Un fulmine centra in pieno la cupola della chiesa: nella navata piovono pietre e calcinacci, Danni per decine di migliaia di euro all’impianto elettrico, alla caldaia e alla volta. Tanto da far transennare l’abside e sospendere le messe. Non solo quelle ordinarie ma anche la celebrazione del sessantesimo anniversario degli Alpini, in programma la settimana prossima. Il temporale che ha imperversato nell’Alta Marca nella notte tra giovedì e venerdì ha avuto conseguenze pesanti per la chiesa arcipretale di San Fior, che proprio vent’anni fa era stata vittima di un episodio analogo.
UN BOTTO FORTISSIMO
«Un boato assordante mi ha letteralmente buttato giù dal letto - racconta il parroco -. Ho pensato a un tuono o a un fulmine, ma non avrei mai immaginato che avesse centrato in pieno la cupola della chiesa. Sono uscito al buio facendomi strada con una torcia elettrica e già dal sagrato ho iniziato a vedere dei detriti. Mi sono avvicinato lentamente alla porta e ho visto che anche sul pavimento della chiesa c’erano frammenti, anche di una certa grandezza, sparsi ovunque». Il sacerdote è rientrato in canonica e ha atteso l’alba per rendersi conto della situazione. La luce del giorno ha fugato ogni dubbio: il fulmine aveva colpito e danneggiato la cupola.
IL PRECEDENTE NEL 2001
Era già successo ad agosto del 2001, quando pezzi di detriti erano caduti sui banchi. «Ricordo bene che il parroco di allora, don Francesco Veronese, mi telefonò mentre ero in ferie - racconta Paolo Mazzer, sacrestano da trent’anni -. Quella volta il fulmine fece più danni di questo: alcuni banchi andarono completamente distrutti. Ci fu una corsa solidale per il restauro che durò mesi, da parte delle associazioni e degli Alpini».
MESSE SOSPESE
Elio Tonon, capogruppo delle Penne mozze di San Fior, allarga le braccia. Domenica 26 settembre era prevista una grande cerimonia per ricordare il sessantesimo anno dalla fondazione. «Avevamo preparato tutto con cura e meticolosità - spiega sconsolato -. Tre cori da trenta elementi ciascuno e poi tutta la gente. Adesso non sappiamo come fare. Senza la chiesa diventa difficile, ma cercheremo una soluzione». Il sindaco Bepi Maset ha seguito l’emergenza: «Al di là dei disagi che potrà recare ai fedeli, vista l’impraticabilità della chiesa, mi spiace molto per gli alpini che avevano organizzato la loro festa per il 26 settembre. Da parte mia e dell’amministrazione voglio esprimere la nostra completa disponibilità a trovare una soluzione che permetta loro di proseguire con i festeggiamenti e il ricordo dei sessant’anni dalla fondazione. Qualsiasi richiesta a proposito troverà il nostro consenso».