La strage di Gorgo, chi era Eralda Spahillari: «Una guerriera. Era il capitano della classe, sempre eletta rappresentante»

Lunedì 6 Marzo 2023
Eralda Spahillari, vittima dell'incidente di Gorgo al Monticano

PONTE DI PIAVE (PADOVA) - Una guerriera con il cuore di panna. Tosta, decisa, determinata. Ma sempre con il sorriso. E gentile. La ricordano così le compagne del Lepido Rocco, che hanno concluso i tre anni di estetica e, adesso, stanno completando il quarto anno per ottenere l'abilitazione. Un "pezzo di carta", necessario per sognare. Era proprio quello che faceva Eralda Spahillari, la 19enne morta nello schianto di sabato notte in auto, mentre andava a divertirsi con il suo ragazzo e una coppia di amici. «Aveva le idee chiare, appena finita la scuola voleva aprire un centro di estetica tutto suo. Stava lavorando per dare forma e sostanza al suo sogno e stava cercando un locale vicino a Negrisia dove avviare l'attività» la ricorda così Chiara, un'amica di classe. Idee chiare, piedi ben piantati per terra. «Era il capitano della classe, sempre eletta rappresentante. Tutte noi la seguivamo e le volevamo bene. Perché era lei che univa la classe, che ci difendeva dai professori se chiedevano troppo e che cercava di riappacificarci se litigavamo tra di noi. Era solare, intraprendente, molto più matura dei suoi 19 anni» sono le parole di Amelia, un'altra compagna che ieri ha posato un mazzo di fiori sul luogo dell'incidente. «Pensava di aprire un centro estetico, che voleva gestire da sola.

Poi, con il tempo, ci diceva, avrebbe assunto un'altra ragazza. Faceva progetti per il futuro che comprendevano il suo ragazzo Mikele Tatani. Lei non c'è più e il suo ragazzo lotta tra la vita e la morte. È un pensiero fisso, un chiodo conficcato nella mente di tutte noi. Ci siamo sentite, messaggiate. C'è il dolore, troppo e troppo grande. Perchè non è giusto morire di notte, lungo una strada, a 19 anni, quando si ha tutta la vita davanti agli occhi. Quando si sogna e non si vorrebbe chiuderli mai, gli occhi».


Le compagne non riescono a pensare al giorno dell'addio, al funerale, ai saluti. La stessa aria di dolore e disperazione si respirava ieri mattina, nella palazzina dover abitava Eralda con la mamma, di origini greche, il papà, albanese e i due fratelli più piccoli un maschio e una femmina Erin e Florian. I parenti, giunti per stringersi attorno alla famiglia in lacrime, non sono riusciti a dire niente. «È un dolore straziante. Siamo spezzati dentro. Cercate di capire, non è il momento» hanno ripetuto. Mentre una ragazzina, che abita nello stesso pianerottolo degli Spahillari la dipinge con parole dolcissime:

Eralda era sempre gentilissima, simpatica e solare

Con il ragazzo formava una bellissima coppia. Li vedevano spesso al bar da Bepi, vicino a casa, a bere qualcosa e raccontarsi il loro avvenire. Lo immaginavano insieme. E lo vedevano disegnarsi, giorno dopo giorno. Eralda lavorava duro per cercare di realizzarlo. Oltre alla scuola, e allo stage che aveva completato all'estetica Amorfia a Ponte di Piave, lavorava i fine settimana alla pizzeria Costa Azzurra di Ponte di Piave.


Una tragedia che il sindaco di Ponte di Piave, Paola Roma, riassume così: «È terribile quanto successo, la nostra comunità è vicina alla famiglia. Ci stringiamo in un grande abbraccio ai genitori e ai fratelli di Eralda. L'amministrazione è pronta a dare una mano a tutti loro». Poi, il sindaco spende una parola sulle stragi della strada: «Stiamo lavorando e continueremo a farlo, puntando sulla prevenzione, parlando a scuola e nelle autoscuole, con l'obiettivo di allevare una generazione responsabile». Ma non è stato sufficiente. Perchè i sogni di Eralda li ha spenti una sbandata con la Mercedes e un platano. Parigi, con la Tour Eiffel che faceva da sfondo, dove era stata con il ragazzo, le serate in discoteca alla Casa di Caccia, ma anche Tirana dove voleva tornare. Tappe che resteranno tessere di un puzzle che non si completerà mai.

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Ultimo aggiornamento: 18:45 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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