Elezioni. Il confronto tra i candidati sindaco: sei idee diverse di città per tracciare il futuro di Treviso

Venerdì 14 Aprile 2023 di Redazione web
Il confronto tra i candidati sindaco: sei idee diverse di città per il futuro di Treviso

TREVISO - La prima sfida tra i candidati sindaco di Treviso è andata in scena ieri sera, 13 aprile, a Santa Caterina, un confronto organizzato dal Gazzettino e moderato dal direttore Roberto Papetti, tra tutti e 6 gli sfidanti in corsa per conquistare Ca’ Sugana: il sindaco leghista uscente Mario Conte; Giorgio De Nardi, candidato civico, sostenuto dal centrosinistra; Maurizio Mestriner, M5S e Unione popolare; Ugo Moro del Partito comunista italiano; Luigino Rancan, Popolo della famiglia; Nicolò Rocco, candidato del Terzo Polo.

Trasporto pubblico e mobilità lenta: sono le basi della pedonalizzazione. Come intendete attuarla?
Conte: «Abbiamo già portato a casa 15 milioni di euro per rinnovare i mezzi Mom. E puntiamo a costruire altri 15 chilometri di piste ciclabili. Vogliamo estendere le Ztl, partendo da piazza Duomo, ma in modo progressivo.

Chi dice che lo fa domani prende in giro i cittadini».

De Nardi: «Il Put è sempre pieno e il centro spesso vuoto, se non nei fine settimana. Siamo la 98. città in Italia per qualità dell’aria. E un recente sondaggio ci ha detto che il 78% dei cittadini vuole la pedonalizzazione. Questo è l’obiettivo numero uno. Togliere le distese di auto in centro, rendendolo accessibile solo ai residenti e agli aventi diritto, con park radiali fuori dalle mura per fermare le auto prima che arrivino».

Mestriner: «La progressiva pedonalizzazione consentirà alla città di tornare a vivere. Servono park scambiatori all’esterno delle mura esterni alla città, con servizi che consentano di arrivare in centro. Per la stessa ragione bisogna usare al meglio i park che già ci sono. Certo, serve anche un cambio di mentalità. Di sicuro, però, l’unico modo per togliere il traffico è dare servizi, non fare altre strade».

Moro: «È necessario completare opere come il prolungamento della tangenziale, che consente di ridurre la pressione del traffico su Treviso. E servono mezzi pubblici elettrici. L’obiettivo principale è creare la Grande Treviso, mettendo assieme i 10 comuni attorno alla città, così da creare un capoluogo da oltre 200mila abitanti in grado di fare gli investimenti necessari per rendere il territorio vivibile».

Rancan: «Treviso deve essere la città delle famiglie, dei giovani e dei bambini. Bisogna evitare che il traffico esterno entri in città. Senza per forza moltiplicare i parcheggi multipiano, che poi a volte si ritrovano vuoti. E per fare questo va ristudiata anche l’edificazione attraverso la gestione dell’Imu e le convenzioni».

Rocco: «La pedonalizzazione senza un cronoprogramma è desertificazione. Bisogna andare per step. Il primo obiettivo per noi è pedonalizzare piazza Duomo nel giro di un anno, spostando quei parcheggi al Cantarane, magari attraverso la costruzione di un park multipiano. E poi bisogna potenziare il trasporto pubblico. Mom ha un bilancio di 50 milioni. Se vogliamo bus elettrici bisogna mettere 1,5 milioni. Lo si può fare, se si vuole, anche assieme ai Comuni vicini. Il resto sono fantasie».


Questione parcheggi. Siete d’accordo con la realizzazione del park Vittoria?
Conte: «È assolutamente necessario. Il park sotterraneo in piazza Vittoria porterà 460 nuovi posti auto. E gli accessi non graveranno sul centro. Le nuove tecnologie, poi, consentiranno di non bloccare la circolazione durante il cantiere. Sarà il passo decisivo per vedere piazza Vittoria e viale Cadorna libere dalle auto. Così di fatto si inizia davvero la pedonalizzazione della città. E i 2,5 milioni di euro risparmiati nell’ambito del vecchio accordo potranno essere investiti nel Fast park del Foro Boario».

