Difficoltà economiche, a Treviso un anziano su cinque non si cura

Venerdì 10 Marzo 2023 di Mauro Favaro
Difficoltà economiche, a Treviso un anziano su cinque non si cura

TREVISO - Sono 35mila gli anziani che negli ultimi dodici mesi hanno dovuto rinunciare a una visita medica o a un esame di cui avevano bisogno. E nella stragrande maggioranza dei casi l’hanno fatto a causa delle difficoltà economiche. Facendo la proporzione, si tratta del 17,4% dei 200mila trevigiani con più di 64 anni (età presa come riferimento per poter confrontare gli studi anche a livello europeo). Il dato riguardante la Marca è emerso dall’indagine “Passi d’argento”, dedicata alla salute degli over 64, sviluppata dai servizi sociali e dal servizio di Epidemiologia dell’Usl con il coinvolgimento di un centinaio di volontari che hanno intervistato 1.872 cittadini. E purtroppo è confermato da più punti di vista. Lo stesso studio evidenzia che 61.400 anziani (il 30,4% del totale) hanno difficoltà economiche. E oltre 30mila (il 15%), nello specifico, hanno visto diminuire il proprio reddito rispetto al 2021. «Colpisce il fatto che quasi un terzo non arrivi o arrivi a stento a fine mese. La sensazione è che la situazione diventi sempre più difficile – spiega Roberto Rigoli, direttore sociosanitario dell’Usl – è una cosa che ci deve far riflettere.

In questo senso, l’indagine rappresenta uno strumento chiaro e trasparente per sviluppare interventi mirati».

Anziani in difficoltà economica, gli indicatori

Non una cosa da poco se si pensa che tra quindici anni gli anziani residenti nella Marca diventeranno 300mila. E che già oggi due terzi della spesa sociosanitaria riguarda proprio gli over64. Senza contare che la maggior parte degli anziani non autonomi vengono aiutati dai familiari. Mentre uno su 5 ha una badante. Il problema coinvolge direttamente i Comuni, in particolare in vista dei prossimi ambiti territoriali sociali. Il primo auspicio è che il governo possa prevedere nuovi investimenti per arginare le situazioni di disagio. «Il numero di anziani che rinunciano alle cure è uno degli indicatori fondamentali – sottolinea Paola Roma, presidente della conferenza dei sindaci dell’Usl – il tavolo sulla povertà e sull’inclusione sociale previsto dalla Regione diventa un’opportunità per fare in modo che il ministero investa in fondi utilizzabili dai Comuni per fronteggiare i disagi». 

Gli anziani sempre più soli

L’indagine “Passi d’argento” è il punto di partenza per migliorare le cose. Non a caso verrà inserita nel piano di zona che la conferenza dei sindaci dell’Usl dovrebbe approvare la settimana prossima. Ma non si parla solo di soldi. L’altro grande nodo riguarda la solitudine degli anziani. Sono 46.500 (il 23,1%) quelli che oggi vivono da soli. L’aspetto più preoccupante, però, è che 17mila trevigiani con più di 64 anni (l’8,2%) non parlano proprio con nessuno, se non con i conviventi, quando ci sono. “Nemmeno per telefono”, specificano dall’Usl. In questo contesto, 16mila anziani (8%) presentano importanti sintomi di depressione. «E uno su 4 non chiede aiuto a nessuno», evidenziano dall’azienda sanitaria. Va da sé che l’isolamento schizza alle stelle in caso di disabilità o difficoltà economiche. «Sappiamo che la solitudine è uno dei problemi maggiori per gli anziani – dice Mauro Ramigni, direttore del servizio Epidemiologia – stiamo già intervenendo per fare comunità. E dobbiamo continuare a lavorare su questo fronte». Un esempio arriva dal progetto “Mille colori”, promosso dall’Auser provinciale di Treviso Aps, con i laboratori extra-scolastici di sport, arte e cucina che coinvolgono bambini tra i 3 e gli 11 anni, anziani e volontari appositamente formati. «Da una parte ci sono anziani che soffrono, consumati dalla solitudine, che invece avrebbero molto da donare come saggezza. E dall’altra giovani in situazioni di disagio – è l’orizzonte indicato da Rigoli – avvicinando queste due estremità di età attraverso progetti specifici, come “Mille colori”, probabilmente si arriverebbe a un aiuto reciproco». «Progetti simili rappresentano un’opportunità – aggiunge Roma – gli anziani possono mettere a disposizione la loro storia e la loro esperienza mentre i ragazzi possono dare loro una mano per altre cose, come ad esempio l’uso dei servizi online». Lo schema è chiaro. Per il resto non c’è limite alla fantasia. Se non quello dei finanziamenti. Ma le basi operative non mancano. Il riferimento è al fatto che quasi la metà degli anziani trevigiani negli ultimi dodici mesi hanno aiutato altre persone. Uno su quattro è ancora impegnato nel mondo del volontariato. «Una ragione in più per favorire un invecchiamento attivo – tirano le fila dall’Usl – riuscire a ritardare la perdita dell’autonomia è uno dei compiti principali dei servizi socio-sanitari». 
 

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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