I colleghi la chiamano ma lei non risponde: la dottoressa Beltrame trovata morta in casa

Mercoledì 11 Novembre 2020 di Gianandrea Rorato
I colleghi la chiamano ma lei non risponde: la dottoressa Beltrame trovata morta in casa

PREGANZIOL (TREVISO) - La dottoressa Antonella Beltrame, 62 anni, in forze all'Oras, è stata ritrovata senza vita nella sua abitazione di Preganziol. I colleghi avevano provato a contattarla per questioni di lavoro, ma nonostante il suo cellulare fosse acceso, continuava a suonare a vuoto. È stata trovata priva di vita dai carabinieri, assieme a loro il personale sanitario del Suem 118.

Le cause del decesso sono tutt'ora al vaglio degli inquirenti.


LA CARRIERA

Antonella Beltrame lavorava da molti anni all'ospedale di Motta. Era specializzata in chirurgia generale e in chirurgia plastica ricostruttiva. Era stata allieva del celebre chirurgo plastico brasiliano Ivo Pitanguy, deceduto nel 2016 a 90 anni e particolarmente famoso nell'ambiente della chirurgia internazionale, oltre che tedoforo alle olimpiadi brasiliane proprio il giorno prima della sua morte. Antonella Beltrame era uno dei medici storici dell'Oras, Ospedale riabilitativo di alta specializzazione attivo da una quindicina d'anni e attualmente diretto all'amministratore delegato Francesco Rizzardo. Prima di Motta, la dottoressa Beltrame aveva lavorato per diversi anni al pronto soccorso di Oderzo come chirurgo: una professionista con parecchi anni di esperienza alle spalle. Il fratello Luca lavora sempre all'ospedale mottense, nell'area amministrativa.


LE REAZIONI

All'Oras la notizia ha destato, com'è ovvio, sentimenti di profondo dolore. Antonella infatti era attesa quanto prima nel suo ambulatorio per tornare a lavorare come tutti i giorni insieme ai suoi pazienti. Incredulo il direttore sanitario Guido Sattin: «Si tratta di una notizia che ci ha lasciati sgomenti - ha commentato - Tutti qui in ospedale conoscevamo Antonella, era presente da molti anni come esperta chirurga. Seguiva anche le medicazioni di molti pazienti che seguono il proprio percorso riabilitativo. Era sempre disponibile ed estremamente professionale. Era a casa, se non ricordo male, dallo scorso 3 novembre per malattia. In pratica ogni tanto aveva un po' di mal di schiena e una certa difficoltà di deambulazione. Niente però che avrebbe fatto pensare a un epilogo di questo tipo. Ho ricevuto la telefonata del Suem e ho saputo della tragedia. Sono rimasto senza parole. Per il nostro ospedale questo è stato un anno particolarmente duro e complicato». Infatti dopo il primo durissimo lockdown, in cui l'Oras ne era uscito Covid free, si era tornati alla quasi normalità. Facendo segnare risultati importanti, snocciolati qualche settimana fa in consiglio comunale a Motta dallo stesso Rizzardo insieme a Santin. Ora nuovamente un autunno caldo a causa dell'emergenza sanitaria. E si arriva a ieri con la tragedia che ha colpito tutti i lavoratori di Oras, dal consiglio di amministrazione, agli uffici oltre che ai medici, infermieri e operatori sociosanitari, che di Antonella ne apprezzavano le indubbie doti sia professionali che umane.

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