Festini a base di cocaina nei salotti della "Treviso bene": pusher a processo

Venerdì 2 Dicembre 2022 di Maria Elena Pattaro
Durante le feste venivano fatti trovare dei veri e propri "buffet" di polvere bianca

TREVISO - Festini a base di cocaina negli appartamenti della “Treviso bene”. Buffet di polvere bianca nei salotti del centro città, a disposizione dei giovani che si volevano sballare nel week end: bastava un tiro per dimenticare lo stress accumulato durante la settimana, con l’illusione di vivere a mille: «Si sniffava per divertimento». Intere compagnie che organizzavano collette per comprare la droga da consumare durante i party “casalinghi”, in almeno due appartamenti del centro, tra piazza del Grano e piazza San Francesco. È uno spaccato preoccupante quello che è emerso ieri mattina in tribunale a Treviso, durante il processo a L. P. 40enne di Noale (Venezia), figlio di una famiglia di salumieri. Secondo la Procura sarebbe lui il pusher che tra il 2017 e il 2018 avrebbe rifornito di cocaina (e in misura minore anche di marijuana) i salotti dei giovani trevigiani. Le cessioni sarebbero avvenute direttamente alle feste private, con strisce di cocaina messe in bella mostra sui tavoli, a disposizione degli invitati. Ma anche a casa sua, su richiesta dei clienti, e nelle discoteche della città. Con prezzi che toccavano i 60 euro al grammo. La clientela aveva tra i 20 e i 40 anni: studenti, ma anche giovani lavoratori. All’imputato viene contestato anche un episodio di estorsione, risalente al 2018, quando avrebbe minacciato un cliente per riscuotere i 200 euro che avanzava da lui, importunando anche la fidanzata. 

Ieri hanno sfilato davanti ai giudici alcuni dei giovani che quattro anni fa si sarebbero riforniti dal 40enne. All’epoca erano ventenni, con una gran voglia di trasgredire, almeno nel fine settimana. «Sì mi facevo di cocaina, ma non ero mica una tossica - ci ha tenuto a precisare una testimone, oggi 25enne -. Durante la settimana lavoravo, assumevo cocaina solo nel week end, alle feste, per divertirmi. Ci trovavamo a casa di qualcuno per una pizza in compagnia e c’era anche la droga. Facevamo una colletta durante la settimana, ognuno metteva 20 euro e la compravamo». A procurarla, secondo la ragazza era il 40enne, il vicino di casa di cui in discoteca si diceva che spacciasse, che avesse la “roba”. Ed è lì che la giovane sarebbe stata abbordata dal pusher, intento a piazzare la merce. Nel caso della ragazza, la pubblica accusa ha ricostruito una decina di acquisti tra maggio del 2017 e febbraio del 2018. «Andavo a comprarla anche a casa sua, se qualcuno mi incaricava» ha raccontato la giovane. Ai carabinieri, durante le indagini, aveva spiegato che il presunto spacciatore, in nome della loro amicizia, le pesava la polvere davanti agli occhi «per dimostrare che non c’erano fregature». Poi dal bilancino la trasferiva nelle bustine di plastica. «La cocaina era là in bella vista durante le feste - ha raccontato un’altra ragazza, oggi 26enne -. Chi voleva si serviva». In più di un’occasione sarebbe stato l’imputato stesso a mettere a disposizione il proprio appartamento, vicino a piazza del Grano. «Sul tavolo c’erano delle strisce già pronte, me le ha offerte gratis» ha detto un terzo ragazzo, che insieme agli amici era andato da lui qualche volta per bere, ma che a quei festini non si sentiva molto a suo agio. Tanto da abbandonare la nave.

«Mi ricordo di una volta in piazza San Francesco: dopo il prosecco mi ha offerto anche una riga di cocaina.

C’erano un sacco di persone, un viavai continuo di gente tra i 20 e i 40 anni: c’era chi restava lì pochi minuti». Il tempo di una sniffata. «Me ne sono andato perché quella roba non faceva per me, mi sentivo a disagio». Il processo è stato aggiornato aL 29 maggio del 2023, quando sfileranno altri testimoni dell’accusa. Ma ci sarà anche l’esame dell’imputato, difeso dall’avvocato Francesco Burighel. Il 40enne, a udienza terminata, ha promesso che farà i nomi «in vista» di chi era coinvolto nell’attività di spaccio e soprattutto di chi ne tirava le fila. Un giro in cui lui invece sarebbe finito per puro caso. Chissà se nella “Treviso bene” qualcuno sta tremando. 

Ultimo aggiornamento: 16:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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