Falsi tamponi e green pass, l'inchiesta si allarga: i furbetti incastrati dal Dna con controlli a campione

Martedì 18 Aprile 2023
Falsi tamponi per ottenere il Green pass

TREVISO - La falla nel meccanismo per rilasciare il Green pass a seguito della documentata positività al Covid è stata messa alla luce dal Ris di Parma. Sono state le analisi dei campioni molecolari, e la ricerca certosina del Dna dei possessori di ogni singolo tampone, a rendere evidente che i campioni non appartenevano alla stessa persona. L'indagine della Procura, giunta alla fase di chiusura, descrive il sistema messo in piedi dagli indagati che, all'epoca, lavoravano al centro "Salute e Cultura" di Fiera.

Secondo gli investigatori, al vertice del raggiro ci sono il medico Marzia Carniato, ex direttore sanitario della struttura, indagata insieme al marito Antonio Bruscaglin, la biologa Elisa Finco, ex responsabile organizzativa, finita sotto indagine insieme al compagno Alessandro Brunello e Jessica Possamai, infermiera di Roncade.

Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al falso in atto pubblico. Oltre alle contestazioni a vario titolo di falso ideologico, falso in certificato medico e infedele redazione delle certificazioni. Nessuna delle tre lavora più al centro "Salute & Cultura": la struttura ha interrotto il rapporto a luglio del 2022, appena saputo dell'inchiesta in atto. Sessanta invece i pazienti sotto accusa per falso in atto pubblico. E tra questi spicca il nome dell'ex prefetto di Treviso, Maria Augusta Marrosu.

I CAMPIONI
I carabinieri del Nas di Treviso, dopo un controllo a campione, avevano verificato che una parte dei certificati erano stati firmati da due professioniste del poliambulatorio che, invece, erano assenti in quanto avevano contratto il Covid. E poi, altri referti erano stati firmati dalle professioniste che erano, invece, in vacanza. Così, il Ris ha rintracciato i campioni caricati sulla piattaforma regionale. E sarebbe emerso che i tamponi positivi, prelevati da persone effettivamente malate di Covid, avevano un Dna diverso da quello delle persone che avevano, invece, fatto il test per la negativizzazione. 
      

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