Zaia spegne il caso-liste: «Niente correnti, puntiamo al risultato. Se Fdi sorpassa la Lega è un problema per l'autonomia»

Venerdì 26 Agosto 2022 di Alda Vanzan
Luca Zaia
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Presidente Luca Zaia, le sue parole sulle liste elettorali della Lega in Veneto per le Politiche del 25 settembre - «Io rispondo di quello che faccio e le liste non le ho fatte» - hanno provocato scalpore.

«Io le liste non le ho viste, è così, ma l'avevo detto sin dall'inizio che non mi sarei occupato delle candidature.

Non è una novità, farlo significherebbe occuparsene dall'inizio alla fine ed avere una estrema conoscenza di tutta l'attività parlamentare».

Però stavolta l'ha detto nettamente.

«Ho l'impressione che la mia dichiarazione sia stata interpretata come la volontà di dire: è roba di altri. Io sono estremamente convinto che ognuno debba fare il suo mestiere, l'amministratore fa l'amministratore, il segretario fa le liste. Teniamo presente che, in virtù del taglio dei posti, stavolta, per la prima volta, e non perché c'è un calo di consensi ma perché si sono ridotti gli scranni, ci sono più parlamentari uscenti che entranti. E comunque l'esperienza insegna che dibattito ce n'è sempre ad ogni elezione».

Fatto sta che la reazione dei militanti che in lei si riconoscono è stata: finalmente, era ora che il presidente parlasse.

«Io ho detto chiaramente che è inutile fare bilanci adesso, li faremo alla fine delle elezioni, come abbiamo sempre fatto. E ho anche detto che adesso è il tempo di lavorare pancia a terra. Io mi sono iscritto alla Lega con un presupposto: il movimento non è Zaia, Bossi, Salvini, non è la singola persona. La Lega è la militanza, è una idea. E sopravvive a tutti noi. Ed è fondamentale che anche in questa campagna si punti al risultato».

Però la considerazione generalizzata è che in queste liste zaiani non ce ne sono.

«E allora chiariamo anche questo aspetto perché io sono perseguitato ormai da vent'anni: prima parlavano di Zaia-boys, adesso di zaiani. Arriviamo all'assurdo che a me, che non mi sono occupato di liste, viene imputata l'esclusione di alcuni candidati, come se avessi messo dei veti. E nel contempo c'è chi sostiene il contrario e cioè che alcune esclusioni ci siano state perché non mi hanno interpellato. Siamo a questi livelli qua! La verità è che la Lega è una sola e qualora avesse delle correnti, sarebbe la sua fine. Un partito deve avere degli obiettivi, non delle correnti. Dopodiché è logico che possano esserci amicizie, più o meno empatie, ma ciò non toglie che tutti dobbiamo lavorare per lo stesso obiettivo».

Nella sua Treviso, dal sindaco Mario Conte al suo ex braccio destro Fabio Gazzabin, l'osservazione è stata: non si capisce la ratio di queste candidature.

«Mario e Fabio sono due persone perbene, esprimono la loro opinione che dev'essere rispettata. Dopodiché ognuno di noi ha la sua squadra ideale in testa. La formula perfetta non c'è mai e va anche detto che è impossibile trovarla. È un dibattito che ha riguardato tutti i partiti che partono con grossi gruppi parlamentari».

In conclusione, le vanno bene queste liste o no?

«Il motto del leghista è chiaro: il militante è sempre pronto, dall'alba al tramonto! È come chiedere a un tifoso se gli va bene la formazione della nazionale di calcio, ognuno ha la sua formazione ideale. Ma questa è la squadra per la quale io correrò».

Cosa vuol dire votare Lega oggi?

«Vuol dire dare un voto all'autonomia. Vuol dire opporsi comunque a un movimento centralista nazionale che si sta rinforzando. Vuol dire dare la responsabilità a un partito che, piaccia o non piaccia, ha sempre cercato di difendere il territorio. Vorrei ricordare che quando si parla di progetti della Regione del Veneto, si parla di progetti della Lega». E se l'autonomia non andasse avanti? «Noi veneti saremo come un nido di vespe, sconti non ne verranno fatti a nessuno».

Teme il sorpasso di Fratelli d'Italia sulla Lega in Veneto?

«Temo il rischio che si pensi troppo alla corsa degli altri e non alla nostra. Premesso che una sana competizione all'interno del centrodestra è il sale delle diverse squadre e che il nostro avversario è comunque dall'altra parte della barricata, se nella assemblea di condominio la Lega pesa poco allora l'autonomia rischia davvero di avere qualche problema».

Lei si impegnerà in campagna elettorale?

«Assolutamente sì e spero che lo facciano tutti i militanti e tutti i nostri sostenitori. Abbiamo l'autonomia in ballo, ma ci sono anche altri temi da portare avanti, penso alla tassazione, ai costi energetici, il lavoro, il sociale, l'ambiente, eccetera. E vorrei che in questa campagna si parlasse di più dei giovani. Ma una cosa deve essere chiara: la Lega in questa regione non solo ha conseguito tanti risultati, dalle infrastrutture come la Pedemontana alle Olimpiadi all'eccellenza della sanità, ma il più grande di tutti è lo standing internazionale che il Veneto ha avuto. Il Veneto di oggi non è quello che mi è stato affidato 12 anni fa». 

Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 09:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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