Donatella Rettore in concerto senza freni: «Diamo una pillola a Putin». E dà una stoccata anche a Zucchero

Anche la Rettore a Milano usa il palco contro la guerra. Come i Måneskin, grida il dissenso a modo suo

Giovedì 28 Aprile 2022 di Rita Vecchio
foto di Marco Piraccini

Anche la Rettore usa il palco contro la guerra. Come i Måneskin, grida il dissenso a modo suo. «Se qualcuno può dare una pillolina a Putin, per favore!», urla al pubblico del Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano durante il suo concerto dopo il brano "Karakiri", seconda traccia dell’album “Kamikaze Rock 'n' Roll Suicide” pubblicato nel 1982 che, partendo dalla filosofia giapponese, canta proprio di suicidio, morte, guerra.

Due ore di concerto ieri sera - 27 aprile - con una scaletta che ripercorre la sua quasi cinquentennale carriera con oltre 27 milioni di dischi nel mondo. Spirito libero, icona (anche se la parola non le piace) di un linguaggio musicale indipendente, la 66enne cantante trevigiana, ha messo in scena pezzi simbolo dei suoi 19 album. 

 

Schietta, vera, provocatrice. Coccola i suoi fan, li ascolta, si ferma e firma autografi nel bel mezzo del concerto. «Vi voglio bene - dice rivolgendosi al pubblico milanese - cerchiamo di lasciare alle spalle questo brutto momento e andiamo avanti». Da “Curiosa” a “La mia più bella canzone d’amore" (dal disco “Brivido divino” del 1979) alle immancabili “Splendido Splendente”, “L’onda del mar”, “Kamikaze”, “Donatella”, “Di notte specialmente”, con cui partecipò al Festival di Sanremo 1994. E di sanremese anche “Amore stella”, «Il tempo è galantuomo», dice, riferendosi probabilmente alla polemica che ci fu allora sulla scelta del brano da portare in gara. E “Chimica” in duo con Ditonellapiaga all’ultimo Festival. E sempre rivolgendosi al pubblico, dopo l’esecuzione di “Kobra”, uno dei suoi più grandi successi composto nel 1981 da Rettore con la musica del suo inseparabile compagno di vita e di scrittura Claudio Rego, si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Questa che canterò ("Delirio", traccia contenuta nel lato b del singolo e scritta sempre dal duo Rettore/Rego, ndr) l’abbiamo pensata con la registrazione di una voce tenorile del Teatro alla Scala (Gianfranco Bertagna, ndr). Era il 1980, e Zucchero non ci aveva aveva ancora pensato». Una bella stoccata a Zucchero “Sugar “Fornaciari per la querelle di somiglianza di Kobra con il suo “Partigiano reggiano”. 

Rettore ringrazia, canta con il pubblico, sorride, interagisce. Il suo bis è Chimica, con cui saluta tutti. Resta sempre la ruggente leonessa. Strepitosa. Il tour, dopo Milano, prosegue a Varese (29 aprile) e a Roma (Teatro Brancaccio, 21 maggio).

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