De Nardi: «Il progetto del park Vittoria ha oltre 20 anni. È vecchio. Dobbiamo invece immaginare parcheggi fuori dalle mura. A partire dai multipiano al Foro boario e nella zona della stazione. Bisogna togliere le auto dalla vista in città per collocarle in appositi contenitori. Solo così sarà possibile restituire la città al verde». Mestriner: «Siamo contrari al park Vittoria come eravamo contrari al park sotto l’ex pattinodromo. Non è possibile continuare a portare il traffico in centro. Senza contare che il cantiere in piazza Vittoria potrebbe trascinarsi dietro un sacco di problemi, durando anni».

Moro: «I parcheggi oggi non sono abbastanza e non sono baricentrici. Il park Vittoria è una delle possibilità. Per rendere la città più vivibile e meno caotica purtroppo bisogna fare qualche sacrificio. Bisogna puntare a non coprire il verde, ma è anche necessario vedere le cose in modo pragmatico».

Rancan: «Parlo anche per esperienza personale. Da sindaco di Mansuè ho visto costruire una cantina interrata che ha causato grandi problemi. Qui stiamo parlando di un parcheggio enorme. Fare il park Vittoria vuol dire danneggiare le Poste, le scuole e gli altri edifici. Treviso, poi, è una città d’acqua. Quando si pensa di scavare non si può non tenerne conto».

Rocco: «La verità è che c’è un vincolo sulla sosta in centro: o si fa il parcheggio o si paga la penale. Noi non siamo contrari in modo preconcetto al park Vittoria. Ma dato che sono passati 20 anni, bisogna fissare un limite. Si deve andare dal privato e dire che o si inizia entro un anno oppure non se ne fa niente. Fare altro vorrebbe dire prendere in giro i cittadini».


Grandi infrastrutture: quali sono le idee rispetto a opere come il completamento della tangenziale e il Terraglio Est?
Conte: «Il IV lotto della tangenziale è fondamentale. Così come il Terraglio Est. Vale lo stesso discorso per la doppia rotatoria in strada Ovest. E per il sottopasso di via Cacciatori, che andrà a sbloccare il traffico nel quadrante sud ovest della città».

De Nardi: «Sono opere che servono. Ma il vero problema è che non c’è un disegno di città. Oggi si cerca di portare a casa interventi pensati 30 anni fa. Non è possibile guidare una città guardando solo lo specchietto retrovisore. Serve un progetto a lungo termine per pensare dove si vuole andare nei prossimi 20 o 30 anni».

Mestriner: «La costruzione delle strade non risolve il problema del traffico: nuove strade portano solo nuovo traffico. Dobbiamo fare in modo che i cittadini abbiamo una reale alternativa rispetto all’uso dell’auto. Se ormai opere come il IV lotto e il Terraglio Est non possono essere fermate, vanno riviste riducendo il consumo di suolo al minimo possibile e prevedendo le adeguate compensazioni».

Moro: «Le infrastrutture sono indispensabili. Enzo Ferrari diceva che gli italiani rinunciano a tutto, tranne che alla sensazione di libertà data dall’auto. Anche oltre i singoli progetti, però, bisogna pensare in grande con la Grande Treviso per arrivare a definire piani strategici condivisi». Rancan: «Il prolungamento della tangenziale di fatto consentirebbe a Treviso di avere un raccordo anulare. E anche il Terraglio Est ci vede favorevoli. Sono progetti che possono consentire di portare il traffico fuori dalla città di Treviso».

Rocco: «Le opere vanno fatte. Sono contrario al Nimby (non nel mio giardino, ndr). Avrei preferito puntare alla liberalizzazione dell’autostrada A27. Ma l’ex vicesindaco Roberto Grigoletto fu l’unico a portare avanti davvero questo battaglia. Per questo riguarda il Terraglio Est, il vero nodo è che porta a una cittadella della salute che oggi con i medici che fuggono dal pubblico rischia di rimanere vuota».


