Fassa, falsa pubblicità per creare i fondi neri: ecco come funzionava l'operazione

Giovedì 18 Febbraio 2021 di Giuliano Pavan
L'imprenditore trevigiano Paolo Fassa
1

SPRESIANO - Tre fasi, tutte congeniali a far tornare a Paolo Fassa e alla figlia Manuela il denaro sborsato dalla Fassa srl per campagne pubblicitarie fittizie. In tutto 5 milioni di euro. Un meccanismo semplice quanto articolato che i magistrati Giordano Baggio e Paolo Storari hanno descritto con dovizia di particolari nelle 36 pagine del decreto di sequestro preventivo per sproporzione del Blanca, il mega yacht da 30 milioni di euro del patron dell’azienda di calcestruzzi di Spresiano, in provincia di Treviso. Dall’inchiesta della Procura milanese che vede padre e figlia indagati per frode fiscale e autoriciclaggio, emergono nuovi particolari anche riguardo gli altri indagati, ovvero amministratori di società o collaboratori che per almeno due anni hanno preso parte nel giro di fatture per operazioni inesistenti che sta alla base della presunta attività illecita dei Fassa. 

Ognuno aveva il proprio ruolo. Nella prima fase il denaro passava dalle casse della Fassa srl a società italiane, ovvero la Se.com Group spa, la Defi Italia spa, la Media Market srl e la Media Maker spa. Nella secondo veniva invece veicolato l’espatrio della liquidità alla società croata Creative Media che a sua volta, nella terza fase dei passaggi di denaro, effettuava bonifici in favore delle società londinesi (la Moravia Yachting sam, la Pole Dance Wear ltd, la Blanca Yachting ltd e la Sailing Management ltd) che gestivano i noleggi fittizi dello yacht al solo scopo di versare il denaro, al netto delle provvigioni per i vari intermediari, nei conti correnti di Fassa. Ed è proprio alla fitta rete di intermediazioni che si potevano occultare i flussi di denaro attraverso di cosiddetto press deal, ovvero l’organizzazione di campagne pubblicitarie a favore di determinate testate editoriali. Complice la crisi economica, negli ultimi anni le società editrici demandano alcuni servizi a operatori esterni per ridurre i costi di gestione. È così che l’editore si affida ad agenzie editoriali che lavorano in stretto contatto con le concessionarie di pubblicità. In questo modo è possibile organizzare dei passaggi di fatture passive sfruttando le diverse percentuali sull’Iva, ricavando dunque denaro. 

Nel caso specifico la Fassa srl era la fruitrice degli spazi pubblicitari, Se.com Group spa fungeva da intermediario con la concessionaria pubblicitaria Defi Italia spa, che a sua volta acquistava gli spazi pubblicitari dalla Media Market srl e dalla Media Maker spa. Un intreccio, scrivono i magistrati nel decreto di sequestro del Blanca, «di fatturazioni ideologicamente false poiché afferenti a operazioni inesistenti». Dalle dichiarazioni rese da Paolo Fassa e dalla figlia Manuela, oltre che dagli altri indagati, ovvero Alessandro e Fabio Negri (titolari della Se.com Group spa), Alessandra Sommaruga (agente esterno della Se.com Group spa), Giorgio Fallica (amministratore di Defi Italia spa), Paolo D’Amico (amministratore della Creative Media) a cui si aggiungono il fiduciario Giuseppe Parodi e la sua collaboratrice Adelia Colombo, i magistrati giungono alla conclusione che gli «effettivi beneficiari del meccanismo fraudolento fossero i componenti della famiglia Fassa». 

Un ruolo cardine veniva svolto poi da Giuseppe Parodi.

Il 70enne, residente in Svizzera, è il titolare delle società britanniche a cui era formalmente intestato il leasing del Blanca ma che, attraverso noleggi fittizi alla croata Creative Media, restituiva il denaro ai Fassa. La società principale era la Pol Dance Wear ltdcon cui, si legge nei verbali, aveva come referente oltre a Manuela Fassa anche Federico Nardi, il cognato del patron della Fassa Bortolo. Ora, a fronte dell’ammissione di colpa resa durante gli interrogatori e il versamento integrale delle imposte sottratte all’erario, porterà padre e figlia a presentare istanza di patteggiamento per i soli reati tributari. 

Video

Ultimo aggiornamento: 11:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci