«Nessuna estorsione, quei soldi erano per prestazioni sessuali»: assolto ambulante 31enne

Mercoledì 17 Maggio 2023 di Valeria Lipparini
PALAZZO DI GIUSTIZIA Rito abbreviato per un ambulante marocchino accusato di estorsione

REFRONTOLOEstorsione di 17mila euro a un anziano 72enne. In un caso anche con la minaccia di un coltello puntato alla gola. Il pubblico ministero Anna Andreatta ha chiuso la requisitoria con la richiesta di una condanna esemplare a 5 anni e 4 mesi, “scontata” di un terzo in forza del rito abbreviato.

LA DECISIONE

Invece il gup, Piera De Stefani, ha assolto ieri, perchè il fatto non sussiste, l’imputato I.E.S., ambulante marocchino 31enne residente a Quero Vas, nel bellunese. L’uomo, difeso dall’avvocato Guido Galletti, ha sempre respinto le accuse sostenendo che quel denaro - in cifre un po’ più contenute rispetto a quanto risulta dal capo d’imputazione - era il pagamento di alcune prestazioni di carattere sessuali intercorse tra i due. La vicenda era venuta alla luce il 13 novembre 2020, data in cui il 31enne era stato arrestato. I militari, allertati dalla presunta vittima, lo avevano trovato con in tasca mille euro appena ricevuti dal pensionato, che gli aveva teso una trappola dopo le continue minacce che asseriva di aver ricevuto nei mesi precedenti. La Procura aveva aperto un’inchiesta ed erano stati acquisiti al fascicolo d’indagine i tabulati dei prelievi, assolutamente straordinari per le abitudini di vita del pensionato, che erano stati effettuati tra il settembre e il novembre del 2020 all’ufficio postale di Refrontolo dove il 72enne aveva il conto. Acquisiti anche i tabulati delle utente telefoniche che registravano messaggi e conversazioni tra i due uomini.

LE DICHIARAZIONI

Il marocchino era stato sentito, in sede di abbreviato, due anni dopo l’arresto e aveva spiegato i contorni della vicenda. «Ho conosciuto l’anziano perchè sono venditore porta a porta di piccola oggettistica. Lui, comperava sempre qualcosa da me» aveva spiegato l’imputato, che non aveva mai negato di aver ricevuto somme di denaro dal pensionato. «Gli iniziali rapporti commerciali si sono poi trasformati in ripetuti rapporti intimi che venivano effettuati dietro pagamento di denaro. Il pensionato aveva conosciuto la mia situazione, in quanto avevo lasciato i genitori bisognosi in Marocco, e mi aiutava dandomi dei soldi anche per la mia famiglia di origine. Non ho mai estorto denaro e non l’ho mai minacciato» aveva riferito, assistito dall’avvocato Galletti. La Procura, invece, aveva sostenuto l’estorsione aggravata dalle minacce, dall’aver approfittato della condizione dell’anziano e dal danno consistente che gli avrebbe procurato. Erano state acquisite le testimonianze dei vicini e la dichiarazione di una dipendente dell’ufficio postale secondo la quale l’anziano avrebbe confidato il motivo dei prelievi abnormi per il suo tenore di vita, con elargizioni all’ambulante anche di 4-5mila euro alla volta.

Una tesi che, però, per il giudice non è risultata sufficientemente provata.

Ultimo aggiornamento: 07:38 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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