Scopre di essere la figlia illegittima di un imprenditore morto: «Ora mi spetta l'eredità milionaria»

Domenica 20 Novembre 2022 di Maria Elena Pattaro
La giovane, assieme alla madre, impugnerà davanti al tribunale il testamento dell'imprenditore - Foto di Manfred Antranias Zimmer da Pixabay
8

TREVISO - Scopre a 14 anni di essere la figlia illegittima di un imprenditore. E insieme alla famiglia adesso si batte per avere la parte di eredità che le spetta. Protagonista dell’insolita vicenda è un’adolescente trevigiana, a cui l’albero genealogico è stato stravolto poche settimane fa. La ragazza, che frequenta il primo anno di un istituto alberghiero, ha scoperto dopo una lite in famiglia che quello che ha sempre chiamato papà non era il genitore biologico. Visto che dopo il lungo silenzio la verità è venuta a galla, la madre ha chiesto alla famiglia dell’imprenditore, deceduto nel 2019 all’età di 70 anni, che sua figlia venga riconosciuta come legittima e inserita nell’asse ereditario. In ballo c’è un’azienda alimentare del valore di diversi milioni di euro, ma anche immobili nella Marca e in località di villeggiatura. Gli eredi legittimi, però, ovvero la vedova dell’imprenditore e le due figlie, non ne hanno voluto sapere. L’accordo stragiudiziale è fallito. Motivo per cui ora la famiglia della ragazzina ha scelto di percorrere le vie legali, affidandosi agli avvocati Antonino Castorina e Giuseppe Idà.

«Il primo passo è la revoca della potestà genitoriale e del cognome del padre “adottivo”, poi avvieremo una causa civile impugnando il testamento dell’imprenditore - spiega Castorina -. Non c’è nessun dubbio sulla paternità: abbiamo in mano un test del Dna a cui lo stesso imprenditore si era sottoposto per accertamenti genetici richiesti durante la gravidanza». Prove alla mano, la famiglia della ragazza chiede ora la quota di eredità riservata alla figlia e gli arretrati del mantenimento. «Non vogliamo speculare - precisa la madre - ma è giusto che mia figlia abbia ciò che le spetta. Speravamo in un accordo fuori dalle aule di tribunale, anche per risparmiare a mia figlia la dolorosa rinuncia al suo cognome.

Ma visto che non è stato così...». 


RELAZIONE CLANDESTINA

La storia inizia vent’anni fa: la donna, oggi 56enne, incontra l’imprenditore, all’epoca era titolare di una carrozzeria in provincia. Lui la corteggia, nonostante i 17 anni di differenza e la fede al dito. A lei l’idea non va molto a genio: non vorrebbe un rapporto con un uomo già sposato ma poi cede e diventano amanti. La relazione clandestina procede tra alti e bassi. Un rapporto che per cinque anni è anche di lavoro: la donna diventa una dipendente della carrozzeria. «Gli ho prestato anche dei soldi quando era in difficoltà», racconta la donna, rimasta incinta nel 2008, a 41 anni. «Non ha voluto riconoscere la figlia per mantenere la reputazione, anche se tutti sapevano che tradiva la moglie - prosegue la donna -. Per i primi anni è stato presente: tutte le mattine si presentava fuori dall’asilo con una caramella per mia figlia e contribuiva alle spese di mantenimento». Col passare del tempo però i rapporti si sono deteriorati al punto da interrompere la relazione clandestina. L’imprenditore nel frattempo aveva fondato un’azienda alimentare e aveva continuato a vivere con la famiglia “ufficiale”. Fino alla morte, avvenuta nel 2019. 


LA RIVELAZIONE

La donna invece si era riavvicinata all’attuale compagno, con cui aveva avuto una storia fugace durante una delle tante pause con l’imprenditore. I due si erano frequentati poco prima che lei scoprisse la gravidanza. Tanto che il compagno si era convinto che la bambina fosse sua: i tempi combaciavano. Ma il test del Dna, rispolverato in vista della causa civile, racconta tutt’altro. L’attuale partner l’aveva riconosciuta come figlia e le aveva dato il suo cognome, incalzato dalla ragazzina stessa, che fino a quel momento aveva portato quello della madre. Ma che si sentiva in imbarazzo quando i compagni di classe le chiedevano il motivo di quella “anomalia”. Qualche settimana fa la rivelazione: improvvisa e sconvolgente. Durante una discussione col compagno, la donna aveva vuotato il sacco, ammettendo che la ragazza non era figlia sua. «A quel punto ho raccontato la verità anche a lei - spiega -. Ormai era un segreto pesante da mantenere». La ragazza è scoppiata a piangere, sconvolta, così come l’uomo che fino a poche settimane fa aveva creduto suo padre. Ma superato lo choc iniziale, la famiglia si è ricompattata e adesso è decisa a dare battaglia legale. 

Ultimo aggiornamento: 21 Novembre, 10:09 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci