Emanuele, da Roma a Treviso per operarsi: era sordo, ora torna a sentire con l'orecchio artificiale

Martedì 28 Agosto 2018 di Mauro Favaro
Emanuele, da Roma a Treviso per operarsi: era sordo, ora torna a sentire con l'orecchio artificiale
TREVISO - Da Roma a Treviso per tornare a sentire i suoni e le parole. La storia di Emanuele, 13enne che vive con la famiglia nella capitale, arrivato a essere praticamente sordo, ha del miracoloso. Il miracolo, a livello scientifico, è stato compiuto dai medici dell'ospedale di Treviso che sono riusciti a ridonargli l'udito attraverso l'installazione di un impianto cocleare: una sorta di orecchio artificiale, collegato al nervo acustico, in grado di ripristinare le capacità di sentire i suoni e i rumori del mondo. Il giovane è stato operato in luglio da Daniele Frezza, direttore dell'unità Chirurgia dell'orecchio, in collaborazione con Cosimo De Filippis, primario di Audiologia di Treviso.
 
LE LACRIMEVenerdì scorso è stato acceso l'impianto. Al suono delle prime parole, Emanuele è scoppiato a piangere assieme alla sorellina di 11 anni. E i genitori con loro. Non è stata un'operazione semplice. Il 13enne è nato con gravi malformazioni all'intestino e all'esofago. Negli anni ha perso anche l'udito. Per un po' la situazione è stata tamponata, poi è precipitata. Inizialmente la famiglia era entrata in contatto con l'ospedale di Treviso per cercare una soluzione alle malformazioni di Emanuele. «Attraverso l'Aimar, l'Associazione italiana malformazioni ano-rettali, abbiamo conosciuto la dottoressa Paola Midrio, primario della Chirurgia pediatrica racconta Antonella Lauro, mamma di Emanuele, insieme al marito Alberto a Treviso ci siamo sempre trovati benissimo. Nostro figlio non è un numero o un caso da studiare per fare curriculum, è solo e semplicemente Emanuele. Ci siamo sentiti accolti come in una famiglia. E livello sanitario sono ineccepibili». 
LA SCELTAPer tutte queste ragioni il papà e la mamma del 13enne hanno deciso che era meglio affrontare a Treviso anche l'operazione all'orecchio. Per la famiglia non è un problema macinare 1.200 chilometri, tra andata e ritorno, fra Roma e Treviso, per ogni intervento e ogni visita di controllo: «Sono tanti, sì, ma consiglierei a tutti di fare lo stesso sottolinea Antonella anzi, adesso stiamo pensando di trasferirci in pianta stabile a Treviso». Anche le piccole cose hanno fatto la differenza: «Tempo fa abbiamo incontrato in farmacia un'infermiera che aveva seguito Emanuele, ci ha riconosciuti e ci ha chiesto come andava con nostro figlio. È stata una sensazione stupenda, a Roma queste cose non succedono».
IL PRIMARIODifficile per l'ospedale di Treviso ricevere riconoscimenti migliori: «Emanuele è un bambino molto intelligente e sveglio. Direi in una maniera sorprendente, perché fin da bambino ha sofferto di grave ipoacusia, quindi ha sempre sentito estremamente poco e solo grazie alle protesi spiega Frezza ora, grazie all'impianto, ci sente bene da un orecchio. Si è commosso insieme ai genitori e alla sorellina quando si è accorto di sentirci. È stata una grandissima soddisfazione».
Ultimo aggiornamento: 19:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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