TREVISO - Se il Supebonus aveva dato una spinta all’edilizia, comunque già esaurita dal termine del 30 giugno per ricevere l’incentivo, i rincari di materie prime, energia e carburanti sembrano aver dato la stoccata finale alla ripresa del settore, che già pregustava i benefici derivanti dai progetti finanziati con il Pnrr. «Il 30% dei cantieri in provincia di Treviso è già fermo - sottolinea Gianmaria Modolo, imprenditore edile e presidente della comunità edilizia della Confartigianato Marca Trevigiana - e se la situazione non migliora la percentuale è destinata a crescere».
I PROBLEMI
Non c’è un problema principale, ce ne sono diversi. Il primo, secondo Modolo, è l’incertezza nelle forniture. «Al di là dei prezzi - afferma il presidente della comunità edilizia della Confartiginato - stiamo cominciando ad avere difficoltà a reperire i materiali, e a farceli consegnare. Nel nostro settore è indispensabile il trasporto su gomma, e il caro carburanti sta incidendo molto sui trasporti. È una catena, non possiamo permetterci che un solo anello si rompa». Sul capitolo prezzi a far paura è l’aumento del costo del ferro sia per quanto riguarda i trafilati (utilizzati per le potrelle) che per il ferro d’armo (per il cemento armato): prima del conflitto in Ucraina, il costo si aggirava sullo 0,65 euro al chilo, ora si è sfondata la soglia dell’1,10. «Sul fronte dei materiali isolanti - continua Modolo - si fa sempre più fatica a reperire il polistirolo, che viene utilizzato per i cappotti esterni delle abitazioni, o la lana di roccia che invece serve per le intercapedini. I grossi player, visto il periodo di crisi, si sono attrezzati acquistando grosse forniture a danno delle piccole imprese, che ora si trovano senza materiali. Per polistirolo e lana di roccia si parla di ottobre come arrivo delle prime forniture». Senza contare, poi, che il legno è di fatto raddoppiato: «E veniamo da un periodo strano - afferma Modolo - Dopo Vaja c’era una grande disponibilità di legno, ma i prezzi erano saliti alle stelle. Nel 2021 si è tornati ai livelli precedenti la tempesta che ha sconvolto le Veneto e Trentino Alto Adige, e ora i prezzi sono di nuovo gli stessi del post Vaja».
LE POSSIBILITÀ
L’incertezza sui prezzi e sulle forniture sta di fatto bloccando i cantieri. Molti clienti non accettano i costi aggiuntivi per i lavori. «Da parte nostra c’è la possibilità di bloccare i costi per la manodopera, e già lo facciamo - conclude Modolo - ma se le commesse sicure calano le aziende si ritroveranno a piedi». La guerra in Ucraina sta poi provocato un’ulteriore escalation nei costi dei materiali. Ma anche a volerli pagare a peso d’oro alcuni generi non si trovano quasi più: per i blocchi al commercio internazionale, perché importatori e grossisti non intendono più acquistarli a tali quotazioni, perché gli autotrasportatori, in ginocchio per il caro gasolio, faticano sempre più ad effettuare i viaggi con i carichi.