Elezioni a Treviso. Diletta Scandiuzzi, da regina della lirica e del tiramisù al sogno della politica: «Per me sarebbe un onore»

Martedì 11 Aprile 2023 di Mauro Favaro
Elezioni a Treviso. Diletta Scandiuzzi, da regina della lirica e del tiramisù al sogno della politica

TREVISO - Dai palcoscenici della lirica alla Tiramisù World Cup, fino all'avventura di imprenditrice nel mondo della pasticceria con la D&D. E ora la vista su Ca' Sugana. Diletta Scandiuzzi, 39enne candidata nella lista civica del sindaco uscente Mario Conte, ha un sogno: far parte dell'amministrazione di Treviso. «Sarebbe un onore immenso apportare il mio contribuito alla cultura e alla valorizzazione della città spiega ma non spetta a me decidere». La sua esperienza è decisamente trasversale. Laureata in Tecniche artistiche e dello spettacolo a Ca' Foscari e diplomata in pianoforte, è una cantante lirica professionista che conta esibizioni in mezzo mondo.

Nel 2018, poi, ha conquistato il titolo di campionessa di Tiramisù. E di seguito ha fatto nascere la D&D, specializzata nella crema al mascarpone.


Diletta Scandiuzzi, com'è nata la candidatura con la lista civica del sindaco uscente Conte?
«Sono stata invitata a portare il mio contributo. E mi sono trovata in sintonia. Da quando sono rientrata in pianta stabile a Treviso (tre anni fa, ndr) ho potuto osservare la buona gestione della città, i buoni propositi, la buona volontà e anche i risultati, perché è innegabile che siano stati raggiunti».


Il rilancio culturale di Treviso passa per grandi mostre e grandi eventi o per una serie di piccole iniziative puntuali e curate al meglio?
«Le grandi mostre e i grandi eventi sono motivo di orgoglio. Così come la valorizzazione delle eccellenze locali e regionali, che parlano a platee molto vaste. Non vedo nulla di negativo in questo. Anzi. Ma è chiaro che tutte le macro-strutture devono poter contare anche su micro-strutture, attraverso l'allestimento di eventi di nicchia sold out, magari ripetuti nel tempo. Una sorta di sottoinsieme formato da tante associazioni e da iniziative, confezionate come piccoli gioielli, che possono creare un tessuto sottostante ai grandi eventi».


Quali sono le basi di partenza?
«La mia formazione, la mia vita artistica, culturale e musicale e non da ultimo l'attività imprenditoriale che mi ha assorbito nella sua concretezza sono state caratterizzate sia dall'aspetto artistico nel senso più stretto che dall'ambito del management economico, attivo e lungimirante. Un panorama molto vasto ma declinato in qualcosa di molto concreto. Questo consente una visione d'impresa anche all'interno di un'attività che dà un valore che magari nell'immediato non sembra tangibile ma che in realtà è profondo, a lungo termine e in grado di creare un indotto non indifferente».


C'è qualcosa a cui si ispira?
«Una delle realtà che mi ha sempre colpito è il Festival di Salisburgo. In un posto relativamente piccolo è stato realizzato qualcosa che crea un indotto da milioni. Senza scomodare mostri sacri, comunque, ci sono anche altre realtà internazionali che hanno affinità con il palcoscenico di Treviso. Bisogna guardare alle tipicità e alle dinamiche locali, ma sempre con una visione d'insieme internazionale che può dare un plusvalore. Questo è il mio desiderio. E questo sarà il mio apporto, anche a livello di relazioni, nel caso in cui dovessi prendere parte all'amministrazione locale, in qualsiasi veste».
 

Ultimo aggiornamento: 17:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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