Esami e voti bassi, quando il ministro Tina Anselmi era all'università

Domenica 30 Ottobre 2022 di Alda Vanzan
Tina Anselmi e a sua domanda di laurea

CASTELFRANCO VENETO - Cosa si può non sapere di Tina Anselmi? È stata la partigiana Gabriella, dal 1944 iscritta alla Democrazia cristiana. La sindacalista attentissima alla condizione femminile. La deputata (19681992) e la prima donna ministro (1976) in Italia. La presidente della Commissione parlamentare d'inchiesta sulla loggia P2 (19811984). È stato grazie alla sua «ferma determinazione», come ebbe a dire il Capo dello Stato Sergio Mattarella, che il 23 dicembre 1978 nacque il Servizio sanitario nazionale. In questi giorni il suo nome è riecheggiato: è stata omaggiata dalla premier Giorgia Meloni, mentre in un Comune dell'hinterland veneziano, Marcon, il sindaco ha preferito toglierle una scuola per intitolarla a Piero Angela.

Dopodomani sarà l'anniversario della sua morte (Castelfranco Veneto, 25 marzo 1927 1º novembre 2016). E mentre si aspetta il film che Rai Fiction conta di presentare nel 2023, c'è chi ha rinvenuto documenti inediti di questa protagonista della storia repubblicana. Quelli del suo percorso universitario, dal libretto alla tesi di laurea. Ecco, Tina Anselmi non è stata una secchiona. Ma non era neanche una semplice studentessa: all'università già lavorava, era impegnata in politica e, dopo la morte del padre, doveva pensare anche alla famiglia e alle sorelline.


IL PERCORSO
L'11 novembre 1945, superato l'esame di ammissione, Tina Anselmi chiede al rettore dell'Università Cattolica Sacro Cuore di Milano di essere iscritta a Magistero per la laurea in Materie letterarie. Da pochi mesi aveva cessato di essere la staffetta partigiana Gabriella e già nel giugno del 1945 aveva iniziato la sua attività per la corrente sindacale cristiana della Cgil, ancora unitaria, a sostegno delle operaie della Castellana sfruttate nelle filande. A ritrovare la documentazione su questo periodo della vita di Tina Anselmi, Mauro Pitteri che sta ricostruendo una ampia biografia sulla grande veneta per conto di Cisl Veneto e Valentina Magrin, figlia di Gianna Anselmi, sorella di Tina. «Non è stato semplice recuperare il libretto universitario», racconta Pitteri. Ma com'è stato il percorso di studi? «Il primo anno è filato via liscio, quattro esami annuali dati con una media del 26. Nel secondo anno, solo due esami il 20 giugno. Comprensibile, però. Dal 1 al 7 giugno 1947 Tina era stata delegata al congresso nazionale di Firenze della Cgil unitaria. In quell'anno la sua attività sindacale era stata intensa. Assemblee, riunioni con il filandiere, addirittura l'occupazione di una filanda a Ramon di Loria che il padrone voleva chiudere con conseguente intervento della forza pubblica e suo arresto, sia pur durato neanche mezza giornata per l'intervento in Prefettura delle donne della corrente sindacale cristiana e del loro parroco». Forse, in questo contesto va ricondotto un ricordo non datato della stessa Anselmi: Una volta sono stata arrestata col motivo che avevo turbato l'ordine pubblico. Allora i preti organizzarono una spedizione con i carretti e i cavalli e arrivarono davanti alla Prefettura di Treviso. Fecero l'ira di Dio e il prefetto mi lasciò andare a casa.
Ancora un rallentamento nel 1948; due soli esami in giugno, due scritti e un orale in ottobre. Ma è l'anno in cui bisognava chiudere i contratti del filandiere. Tina, con i dirigenti del sindacato tessile di allora, la Fiot, pur di far aprire la stagione serica in un momento di grave crisi del settore, aveva sottoscritto un contratto che prevedeva un'ora in più di lavoro per le operaie, nove anziché otto, a parità di salario. Ciò le attirò gli strali della corrente sindacale comunista che nel dicembre del 1947 la accusò di essere dalla parte dei padroni. «Poco tempo quindi per i libri», osserva Pitteri. Nell'aprile del 1950 dà l'ultimo esame, ma chiede di sostenere la tesi solo il 2 ottobre 1951. «Tale ritardo è dovuto a questioni private. La malattia ai reni del suo moroso, Nino Acoleo, studente di medicina a Padova, costretto alla dialisi e morto a soli 34 anni; poi la morte di papà Ferruccio che la rende responsabile delle due sorelle di quattordici e undici anni, Maria Teresa e Gianna. Sfruttando il suo diploma magistrale inizia la carriera di maestra, e ciò le ha consentito di entrare nella neo costituita Cisl come dirigente mandamentale del Sindacato maestri elementari (il Sinascel)». Alla fine del 1951 discute la tesi di laurea in Storia dell'arte dedicata alla fortuna di Giorgione. «La discussione avviene il 9 novembre, il voto non è dei migliori, 98/110, ma è comprensibile - dice Pitteri - perché oltre a fare la maestra, già nel 1953 sarebbe diventata delegata provinciale delle giovani democristiane e poco dopo avrebbe iniziato la sua carriera politica all'interno del Movimento femminile della Dc che l'avrebbe condotta a essere la prima donna ministro della Repubblica».


IL SINDACATO
Dice Gianfranco Refosco, segretario Cisl Veneto: «Su Tina Anselmi la Cisl del Veneto ha dedicato un progetto che ha preso avvio nel 2017, subito dopo la sua scomparsa, con la dedicazione a suo nome della sala conferenze della nostra sede regionale e poi un lavoro di ricerca storica, curato da Mauro Pitteri e numerose iniziative, tra cui uno spettacolo teatrale. Anche quando ha lasciato la militanza sindacale per l'impegno nella politica, Tina ha sempre mantenuto uno strettissimo rapporto con la nostra organizzazione sui temi del lavoro e della tutela previdenziale».


IL CINEMA
Cosa direbbe oggi Tina Anselmi della polemica sull'uso dell'articolo il - il presidente del Consiglio - chiesto da Giorgia Meloni? «Penso che direbbe: chiamatemi come vi pare», dice la nipote Valentina Magrin, esperta di giornalismo investigativo e autrice di programmi tv e documentari di genere crime (è stata tra gli autori di Unabomber da poco trasmesso su Rai2). «Quando mia zia diventò ministro, i servizi igienici a palazzo Chigi erano solo per gli uomini, ci raccontava che quando andava in bagno aveva qualcuno fuori che le teneva la porta». L'anno prossimo uscirà il film di Luciano Manuzzi sulla vita dell'Anselmi, interpretata da Sarah Felberbaum, con le figlie di Valentina che recitano la parte delle sorelle, Gianna e Maria Teresa, di Tina. «Mia zia era appassionata di cinema, anche quand'era ministro si ritagliava sempre qualche giorno a settembre per andare al Lido, dalla sua amica Ada Carlesso, e vedere i film della Biennale». Guarda un po', senza calcare il red carpet.
 

Ultimo aggiornamento: 31 Ottobre, 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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