Una poltrona e sei candidati, la corsa al municipio di Villorba entra nel vivo: «Traffico e urbanistica, il rilancio parte da qui»

Mercoledì 22 Settembre 2021 di Mauro Favaro
I candidati sindaci di Villorba

VILLORBA - L'apertura del nuovo casello della Pedemontana e la gestione del traffico è uno dei punti che mette tutti d'accordo. Poi, con ricette diverse, si guarda al rilancio della zona industriale e a potenziare i servizi sociali alla luce delle nuove difficoltà legate all'emergenza Covid. E nessuno teme di parlare apertamente della fusione di Villorba con altri Comuni, a partire da Povegliano, anche se il centrosinistra va con i piedi di piombo. Sono i capisaldi attraverso i quali si è snodato il confronto organizzato ieri, 21 settembre, in municipio da Il Gazzettino tra i candidati sindaco Francesco Soligo (Lega, FdI, civica Soligo Sindaco-Villorba Serena), Alessandra Callegari (Pd e CambiAmo Villorba), Silvia Barbisan (Villorba in azione), Camilla Girasole (Villorba Lab) e Massimo Vernier (M5S). Era invece assente Emanuela Parchi (Villorba nel cuore e Villorba ControVento), che ha rinunciato all'invito all'ultimo minuto.

Partiamo dal prossimo nodo della Pedemontana. Il casello verrà aperto inizialmente senza il raccordo con l'A27. Come potrà essere gestito il traffico?
CALLEGARI: «Il sindaco aveva detto che Villorba era pronta per la Pedemontana. Non sono d'accordo. La sola via Scattolon già oggi non è sufficiente. Figuriamoci dopo. La priorità è avviare subito il progetto che prevede la costruzione della bretella tra via Monte Grappa e via Selghere e la bretella tra la Pontebbana e via Marconi. Così almeno il centro dovrebbe essere salvaguardato».
VERNIER: «Il traffico si riverserà su via Scattolon e sulla Pontebbana, con conseguente intasamento del semaforo di Carità. Ci è stato detto che era tutto fatto. In realtà non c'è niente. Tanto meno l'idea faraonica del tunnel sotterraneo a Carità. E il nodo dello sbocco della nuova bretella sulla Pontebbana dipende tutto dalla vendita dell'area ex Mondial. E' un grosso problema che dovrà essere affrontato».
SOLIGO: «C'è già il progetto per le bretelle tra la Pontebbana e via Marconi e la zona di via Monte Grappa e via Selghere. Abbiamo fatto un piano di sviluppo non solo in relazione alla Pedemontana ma anche alle zone residenziali. In consiglio comunale, però, nessuno l'ha mai visionato. Nello stesso piano, poi, ci sono altre proposte da condividere con i cittadini e le attività produttive».
GIRASOLE: «Vanno considerate anche le frazioni solitamente dimenticate. Cioè la zona a nord. Molti potrebbero riversarsi lì uscendo dal casello di Povegliano. Detto questo, sarebbe miope pensare di risolvere il nodo della Pedemontana guardando solo a via Selghere. Serve un confronto con altri Comuni ed enti per portare avanti il tema della circonvallazione esterna della città: oggi va da Silea a Paese, ma tutta l'area a nord è scoperta».
BARBISAN: «La Pedemontana è un'opportunità, dà la possibilità di rivitalizzare la zona industriale.

Ma va gestita bene. I flussi di traffico aumenteranno. E ad oggi la programmazione del Comune è assolutamente insufficiente. La bretella per la Pontebbana, ad esempio, è legata al destino dell'ex Mondial. Non è una cosa governabile dal municipio. Senza contare che i tempi sarebbero davvero troppo lunghi».