Problema casa e piaga degli sfratti: quali le possibili soluzioni?
Conte: «Abbiamo sistemato e restituito 110 alloggi popolari. E siamo arrivati alla manifestazione d’interesse per 38 appartamenti per giovani coppie, con affitto che consente di riscattare l’alloggio. In più, investiremo sugli studentati. Nel 2025 Treviso conterà 6.500 studenti universitari. E bisogna garantire loro servizi. Parallelamente, inoltre, stiamo lavorando anche con Israa per offrire possibilità di co-housing alle persone anziane».

De Nardi: «Ci sono migliaia di case sfitte a Treviso. Gli immobili non mancano. Ma non vengono dati in affitto. Di fatto è una situazione di fallimento del mercato. Bisogna intervenire per rendere le condizioni di accesso agli alloggi più umane. È possibile farlo lavorando sulla leva dell’Imu e attivando dei fondi di garanzia per gli affitti. Va inoltre monitorato il sistema degli affitti brevi come B&B».

Mestriner: «L’amministrazione deve investire di più nell’edilizia pubblica. Anche in progetti di co-housing sia per gli anziani che per le giovani coppie. E bisogna cercare di regolamentare il sistema degli affitti brevi».

Moro: «Ci sono diverse migliaia di metri cubi di costruzioni da riconvertire. La risistemazione degli alloggi popolari è doverosa. È una sconfitta per tutti pensare che qualcosa come il 20% dei cittadini non riesce ad avere una casa stabile di proprietà o in affitto. La speculazione esagerata non può essere tollerata».

Rancan: «Parte degli alloggi pubblici potrebbero essere venduti a chi li abita. Ci sono esperienze che evidenziano come in situazioni simili gli appartamenti siano stati rimessi a nuovo proprio da quelli che erano gli inquilini. Bisogna poi aumentare l’Imu per i proprietari che scelgono di non affittare gli alloggi. E le concessioni edilizie per nuove costruzioni devono prevedere una quota di alloggi, compatibilmente con gli interventi, da mettere sul mercato a prezzo calmierato».

Rocco: «La risposta all’emergenza abitativa passa per le case popolari. Poi bisogna anche tenere in considerazione il nodo della qualità della vita. Comune e Ater hanno 200 alloggi sfitti. Servirebbe una spesa media di 50 euro. Non è poco. Ma ci sono delle vie praticabili. La prima proposta che facciamo è quella dell’auto-rigenerazione: facciamo in modo che persone con redditi bassi possano acquisire degli immobili scalando l’importo dall’affitto. Parallelamente, poi, è necessario guardare alle cooperative sociali per creare una vera e propria prospettiva dell’abitare».


Qual è la prima cosa che farete da sindaci?
Conte: «Aprire uno sportello dove gli anziani possano trovare risposte: dalla prenotazione degli esami a chiarimenti di ogni tipo».

De Nardi: «Scegliere una squadre super-performante, con competenze cristalline. È il primo, indispensabile passo per impostare un buon lavoro».

Mestriner: «Far partire comunità energetiche in ogni quartiere, installando pannelli fotovoltaici in tutti gli edifici pubblici».

Moro: «Far tornare l’ospedale pubblico e realizzare la Grande Treviso, che è indispensabile. Siamo molto in ritardo».

Rancan: «Creare il reddito di maternità, in linea con il nostro obiettivo nazionale: 500 euro per le neo-mamme, definendo di volta in volta il valore del singolo contributo in base al Fattore famiglia».

Rocco: «Incontrare il sindaco e la giunta uscente: i primi 6 mesi si lavora sul Pnrr. Di seguito, far decollare le consulte di quartiere. E poi nominare il compagno Moro presidente dell’aeroporto».

Ultimo aggiornamento: 10:08 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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