Fabio, la bella vita tra donne e auto: tremila clienti, 72 milioni investiti

Mercoledì 19 Dicembre 2018 di Davide Tamiello
Fabio, la bella vita tra donne e auto: tremila clienti, 72 milioni investiti

PORTOGRUARO - Il sorriso sornione del vincente ce l'ha sempre avuto, pietra miliare del suo successo. Un talento, per così dire, affiancato e rafforzato da una parlantina da affabulatore e un sistema solido e a prova di scettico, perché basato sulla fiducia. Fabio Gaiatto l'aveva pensata bene, la sua struttura da 72 milioni di euro. Vedi che il tuo amico ha fatto fortuna? Affidati anche tu alla Venice Investment, una catena maledettamente funzionale, che ha fatto finire nel baratro tremila persone.
La gente cominciava a chiedere conto dei propri risparmi, e lui continuava la sua vita, tra una villa e l'altra e auto di lusso. «Non preoccuparti, i soldi arriveranno, ci siamo quasi». Screenshot a testimonianza di qualche fantomatico bonifico, inviati a clienti furibondi, solo per guadagnare tempo. Poteva fuggire, è vero. Poi confiderà alla madre che sarebbe stata solo una questione di tempo: stava aspettando 50 milioni di euro, da una misteriosa donna russa, che avrebbero sistemato i conti e gli avrebbero permesso di scappare all'estero. Lontano dai debiti, lontano dai guai.
Guai da cui difficilmente sarebbe uscito da solo. Perché da un patto con la Camorra non si esce dall'oggi al domani. E lui, «Gli zii», come li chiamava con la madre per assicurarsi che venissero regolarmente pagati anche in sua assenza, ormai ce li aveva sul groppone. Con la prima inchiesta, infatti, la procura aveva fatto chiudere tutti i conti correnti. Anche quello in cui erano stati depositati i 12 milioni dei Casalesi. Non tanto per investirli, quanto per ripulirli. La sensazione, però, è che le estorsioni fossero una conseguenza a cui non era preparato. Era stato lui stesso, durante un primo interrogatorio, a spiegare di essersi affidato a questi presunti malavitosi in una qualche richiesta di aiuto. Sembrava la solita sparata: di sedicenti camorristi, in affari di questo genere, è pieno il mondo. Questi, invece, non erano millantatori.
LE DONNE
Le donne hanno scandito le fasi della vita e della carriera del broker, ne hanno determinato ascesa e declino. Croce e delizia del suo impero: da un lato la sua venere, la moglie di cui era perdutamente innamorato, compagna di vita (e di affari) da oltre 15 anni, la 31enne Najima Romani. Poi c'è la madre, l'unica a poter aver contatti con lui in carcere, da oltre tre mesi. Amica e confidente, anche troppo: i loro incontri sono stati registrati, complicando ancor di più il quadro accusatorio a carico di Gaiatto. Marjia Rade, 54 anni, slovena di Capodistria, era il suo braccio destro, arrestata al confine solo 20 giorni fa dopo mesi di latitanza. E poi c'è la sovietica del mistero, quella che avrebbe dovuto risolvere tutti i suoi problemi e liberarlo da quella angosciante condizione, tra l'incudine dei creditori e il martello dei Casalesi. È stata proprio una donna, infine, a far cadere la maschera. La segretaria a cui aveva chiesto di bruciare tutti i documenti e i contratti, e che invece ha scelto di tradirlo e consegnarli nelle mani degli investigatori.
Davide Tamiello
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Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 09:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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