Quale sarà il futuro della zona industriale più grande della provincia? È possibile un rilancio?
BARBISAN: «Si, puntando sulla sua destinazione iniziale, senza cittadelle dello sport o altro. Proponiamo l'esenzione dall'Imu per un anno per le aziende che investono a Villorba. In primis, però, va rivista la viabilità, oggi è cervellotica. Servono servizi come parcheggi, videosorveglianza, bagni. Con l'acqua calda prodotta dalla cartiera Marsoni, inoltre, sarebbe possibile riscaldare tutta la zona industriale a costo zero grazie al teleriscaldamento».
GIRASOLE: «Viabilità e servizi vanno migliorati. Ma il Comune potrebbe dialogare con le imprese per usare parte degli spazi anche in ottica ambientale, ad esempio per fotovoltaico, sistemi di depurazione, nuovi alberi. Poi non è detto che tutta la zona debba mantenere l'attuale destinazione: ci sarebbero enormi opportunità per un progetto condiviso di rigenerazione dell'area».
SOLIGO: «Il rilancio è già in corso. Nell'ultimo anno in zona industriale si sono insediate 42 aziende. A breve arriverà l'illuminazione a led, come nel resto del territorio. La viabilità, poi, dovrà essere rivista. Siamo pronti a condividere le proposte in un forum delle attività produttive, con cadenza semestrale. E stiamo già dialogando con Mom per avere una linea dell'autobus circolare che tocchi tutte le frazioni e anche la zona industriale».
VERNIER: «Con l'attuale viabilità non si capisce nulla. La zona deve rimanere industriale. Ma servono nuovi servizi per renderla appetibile: una linea dell'autobus, la fibra ottica e così via. Noi puntiamo anche sul fotovoltaico a terra e sulle comunità energetiche, che possono tagliare le bollette del 25%. Stiamo andando verso una ripresa economica. Dobbiamo sfruttare quest'onda».
CALLEGARI: «Nel 2021 si può dare impulso all'economia agendo su bellezza ed eco-sostenibilità attraverso incentivi concreti e servizi. Puntiamo a rendere la zona industriale più bella, riportando la viabilità a cardo e decumano, che garantisce accessibilità e visibilità, con aree verdi e percorsi ciclopedonali, in modo da renderla attraente per aziende giovani e innovative. In più, il Comune può acquistare terreni con capannoni da rigenerare e darli a delle aziende per fare spazi di co-working e incubazione di idee e strart-up».

Capitolo sociale. L'emergenza sanitaria ha lasciato il segno facendo emergere nuove difficoltà. Come affrontarle?
BARBISAN: «Vanno aumentati i finanziamenti per il sociale, anche a discapito di altre situazioni. Proponiamo l'assegno unico a favore delle famiglie con Isee inferiore a 15mila euro. Più l'attivazione di due sportelli: uno per il segretariato sociale per dare informazioni sui servizi e uno per consulenze legali gratuite per esigenze semplici».
GIRASOLE: «Il sociale è sempre stata la nostra priorità. Serve un approccio diverso: le associazioni fanno un grande lavoro, ma è necessario personale con competenze tecniche specifiche per intercettare necessità, difficoltà e violenze. Bisogna investire maggiormente per attivare dei percorsi integrati».
SOLIGO: «Negli ultimi due mandati abbiamo investito 10 milioni nel sociale. E proponiamo continuità rispetto a quanto fatto fino ad ora. Oggi puntiamo in particolare sullo sviluppo dei centri di sollievo. In più, abbiamo aperto uno sportello di ascolto per le famiglie e gli adolescenti proprio alla luce di quanto provocato dall'epidemia».
VERNIER: «Le soglie Isee per i contributi vanno riviste. Non c'è dubbio. Ma bisogna anche dire che il Comune non ha usato al meglio i sussidi legati al Covid. Oltre agli sportelli, serve una comunicazione più capillare. Penso in particolare agli anziani: bisogna ricercare le fragilità per poterle far emergere».
CALLEGARI: «È necessario partire da una Carta dei servizi che indichi le possibilità esistenti, sia a livello comunale che sul piano dell'associazionismo. L'epidemia ha causato un'emergenza che è economica ma soprattutto sociale. Per questo pensiamo anche a una Social street: una bacheca per consentire a tutti di dare servizi aggiuntivi rispetto a quelli comunali».

Nel 2014 il referendum ha bocciato la fusione tra Villorba e Povegliano. E' un progetto da abbandonare o una strada ancora percorribile?
CALLEGARI: «Deve esserci un progetto, prima le amministrazioni devono condividere dei servizi per diversi anni. E bisogna vedere se le cose funzionano. Quel che è certo è che i progetti di fusione non possono essere calati dall'alto come accaduto ormai sette anni fa».
VERNIER: «Siamo completamente favorevoli alla fusione con Povegliano, se fosse ancora possibile. Avrebbe solo vantaggi sul piano economico e su quello dei servizi».
SOLIGO: «Assolutamente sì alla fusione, anche con più Comuni. Siamo stati i primi a proporla. Non a caso abbiamo servizi e regolamenti già condivisi con vari municipi».
GIRASOLE: «Sarebbe più interessante guardare al concetto di unione. Se restiamo solo sul nostro Comune, sarà difficile reperire le risorse necessarie per alzare la qualità dei servizi, in primis sociali. Serve però uno studio molto attento. Oltre ad altri paesi, poi, penso anche alla città di Treviso, di cui per tanti versi Villorba è il prolungamento».
BARBISAN: «Sono assolutamente favorevole alle fusioni. Non ad altre forme. La fusione con Povegliano avrebbe portato un sacco di soldi consentendoci di sforare il Patto di stabilità per 10 anni. Il Comune avrebbe potuto attivare una serie di servizi. Abbiamo la responsabilità del fallimento perché è mancato il coinvolgimento della comunità: più che una fusione sembrava un'annessione. Oggi riprenderei in mano il progetto cercando di coinvolgere molto più fattivamente Povegliano».
 

Ultimo aggiornamento: 08:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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