Rabbia contro i profughi in via Pisa: «Non sono quelli dell'ex Serena». Ma li cacciano lo stesso

Venerdì 14 Agosto 2020 di Alberto Beltrame
I profughi lasciano il grattacielo di via Pisa
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TREVISO - Un corto circuito che ricorda Quinto, anno 2015, l'inizio di tutto, quando la rivolta dei residenti di via Legnago contro l'arrivo di un centinaio di richiedenti asilo, in piena emergenza sbarchi, spalancò le porte della caserma Serena. Ieri però ad aggiungere tensione al ricollocamento di 5 migranti provenienti dalla struttura in quarantena da settimane ci si è messo il covid 19: negativi al doppio tampone, sono stati presi in carico dalla cooperativa Hilal, che mercoledì 12 agosto ha comunicato all'amministratore del grattacielo di via Pisa, Alessandro Zuin, di averli già alloggiati in uno degli appartamenti già in uso dalla coop, al sesto piano della Tower House. «Nessuno ci ha avvertiti, non utilizzano le mascherine, abbiamo paura di ammalarci» le proteste angosciate dei residenti del condominio riunitisi ieri mattina verso le 11 in via Pisa.
 




Poi la retromarcia di Hilal, per voce del gestore Abdallah Khezraji: «Non sono loro, i 5 richiedenti asilo della Serena sono in un altra struttura, un luogo top secret». Anche la Prefettura assicura e precisa che «i profughi arrivati in via Pisa non provengono dall'ex caserma di Dosson, ai quali è stata destinato un altro centro accoglienza». Delle due l'una.
Senza contare il colpo di scena finale: ore 14.50, i 5 migranti che lasciano il grattacielo, dopo le proteste del mattino, con valige al seguito: «Ce ne andiamo perchè qui non ci volete». Comunque sia andata, in serata si parlerà anche di un semplice errore, l'esperimento, voluto o non voluto che sia, ha fatto capire in quali difficoltà potranno incorrere i tentativi di svuotare l'ex caserma Serena a favore dell'accoglienza diffusa partendo, domani arriverà l'esito dell'ultimo screening, dagli ospiti già negativi al nuovo coronavirus. «In questo momento la priorità non è svuotare il centro accoglienza di via Zermanese - ha detto il sindaco Mario Conte -, ma tutelare la salute dei cittadini».

IL SIT IN
La protesta «contro la paura» di ieri mattina,13 agosto, ha messo a confronto prima di tutto l'amministratore della Tower House e i residenti, sia italiani che stranieri. «Abbiamo fatto tanto in questi mesi per riqualificare il grattacielo, ma se mandano qui altri migranti della Serena mandano in fumo tutti i nostri sforzi - ha spiegato Zuin -. La struttura non è idonea per garantire, negli spazi comuni, dai pianerottoli alle scale agli stessi ascensori, un distanziamento adeguato se gli inquilini non rispettano le regole. Ed è quello che è successo con le 5 persone arrivate due giorni fa dal focolaio della Serena, sempre senza mascherina, segno che nessuno gli ha mai spiegato come ci si deve comportare». In via Pisa, assieme al sindaco, polizia locale e agenti della Digos, ci sono anche i consiglieri Visentin e Acampora: «Qui si rischia di tornare di nuovo indietro - ha sottolineato quest'ultimo -, non ci tranquillizzano nemmeno i tamponi dell'usl, i migranti, anche se negativizzati, vengano ospitati in una struttura governativa». Ma ci sono soprattutto i residenti del grattacielo e i loro timori. «Abbiamo paura di ammalarci - dice Elisa Pollesel -. Noi non abbiamo niente contro i richiedenti asilo, c'erano già e non ci sono stati problemi. Qui c'è in ballo la salute pubblica: il timore è che possa diffondersi il virus». 

IL TRASFERIMENTO
Il corto circuito scatta subito dopo la manifestazione. Quello che sembrava un dato assodato, ovvero che i migranti provenissero da Dosson, viene smentito ufficialmente. Per la Prefettura «i 5 migranti della Serena sono stati spostati in un centro accoglienza, gestito da Hilal in provincia, e non in via Pisa, proprio per evitare speculazioni». Senza contare che, in ogni caso, queste persone, in quanto sane, sono libere di circolare in qualsiasi ambiente. Anche Khezraji assicura. «Non li hoportati in via Pisa, abbiamo fatto solo degli spostamenti interni. Noi però paghiamo le spese condominiali e siamo in regola, a Zuin avevo detto che si avevo in accoglienza gli ospiti della Serena e che, in ogni caso, avrei potuto anche portarli in via Pisa. E invece lui ha diffuso notizie sensibili, quali quelle relative alla salute, a terzi. Per questo sto valutando di querelarlo, anche per il danno d'immagine. Si stanno creando problemi dove non ce ne sono». Il colpo di scena arriva nel primo pomeriggio, quando i richiedenti asilo del sesto piano lasciano comunque l'edificio. «Forse volevano trasferirli di nascosto - racconta un residente -, abbiamo chiesto loro se se ne stavano andando e ci hanno risposto: si, perchè non vi piacciamo. Erano quelli della Serena? A questo punto non lo sappiamo neanche noi, ma di certo c'è stata una mancanza di comunicazione».
 

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