Prof aggredito a scuola e sott'accusa, la Regione: «Siamo al suo fianco»

Giovedì 22 Febbraio 2018 di Mauro Favaro
Prof aggredito a scuola e sott'accusa, la Regione: «Siamo al suo fianco»
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PAESE - «Capisco la sua amarezza. Sappia che la Regione le è vicina come molte persone perbene». Inizia così la lunga lettera che Elena Donazzan, assessore regionale all'istruzione, ha scritto al prof. Giuseppe Falsone, insegnante di matematica delle scuole medie di Paese, comune alle porte di Treviso, che si era rivolto al ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, dopo l'aggressione subita il 23 dicembre all'interno dell'istituto, quando venne preso a spintoni e ceffoni da un genitore per aver rimproverato suo figlio, invitandolo a uscire durante la ricreazione, come previsto dal regolamento interno, appoggiandogli una mano sulla spalla.
LA BEFFAIl docente ha sottolineato un aspetto che vive come una beffa: l'istituto ha aperto un procedimento disciplinare a suo carico, sulla base di una segnalazione fatto dallo stesso genitore che l'ha colpito. «Fuoco amico l'ha chiamato di un sistema che dovrebbe tutelare i propri lavoratori e non difendere aggressori e mandanti con un incomprensibile silenzio».

Si sente abbandonato. Avrebbe voluto essere difeso con maggiore forza. L'istituto trevigiano guidato dalla preside Paola Rizzo, però, ha preferito tenere un basso profilo. Anche il sindaco di Paese, il leghista Francesco Pietrobon, aveva chiesto alla scuola di condannare l'aggressione pubblicamente. Ma la richiesta è sfociata in un battibecco con la dirigente. A cui si è aggiunta la rivelazione di Katia Uberti, assessore comunale all'Istruzione: «Qualcosa nella scuola non funziona. Diversi insegnanti ci dicono di sentirsi soli. Non lo esplicitano per timore».  Dopo la lettera del prof, l'ufficio scolastico di Treviso ha specificato che l'apertura del procedimento disciplinare a suo carico è stato un atto dovuto.

Spiegazione contestata dall'avvocato del professore, Mariaelena Di Stefano.

 

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