VITTORIO VENETO Gli organizzatori di “In piazza per la libertà”, vietata dal questore domenica scorsa, ci riprovano.
I PRECEDENTI
Il primo appuntamento, il 18 aprile, aveva radunato a Conegliano centinaia di persone, la gran parte senza mascherina, poi sanzionate. Sanzionato anche Bonaldo che, per questo nuovo appuntamento a Vittorio Veneto, ha ceduto il testimone organizzativo al vittoriese Roberto Varaschin.
L’INTENZIONE
“In piazza per la libertà” dunque ci riprova dopo il no incassato anche dalla questura di Pordenone per la manifestazione prevista per domenica al parco Galvani. «Come avevo immaginato – spiega in un post Bonaldo - hanno utilizzato il precedente verificatosi a Vittorio Veneto, riprendendo nella notifica di diniego le motivazioni (del tutto illegittime) poste dalla questura di Treviso. Ormai la Costituzione non vale più niente, la democrazia è sospesa, diritti e libertà soppressi. L’Italia ormai può essere considerata uno Stato autoritario, dittatoriale, stile Cile di Pinochet».
IL BIS
Domenica scorsa piazza del Popolo era stata transennata e presidiata dalle forze dell’ordine. Alcune decine di persone si erano comunque date appuntamento. E non è escluso che ciò si replichi domenica prossima. «Non abbiamo intenzione di arrenderci – prosegue Bonaldo -. Finché avrò fiato in corpo combatterò per i miei diritti e la libertà. Come dice il dottor Szumski dobbiamo r-esistere Come fecero i nostri nonni, allo stesso modo oggi tocca a noi fare r-esistenza a questo potere diabolico che ormai ha superato ogni limite». «La questura e il Comune sono stati preavvisati – aggiunge – e ringrazio Roberto per essersi preso la responsabilità di organizzare la manifestazione. Come domenica scorsa noi saremo presenti in ogni caso».