantini, 53 anni, di Fossalta; Dris Rebus,m 51 anni, di Cornuda; Ala Parfeni, 44 anni, di Istrana; Efren Gasi, 49 anni, di Spresiano; Fredric Frimpong, 46 anni, di Preganziol; Issa Ibrahom, 46 anni, di Treviso (cogli avvocati Cianci, Rinaldi, Vocaturo, Zaniol, Miotto, Boziolo e Tesi).
LE AGGRAVANTI
Nel corso dell’indagine parte delle contestazioni sono cadute. Restano in piedi almeno due aggravanti. Aver fatto entrare irregolarmente in Italia, usando stratagemmi illeciti, numerosi cittadini stranieri, avendo agito in concorso di più di tre persone. Inizialmente alla Filippi era stato contestato anche un tentativo di estorsione all’allora capo della Mobile Riccardo Tumminia. Un’inchiesta che è terminata con l’archiviazione dell’accusa. La Procura ha così potuto concentrarsi sugli altri filoni d’indagine, visto che i reati ipotizzati hanno tempo di prescrizione che si aggirano sui 20 anni (fatti tra 2007 e 2010). «In ogni caso - filtra dagli ambienti giudiziari - il rischio prescrizione, prima che siano completati tutti i gradi di giudizio, resta altissimo».
PRIMA BATTAGLIA
L’inchiesta, che a suo tempo aveva ipotizzato anche la truffa ai danni di clandestini, persone disperate e pronto a tutto pur di regolarizzarsi, tra qualche giorno finirà all’esame del giudice De Stefani. Ancora nessuno è pronto a calare gli assi che ha nella manica, ma sembra certo che nella prima udienza dovrebbero fioccare una serie di eccezioni a partire da quella sulla competenza territoriale, per far spostare il processo a Venezia.
Ultimo aggiornamento: 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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