TREVISO - La falla nel meccanismo per rilasciare il Green pass a seguito della documentata positività al Covid è stata messa alla luce dal Ris di Parma. Sono state le analisi dei campioni molecolari, e la ricerca certosina del Dna dei possessori di ogni singolo tampone, a rendere evidente che i campioni non appartenevano alla stessa persona. L'indagine della Procura, giunta alla fase di chiusura, descrive il sistema messo in piedi dagli indagati che, all'epoca, lavoravano al centro "Salute e Cultura" di Fiera.
Secondo gli investigatori, al vertice del raggiro ci sono il medico Marzia Carniato, ex direttore sanitario della struttura, indagata insieme al marito Antonio Bruscaglin, la biologa Elisa Finco, ex responsabile organizzativa, finita sotto indagine insieme al compagno Alessandro Brunello e Jessica Possamai, infermiera di Roncade.
I CAMPIONI
I carabinieri del Nas di Treviso, dopo un controllo a campione, avevano verificato che una parte dei certificati erano stati firmati da due professioniste del poliambulatorio che, invece, erano assenti in quanto avevano contratto il Covid. E poi, altri referti erano stati firmati dalle professioniste che erano, invece, in vacanza. Così, il Ris ha rintracciato i campioni caricati sulla piattaforma regionale. E sarebbe emerso che i tamponi positivi, prelevati da persone effettivamente malate di Covid, avevano un Dna diverso da quello delle persone che avevano, invece, fatto il test per la negativizzazione.
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