Folle corsa di Steve Quintino, ruba l'auto all'anziana Cecilia: «Sono senza mezzo, non posso neanche andare a portare i fiori a mio marito in cimitero»

Martedì 15 Novembre 2022 di Lina Paronetto
Derubata da Steve Quintino, anziana senza auto
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RIESE PIO X (TREVISO) - «Non è giusto che un'anziana rimanga senza macchina un mese e mezzo, neanche portare i fiori in cimitero a mio marito posso, perché ce l'ho a Godego». La signora Cecilia Lessio, 80 anni, di Vallà, è la prima delle tre donne rapinate dell'auto, la mattina del 1 ottobre, dal 19enne di Riese Steve Quintino, che senza patente, al volante delle tre vetture, ha compiuto una folle corsa fino a Fonte, investendo e uccidendo un ciclista, il 67enne di Loria Mario Piva.

La Procura sta completando le indagini e i motivi per cui ancora la vettura non è stata restituita sono certamente legati ad accertamenti in corso, ma la pensionata non si capacita del motivo per cui la Honda Insight non sia stata ancora dissequestrata.

La situazione

L'anziana, asmatica, è costretta a muoversi a piedi o a chiedere continui passaggi ai figli. E anche questa è una conseguenza della tragica scorribanda messa in atto da Quintino quella mattina. Quei drammatici istanti, Cecilia li ricorda bene: «Avevo appena chiuso l'appartamento - racconta - Mi sono messa davanti al garage per aprire il basculante con il telecomando quando è arrivato di corsa quel giovane. Continuava a chiedere: Dov'è il ragazzo? Dov'è il ragazzo?, poi mi ha strappato le chiavi di mano e mi ha dato una violenta spinta: mi sono ritrovata per metà di là e per metà di qua del cancello. Lui a quel punto è entrato in garage, è salito in macchina, ha dato una forte botta al muretto facendo manovra ed è partito. Se ho avuto paura? Tanta. Per fortuna ho il pacemaker, sennò facevo un infarto». La pensionata sotto choc si è messa a gridare e diversi vicini sono accorsi in suo aiuto, uno anche armato di scopa, ma tentare di bloccare il 19enne sarebbe stato pericoloso. Con il senno di poi, la pensionata aggiunge: «Fortuna che non mi sono opposta, con quello che ha combinato dopo, mi tirava sotto». La corte interna del complesso in cui vive l'80enne si affaccia direttamente sul semaforo in centro al paese: «Quella mattina, fatalità, ha trovato la luce verde e neppure una macchina a ostacolare la sua uscita. Ha girato a destra, quindi a sinistra ed è partito come un razzo verso Riese».

L'appello

Sebbene sia consapevole che c'è chi, quel giorno, ha subito danni ben più gravi, anzi irreparabili, Cecilia vuole sollecitare la restituzione dell'auto, di cui ha bisogno per tutte le normali azioni quotidiane. Asmatica, non può camminare più di tanto. «La spesa me la posso fare in paese - spiega, abitando in centro alla frazione - Ma per altre cose, anche solo acquistare una spoletta di filo, devo spostarmi a Castelfranco, perché qui negozi non ce ne sono». L'auto serve anche per andare a prendere la nipotina a scuola. Al di là del tempo trascorso da quel giorno, c'è anche il problema di doverla aggiustare, la macchina. E forse anche questo mette fretta all'anziana, che finora ha potuto riappropriarsi solo di un paio di occhiali e del tesserino per invalidi, rimasti nell'auto: «Per andare a riprenderli mi sono dovuta far accompagnare dai carabinieri». Con l'Honda, oltre al colpo al muretto di casa, Quintino è andato a schiantarsi contro la corona centrale di una rotatoria a San Vito di Altivole. «La macchina è da riparare, scavalcando la rotonda si è rotto l'asse, ma chi provvede a riparare i danni, chi paga? Io ho solo l'appartamento in cui vivo e la pensione, non posso permettermi di pagare il meccanico». Cecilia è scoraggiata e preoccupata: «Spero di cuore che tutta questa situazione si risolva - conclude - perché non posso più andare avanti così».
 

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