Produrre energia dagli scarti delle olive, l'idea innovativa di Sebastiano di Vittorio Veneto

Martedì 23 Agosto 2022 di Pio Dal Cin
Produce energia dagli scarti delle olive

VITTORIO VENETO - Durante l'ultima Fiera di Godega il governatore del Veneto, Luca Zaia, si era soffermato per alcuni minuti a salutare Sebastiano Baccichetti e a complimentarsi per il suo olio al basilico che nel 2021 ha sbaragliato tutti i concorrenti in una delle più prestigiose competizioni per la qualità e l'eccellenza. Non poteva essere diversamente per un'azienda a conduzione famigliare, nata a Vittorio Veneto con un'esperienza in campo agricolo che si perde nella notte dei tempi.

La famiglia vanta infatti antiche origini e da sempre è stata impegnata nell'agricoltura. E oggi produce anche energia dagli scarti della lavorazione delle olive.


L'IDEA
Il ricordo di Sebastiano Baccichetti inizia con il fratello del nonno, quello zio Giacomo che aveva avviato l'attività agricola che oggi è diventata un'azienda che produce olio d'oliva, ortaggi e una varietà di fagioli che, senza la caparbietà di Sebastiano, si sarebbe estinta. Ultimo di dodici fratelli, gestisce un oliveto con oltre 2.000 piante.Ma la vera novità sta proprio nella gestione degli scarti. «La sansa, lo scarto della lavorazione dell'olio, stava diventando un vero e proprio problema - racconta Sebastiano, classe 1948, che gestisce l'azienda assieme al figlio Giovanni e al nipote Edoardo - Abbiamo risolto il problema cedendola a un prezzo simbolico di un euro alla tonnellata a ditte della zona che la utilizzano nei loro biodigestori». Ovvero contenitori ermetici che trasformano i rifiuti organici il cui prodotto viene miscelato con dei batteri per ottenere biogas. Con il termine biogas si intende una miscela di vari tipi di gas, costituita prevalentemente da metano (almeno il 50%) e anidride carbonica. Questo sistema permette ai Baccichetti di eliminare le scorie della produzione senza costi e avviarle a un processo di riciclo per le ditte che producendo biogas le riciclano in maniera sostenibile ed efficiente per le loro aziende agricole.


IL SISTEMA
«Un biodigestore deve funzionare h24 - continua Sebastiano - E quindi la domanda di sansa ci libera dal problema di come smaltirla». Ma la vera rivoluzione sta nel nocciolo dell'oliva. Quello che comunemente viene definito osso durante la lavorazione che porta alla produzione viene separato e frantumato. Non necessita di essicazione e viene subito riutilizzato come fosse del normalissimo pellet: «Abbiamo acquistato una potente caldaia che da sola gestisce il flusso dei noccioli delle olive frantumati e li inserisce nel bruciatore -spiega Baccichetti - Facendo così ci siamo sganciati dall'uso del gasolio e riusciamo a risparmiare dai 15 ai 20 mila euro all'anno avendo tutta l'energia che ci serve senza scartare nulla». E' un sistema che al sud viene utilizzato già da anni, essendo le produzioni di olive molto vaste. «In Veneto ce ne sono una mezza dozzina, ma in provincia di Treviso siamo i soli ad aver adottato questo sistema» conclude il titolare. Ultimo motivo di orgoglio dell'azienda Baccicchetti è quello di aver salvato una particolarità rarissima di fagioli dal nome singolare di Mame d'Alpago: «Un fagiolo di una squisitezza e cremosità uniche che cresceva in Alpago spontaneamente sulle pannocchie di granoturco. Rischiava l'estinzione dopo l'introduzione degli anticrittogamici. Lo abbiamo salvato e adesso lo produciamo annualmente con grande soddisfazione».


 

Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 10:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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