«Sono Mister Diadora, non mi manda papà, sto costruendo il mio impero»

Lunedì 14 Maggio 2018 di Edoardo Pittalis
Enrico Moretti Polegato, 37 anni, con la moglie Claudia
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Mister Diadora ha poco più della metà degli anni della sua azienda che è nata nel 1948, prima fabbrica del Distretto della scarpa sportiva, anticipo del Nordest e del Made in Italy della moda.  Caerano di San Marco è proprio sotto il Montello che in questi giorni si prepara al passaggio del Giro d'Italia con la tappa di Nervesa. Il nuovo modo di fare lavoro e ricchezza nel Veneto della seconda metà del Novecento è nato in quest'area che sa di pianura ma è già quasi montagna, solcata da strade antiche e attraversata dal Piave. 
Enrico Moretti Polegato, 37 anni a luglio, nato ad Asolo, è avvocato ma non ha mai esercitato, parla sei lingue e ne sta studiando altre due, ha preso in mano nel 2009 il più famoso marchio sportivo italiano che viveva momenti difficili. 

Nel settore la Diadora è quella con più storia, lo si vede dalle teche del museo dove scarpe, scarpette, scarpini e scarponi, maglie e tute, ricostruiscono il passato dello sport: le scarpette di Baggio che sbagliò il rigore alla finale di Usa 94 e quelle di Totti campione del mondo a Berlino 2006; le scarpe di Borg imbattibile sull'erba e sulla terra rossa; gli scarpini di Mennea che volava sulla pista olimpica di Mosca 1980; il guanto che calzava i piedi di Moser nella conquista del record dell'ora a Città del Messico. Il sorriso triste di Senna. Tra una vecchia macchina che taglia le pelli che si misurano ancora alla anglosassone, perché detta legge la Borsa di Chicago. E la grossa macchina per cucire nera usata per rifinire il primo scarpone da montagna.

Si sente spesso chiedere quanto pesa un padre importante come il suo?
«È così per tutti, anche se dai e ridai spesso non sei quello della Diadora, ma resti il figlio di quello della Geox.
E' anche una responsabilità, sicuramente però aiuta, non è un peso. Fino a quando non ti conoscono, chi si fida di te nel mondo del lavoro lo fa perché sa chi hai alle spalle. Poi devi dimostrare tu di essere all'altezza, non puoi pensare di cavartela scimmiottando quello che ha fatto tuo padre. Con la Diadora ho creato qualcosa di mio, non del figlio della Geox
».

Cosa la differenzia dal padre?
«Mio padre Mario ha una determinazione fuori dal comune e sempre una chiara visione di dove vuole andare. E riesce a coniugarlo mettendoci passione e non freddezza. Lui l'impero lo gestisce, io lo sto costruendo, non mi è stato regalato e lo faccio con tutti gli strumenti che vivere nel 2018 mi offre. Lui resta figlio di un Nordest che emergeva, di imprenditori apripista in tutto il mondo
».....




 
Ultimo aggiornamento: 15 Maggio, 18:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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