Noto gioielliere perseguita la ex moglie: a processo per stalking

Mercoledì 24 Febbraio 2021
foto di repertorio
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TREVISO -  L'ha fatta pedinare, l'ha insultata chiamandola sporca e infame, l'ha denigrata in pubblico e l'ha tempestata di telefonate e messaggi con cui le chiedeva di tornare insieme. Fino a quando la donna ha deciso di denunciare, svelando l'inferno a cui è stata sottoposta tra i mesi di maggio e luglio della passata estate. È per maltrattamenti familiari, esercizio arbitrario delle proprie ragioni e stalking il processo che ha preso il via ieri a Treviso e che vede accusato un noto gioielliere di Treviso di 33 anni. Le vittime sono invece la moglie, 35enne, e i due figli minorenni della coppia.

L'uomo è anche stato sottoposto alla misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati da lei, eseguita il 24 agosto.

LE VESSAZIONI Il dibattimento era stato istruito di fronte al collegio del tribunale di Treviso composto dai giudici Umberto Donà, Alberto Fraccalvieri e Carlotta Brusegan. Ma per una questione tecnica e procedurale il pubblico ministero Massimo Zampicinini ha chiesto e ottenuto che l'imputato compaia invece di fronte al giudice monocratico. Si ricomincia quindi a maggio, con la sfilata dei testimoni dell'accusa. Sullo sfondo della vicenda che scuote la Treviso bene c'è la storia travagliata del rapporto fra il rampollo di una nota famiglia e sua moglie. Che, la primavera dell'anno scorso, si guasta definitivamente. Il 33enne inizia una campagna persecutoria e denigratoria verso la compagna. Secondo le indagini non si sarebbe limitato a insultarla: l'avrebbe sottoposta a continue vessazioni, svegliandola in piena notte accendendo le luci in camera, gettandole i vestiti nella vasca da bagno piena d'acqua, riprendendola di nascosto mentre si svestiva e inviando le foto rubate a un gruppo di conoscenti. L'aveva poi minacciata di raccontare di un aborto praticato quando lei era molto giovane. In una occasione sarebbe arrivato addirittura a seguirla e, mentre era a cena con amici, a staccarle i cavi della batteria dell'auto.

PERSEGUITATA In questa storia degna di Signore e Signori e in cui l'accanimento si mescola al sospetto di un tradimento, il 33enne avrebbe anche cercato di bloccare il ritorno a casa della consorte. Non ricorrendo a un giudice per imporre il suo diritto di proprietà sull'immobile, ma decidendo di cambiare la serratura e chiudendola fuori. Non prima, però, di assumere il comportamento dello stalker, causando alla 35enne uno stato di ansia e di paura per sé stessa, i figli e i propri parenti. Così tra giugno e luglio 2020 aveva rincorso la vittima in scooter, l'aveva fatta pedinare da alcuni conoscenti per conoscerne gli spostamenti. Una volta le ha portato il figlio, che ha finto di lasciare davanti alla porta ma, una volta che la donna era uscita per riprenderselo, era ripartito in macchina portandosi dietro il piccolo. Poi, a luglio, era partita la pletora di messaggi in cui chiedeva di riallacciare i rapporti. La risposta della ex moglie deve essere stata non solo negativa ma persino sprezzante, perché in una circostanza in cui i due si incontrarono alla presenza di altre persone, il gioielliere le disse, con fare offensivo: «Sei venuta a letto con me in questi dieci anni, una che mi fa certi servizi non gli viene da vomitare, o no?». Il tutto in presenza dei figli della coppia, anche loro costituiti parte civile rappresentati dall'avvocato Helga Lopresti. 

Ultimo aggiornamento: 09:47 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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