TREVISO - Quella di Emina Ćorić, ragazza disabile che vive insieme alla famiglia a Codognè, è una storia che parla di sofferenze e sconfitte, ma anche di un'importante rivincita resa possibile grazie all'intervento provvidenziale di un luminare dell’ortopedia che le ha cambiato per sempre la vita. Affetta fin dalla nascita da Paralisi cerebrale infantile, nello specifico da tetraparesi spastica (patologia neuromotoria che si manifesta impedendo progressivamente i movimenti degli arti), la 23enne originaria della Bosnia e oggi “trevigiana d’adozione” ha nel tempo dovuto fare i conti con una ventina di interventi chirurgici, quasi uno all’anno, per cercare di vivere giorno dopo giorno una vita il più “normale” possibile nonostante la malattia.
L'intervento
L’ultimo di questi è stato effettuato lo scorso 23 novembre ad opera del prof. Nicola Portinaro, primario dell’Ortopedia Pediatrica dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) oltre che ideatore e direttore scientifico della fondazione Ariel che mira ad aiutare i bambini con patologie neuromotorie. Il prof. Portinaro, grazie ad un intervento minimamente invasivo e rivoluzionario (che tanti colleghi non avevano avuto il coraggio di tentare in precedenza), è difatti riuscito ad operare Emina in Day Hospital effettuando un allungamento miotendineo sul lato sinistro del corpo.
La vita oltre la disabilità
«L’esistenza con una disabilità è pur sempre una vita che va vissuta. Per questo ho deciso di vedere la malattia come una compagna di viaggio cercando di dimostrare come la mia condizione non sia un ostacolo. Proprio per questo ho puntato subito al linguaggio universale dello sport entrando in una squadra di basket in carrozzina di Padova – afferma Emina – Ora, grazie al prof. Portinaro, ho però ripreso in mano la mia vita e questo vuole essere anche un segnale di coraggio per tutti quei bambini che stanno affrontando un percorso simile al mio. Grazie alla ricerca e ai professionisti del settore il futuro per tutti noi malati sarà, almeno in parte, più semplice».