Focolaio anche nel centro Covid, sei tra medici e infermieri positivi al San Camillo

Giovedì 29 Ottobre 2020 di Mauro Favaro
San Camillo di Treviso

TREVISO - Covid Hospital con focolaio. Il San Camillo torna a essere un punto di riferimento per i pazienti colpiti da coronavirus. Gli ospedali dell'Usl della Marca li trasferiranno qui, in modo progressivo, per scongiurare un sovraffollamento dei reparti. Nel frattempo, però, la stessa struttura privata convenzionata è chiamata a far fronte a un focolaio esploso tra il proprio personale. Ad oggi risultano contagiati 3 medici e almeno 3 infermieri della Medicina. Com'è accaduto? Tutto sarebbe partito da 11 pazienti arrivati al San Camillo, prima della definizione di Covid Hospital, dal pronto soccorso e dalla Medicina d'urgenza del Ca' Foncello: sono entrati come negativi, ma poi si sono rivelati positivi. «All'inizio il tampone era negativo. Poi, però, i nostri screening hanno evidenziato la positività spiega suor Lancy Ezhupara, direttrice amministrativa del San Camillo prima sono risultati contagiati un medico e un infermiere dell'unità di Medicina. Poi due dei 24 pazienti ricoverati, entrambi subito trasferiti in Malattie infettive al Ca' Foncello. E di seguito altri 9 pazienti». 
GLI SCREENING

«Tra il personale aggiunge oggi ci sono tre medici e tre infermieri positivi». Tutti gli altri screening hanno dato esito negativo. I controlli continuano in modo periodico. E saranno sempre più serrati visto che il San Camillo è ufficialmente tornato ad essere un Covid Hospital, come accaduto nel primo picco dell'epidemia. La misura è stata dettata dall'allerta gialla scattata a fronte dell'impennata dei ricoveri. Ad oggi sono 140 i trevigiani ricoverati negli ospedali pubblici. Aumentano anche quelli in Terapia intensiva. Al momento sono 8 a Treviso e 3 a Conegliano. Mentre la curva dei contagi continua a salire. Ieri sono emerse altre 443 positività nella Marca, che rimane al provincia più colpita del Veneto. I trevigiani che stanno combattendo contro il Covid sono 4.569. 
I NUMERI

Nelle ultime ore è stato individuato un nuovo focolaio con 14 contagiati in un negozio di carni. Di seguito, sono emerse 5 positività da una festa per un battesimo. Ed è stata tirata una riga sull'attività fatta fino ad ora nelle scuole, dove sono stati complessivamente individuati 156 casi positivi. Oggi ci sono 49 classi in quarantena e 107 in auto-monitoraggio. Di pari passo, si sta irrobustendo la macchina dei tamponi. L'attività dei Covid Point verrà aumentata grazie all'arrivo di tre squadre militari, composte da un ufficiale medico, due infermieri e un militare per la logistica. Due entreranno in servizio ad Altivole e una a Conegliano. 
I NODI

Tra i nodi principali c'è quello che riguarda la carenza di personale. «Lo scorso anno mancavano 200 professionisti in tutta l'Usl della Marca. Adesso, invece, con l'emergenza sanitaria contiamo la mancanza di 210 infermieri, 120 operatori sociosanitari, 30 assistenti sanitarie, 30 assistenti sociali e 30 psichiatri denuncia Marta Casarin, segretario generale della Fp Cgil di Treviso questa situazione è il frutto della mancata programmazione e dei mancati investimenti sulla sanità. E capiamo bene come possa impattare sui carichi di lavoro dei dipendenti». «Sono state fatte scelte sbagliate che gravano pesantemente sui servizi ai cittadini aggiunge abbiamo chiesto interventi, sia all'Usl che alla Regione, ma le risposte che sono arrivate sono insufficienti». La replica dell'azienda sanitaria non si è fatta attendere. Il direttore generale Francesco Benazzi conferma ancora una volta le difficoltà nel reperire medici specialisti: negli ultimi quattro anni ne sono spariti 84 (da 1.309 a 1.225). Si tratta di un problema ormai di lunga data, che vale per tutti. Mentre contesta le altre cifre. «Smentisco questa visione: non è la realtà. Il nostro ufficio personale è a disposizione per mostrare tutti i dati mette in chiaro nel 2015 c'erano 3.079 infermieri in servizio in questa Usl. L'anno dopo 3.729. E quest'anno sono arrivati a 3.824. Per un aumento di 95 unità. Un numero consistente, a dimostrazione che l'impegno della Regione e dell'Usl è stato quello di potenziare questa figura all'interno del sistema sanitario». «Così come gli operatori sociosanitari: nel 2015 erano 1.345, nel 2016 erano 1.390 e quest'anno sono diventati 1.451. Cioè più 61 conclude Benazzi vale lo stesso anche per i tecnici sanitari. Nel 2016 erano 409. E adesso sono 427. Quindi più 18».
Mauro Favaro
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 10:07 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci