MONTEBELLUNA - Al rifiuto degli approcci da lui tentati durante il passaggio in auto, l'aveva sbattuta fuori dal mezzo e trascinata sulla strada, strappandole anche una ciocca di capelli. Un'aggressione di cui D.G., all'epoca dei fatti trentunenne, ha portato i segni nel cuore, ben più che sulla pelle, come ha dimostrato anche il pianto dirotto in cui è scoppiata durante la propria testimonianza in aula.
DAVANTI AL GIUDICE
Ieri, 22 febbraio, però, il giudice di pace di Treviso, Giulia Procaccini, ha riconosciuto i danni subiti dalla donna, condannando F.M., di parecchio più vecchio della donna, al pagamento di 2mila euro come risarcimento alla vittima e di mille euro come sanzione da parte dello Stato, oltre al pagamento delle spese processuali.
CIOCCA DI CAPELLI
Quando però lei ha dimostrato di non gradire e lui ha capito come stavano le cose, l'ha fatta uscire dall'auto, trascinandola sulla strada, prendendola per il collo e strappandole anche una ciocca di capelli, la cui immagine è stata portata anche davanti al Giudice di pace. «Per la mia assistita, il trauma è stato grande. L'uomo ha sostenuto che sia stata lei ad alzare le mani su di lui e che lui abbia agito per legittima difesa. Lei, però, che motivo avrebbe avuto per aggredirlo?». Il giudice ha accolto le spiegazioni della donna, che ha avuto, a distanza di due anni e mezzo, la soddisfazione di veder punito l'aggressore. Ad aver competenza per fatti di questo genere è del resto il Giudice di pace e non il Tribunale per il fatto che la prognosi del Pronto soccorso, cui la donna si è rivolta per farsi medicare, è stata inferiore ai 20 giorni, limite fissato per il ricorso ad altra sede. L'uomo, inoltre, non ha usato né armi né oggetti contundenti. Anche se, in realtà, determinate situazioni e pressioni in cui una donna rischia di trovarsi possono risultare addirittura più pesanti delle ferite fisiche che un'arma può provocare.