TREVISO - Le malattie tropicali si moltiplicano. Il gran caldo ha fatto proliferare le zanzare. E ora si è accesa l'allerta soprattutto per i virus del West Nile e della febbre Dengue. Senza dimenticare il vaiolo delle scimmie. In questa estate la Marca ha già registrato 17 casi di malattie di origine tropicale. L'ultimo riguarda un paziente che si è rivolto all'unità di Malattie infettive del Ca' Foncello dopo essere rientrato da Cuba. Qui è uscita la diagnosi di febbre Dengue. È il quarto caso, sempre da rientro, contato nel trevigiano nelle ultime settimane. «Bisogna stare sempre molto attenti - spiega Pier Giorgio Scotton, primario di Malattie infettive - i test eseguiti nel momento in cui una persona rientra da una zona endemica, con relativo isolamento in caso di positività, consentono di ridurre il rischio che ci siano punture di zanzare e di conseguenza delle micro-epidemie locali».
WEST NILE
Parallelamente anche il West Nile è tornato a far paura. Sono tre le persone contagiate da una puntura di zanzara che hanno sviluppato un'infezione sfociata in encefalite.
MALARIA E TBE E MONKEYPOX
A Treviso sono stati ricoverati tre pazienti di ritorno dall'Africa colpiti da malaria. Sono stati appoggiati in Medicina, perché l'unità di Malattie infettive deve ancora far fronte ai contagi da Covid. Ma la sostanza non cambia: le persone vengono sempre seguite dagli infettivologi. Due pazienti, di seguito, sono stati ricoverati a Treviso e Montebelluna per Tbe da morso di zecca. Fortunatamente non sono arrivati a sviluppare encefalite. Infine c'è il nuovo nodo del vaiolo delle scimmie. Proprio ieri l'Oms l'ha definitiva emergenza sanitaria globale.
I contagi da monkeypox nella Marca sono saliti a cinque. Sono stati colpiti soprattutto i trentenni. Alcuni erano tornati dall'estero. Altri, invece, erano entrati in contatto con il focolaio sviluppatosi a Padova. Il virus che causa bolle e lesioni sulla pelle ora circola anche qui. La malattia si trasmette con un'esposizione prolungata alle goccioline di saliva e ancora di più attraverso contatti diretti con materiale infetto proveniente dalle lesioni cutanee o con oggetti contaminati, come vestiti o lenzuola. E inevitabilmente sono a rischio anche i rapporti intimi.