Armi alla mala: «Rovinato dal gioco». Pellizzari, racconto choc della madre

Domenica 1 Dicembre 2019 di Gabriele Zanchin
La montagna di gratta e vinci nascosti da Denis Pellizari in casa e scoperta dai familiari
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SAN ZENONE - Denis Pellizzari soffre di ludopatia. Una forma patologica grave dalla quale solo di recente ha caminciato a uscire. A dirlo non è solo la madre: basta guardare i gratta e vinci che l’uomo ha inspiegabilmente e gelosamente custodito nel seminterrato, nascondendoli alla vista dei familiari. Un viaggio nell’abisso che l’ha portato a cercare soldi in tutti i modi possibili. Fino all’ultimo: vendere armi sottobanco alla criminalità organizzata. A raccontare l’incredibile retroscena è proprio lo la mamma di Denis, Angela Giacometti. Siede composta nel salotto di casa che si affaccia sul poligono di tiro e sull’armeria “SportGun” al centro della complessa indagine che ha portato in carcere il figlio, due padovani e un albanese, questi ultimi con l’accusa di aver taglieggiato un imprenditore castellano.
 
Vicino a lei, sul tappeto, una montagna di “gratta e vinci” che i genitori di Denis hanno trovato ammassati dentro degli scatoloni in magazzino. «Questa qui è solo una minima parte delle schede che abbiamo trovato -spiega- e che ci fanno capire tante cose». Una scoperta scioccante. «Denis non era un giocatore -racconta la donna, visibilmente provata- o almeno non un giocatore compulsivo ma lo è diventato dopo la vicenda del 2011 dalla quale è uscito abbastanza bene (indagine della Questura per traffico di armi; aveva circa 200 armi non registrate e alla fine ha patteggiato la pena, ndr). Solo che dal punto di vista psicologico era molto provato. Ha iniziato a giocare forte e su tutto, dai gratta e vinci ai videopoker. Aveva sempre più bisogno di soldi».
Ma come vi siete accorti in famiglia di questo cambiamento? «Un po’ alla volta, non c’è stato un momento particolare che ci sia rimasto impresso. Semplicemente non era più lui. Si era isolato, era taciturno, quasi in depressione. A un certo punto abbiamo anche temuto il peggio. Siamo andati dal medico perché la situazione stava degenerando e lui ci ha detto che poteva guarire solo affidandosi a uno specialista e con la forza di volontà. Ma Denis non voleva essere curato».
Poi la situazione è precipitata. «Quel continuo bisogno di soldi lo ha portato alla rovina. Sono convinta che lui avesse paura di ritorsioni perché lo vedevamo sempre sul chi va là, sempre intimorito da qualcosa. Non parlava con noi di questo, ma io lo percepivo. In quella situazione disperata qualcuno gli deve aver presentato certi personaggi che lo hanno usato e ricattato ben conoscendo la sua debolezza. Per avere i soldi da giocarsi ai videopokerè arrivato di cedere delle armi. Ed è andato avanti così per qualche anno».
Poi cosa è successo? «Il suo cambiamento porta una data: 18 maggio 2018. Quel giorno sono venuti in armeria i carabinieri e hanno chiesto di una pistola che doveva esserci. Invece non c’era, non l’hanno trovata, così l’armeria è stata chiusa e posta sotto sequestro. Da quel momento Denis ha realizzato la gravità della sua situazione ed è come se si fosse sentito liberato di un peso. Evidentemente dopo la perquisizione non aveva più obblighi verso chi lo teneva in scacco. Da quel momento è cambiato sia nei rapporti in famiglia che fuori. E se ha giocato, lo ha fatto in maniera sporadica».
Ma come avete trovato questo deposito di schede e gratta e vinci? «Anche se sapevamo che giocava parecchio, non avremo mai immaginato fino a quale punto. In magazzino abbiamo trovato quasi per caso interi scatoloni pieni di schede. La mia paura è che questa ennesima batosta (il nuovo arresto, ndr) lo riporti indietro. Siamo tutti molto amareggiati perché si è lasciato coinvolgere in situazioni distanti dal suo modo di essere. Spero tanto che si tenga conto di questa sua situazione psicofisica precaria». Lunedì intanto si attende la convalida dell’arresto. 
Ultimo aggiornamento: 09:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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