Fabrizio Biscaro: chi è il killer di Moriago. I problemi psichici e la terapia interrotta da un anno

Venerdì 25 Giugno 2021 di Lina Paronetto
Fabrizio Biscaro
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TREVISO - Dopo anni di terapie, incontri e percorsi di sostegno psicologico con il Centro di salute mentale di Conegliano, da poco più di un anno Fabrizio Biscaro aveva deciso di sospendere le cure. Da quel momento il suo già fragile equilibrio psichico è andato incontro a nuovi momenti di difficoltà. Difficoltà probabilmente esasperate anche dai duri mesi segnati dall'epidemia da Covid e dal taglio forzato delle relazioni sociali che nel caso del 34enne erano già da tempo ridotte all'osso. Tanto che l'uomo era diventato un assiduo frequentatore dei social network, dove cercava amicizie e relazioni che aveva tagliato nella vita reale. Aveva diversi profili ma, da qualche giorno, risultano tutti cancellati

Terapia sospesa: il killer aveva problemi psichici

«Quella di Biscaro era una presa in carica complessa, con il totale coinvolgimento della famiglia.

Poi, diverso tempo fa, il 34enne ha sospeso la terapia. Il percorso di guarigione aveva dato esiti positivi, tanto è vero che era riuscito a reinserirsi nel mondo del lavoro». Così Carola Tozzini, referente del dipartimento di Psichiatria della Usl 2 della Marca. L'omicidio di Moriago della Battaglia, la brutale uccisione della 35enne Elisa Campeol, scelta come vittima del tutto casuale della furia cieca, della rabbia da sfogare di Fabrizio Biscaro, riporta di drammatica attualità il tema della cura e della gestione dei malati psichici. 

Chi controlla i casi come Fabrizio?

Se davvero tra l'autore del delitto e la giovane barista di Pieve di Soligo non c'era una conoscenza, se non esiste movente al di là della malattia, è urgente aprire un riflessione sul monitoraggio che si riesce ad attuare, nel territorio, rispetto ai soggetti in cura. A dirlo, ieri mattina, il prefetto di Treviso Maria Rosaria Laganà. «Da quelle che sono le prime indicazioni rispetto a questo caso ha commentato la rappresentante del Governo - si tratta veramente di un fatto gravissimo che si è sviluppato in una situazione di assoluta casualità. E che ripropone il tema, vasto ed estremamente significativo, del disagio psichico. Un fenomeno difficilmente controllabile se non da chi segue le singole persone». Situazioni che sfuggono a un controllo costante e che possono portare a eccessi, a comportamenti violenti. «Bisogna interrogarsi non solo sull'efficacia delle cure ma anche sul fatto che vengano effettivamente svolte, altrimenti avremo di ritrovarci con delle mine vaganti. Ovviamente - sottolinea Laganà - con il beneficio che poi tutto quello che in questo momento sta emergendo venga verificato». Il prefetto rivolge un pensiero ai genitori e alla sorella di Elisa: «Perdere una figlia con queste modalità è non soltanto molto doloroso ma anche difficile da accettare». Il caso di Moriago ricorda drammaticamente l'aggressione subita a fine marzo dalla 26enne Marta Novello a Marocco di Mogliano per mano di un ragazzino di appena 15 anni che voleva rapinarla. Laganà ribadisce che dall'omicidio di Elisa occorre trarre una lezione: «Richiede una riflessione sul fenomeno delle difficoltà mentali, di fronte alle quali spesso le famiglie sono lasciate sole, con interventi limitati da poter porre in essere. Con il risultato che questi casi sono difficili da intercettare anche per chi gestisce la sicurezza nel territorio».

 

Ultimo aggiornamento: 26 Giugno, 09:41 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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