Rifiuta le avances in auto: lui la getta in strada e la trascina per i capelli

Giovedì 23 Febbraio 2023 di Laura Bon
Violenza sulle donne

MONTEBELLUNA - Al rifiuto degli approcci da lui tentati durante il passaggio in auto, l'aveva sbattuta fuori dal mezzo e trascinata sulla strada, strappandole anche una ciocca di capelli. Un'aggressione di cui D.G., all'epoca dei fatti trentunenne, ha portato i segni nel cuore, ben più che sulla pelle, come ha dimostrato anche il pianto dirotto in cui è scoppiata durante la propria testimonianza in aula.

DAVANTI AL GIUDICE
Ieri, 22 febbraio, però, il giudice di pace di Treviso, Giulia Procaccini, ha riconosciuto i danni subiti dalla donna, condannando F.M., di parecchio più vecchio della donna, al pagamento di 2mila euro come risarcimento alla vittima e di mille euro come sanzione da parte dello Stato, oltre al pagamento delle spese processuali.

Ora, sarà la donna stessa a valutare se procedere anche in sede civile, ma potrebbe scegliere di chiudere così una pagina dolorosa della propria vita. Il fatto è successo nell'ottobre del 2020, quando, al termine di una serata, D.G., residente a Treviso, ha chiesto un passaggio all'uomo, di Montebelluna, che conosceva e di cui aveva anche il cellulare. «Praticamente si è fidata» spiega l'avvocato Luca Dorella di Castelfranco, che l'ha rappresentata davanti al Giudice- Durante il viaggio, però, l'uomo ha tentato degli approcci, peraltro solo verbali. In sostanza, le sue intenzioni erano diverse da quelle della donna.

CIOCCA DI CAPELLI
Quando però lei ha dimostrato di non gradire e lui ha capito come stavano le cose, l'ha fatta uscire dall'auto, trascinandola sulla strada, prendendola per il collo e strappandole anche una ciocca di capelli, la cui immagine è stata portata anche davanti al Giudice di pace. «Per la mia assistita, il trauma è stato grande. L'uomo ha sostenuto che sia stata lei ad alzare le mani su di lui e che lui abbia agito per legittima difesa. Lei, però, che motivo avrebbe avuto per aggredirlo?». Il giudice ha accolto le spiegazioni della donna, che ha avuto, a distanza di due anni e mezzo, la soddisfazione di veder punito l'aggressore. Ad aver competenza per fatti di questo genere è del resto il Giudice di pace e non il Tribunale per il fatto che la prognosi del Pronto soccorso, cui la donna si è rivolta per farsi medicare, è stata inferiore ai 20 giorni, limite fissato per il ricorso ad altra sede. L'uomo, inoltre, non ha usato né armi né oggetti contundenti. Anche se, in realtà, determinate situazioni e pressioni in cui una donna rischia di trovarsi possono risultare addirittura più pesanti delle ferite fisiche che un'arma può provocare.

    

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